AVARIZIA . FrammentiAvari
Autoriflesso con psicosi
In 23 Maggio 2017 da Debora BorgognoniNon mi guardare così, perché non ridi? Guarda che mi metti in soggezione, ma non credere di farmi paura. Oh, invece sì, maledizione a te, ho paura, paura, mi nascondo sotto lo specchio e da qui sotto te lo urlo. Quando rialzerò gli occhi – al mio tre – tu sparirai.
Uno. Due. T… Tr…
Sto guardando, sto alzando, ho un coltello, sì, un coltello affilato e zigrinato. Questa lama terribile sentirà il morbido della tua gola se tu… Tre! Ma, ma… cosa diavolo hai fatto? Anche tu eri accucciato qui sotto? Mi è sembrato di vederti risalire con le mie stesse movenze, con il mio stesso scatto veloce, con la mia stessa isteria. E quei capelli. Ora, toccandomi, sì, mi sembrano simili ai miei.
Ma tu chi sei? Mi parli? E il suono esce solo da me. Ti distruggo, così, un altro colpo e sarai sparito.
E ora questa superficie ne riflette dieci, cento, mille. Come potrò scappare da te, da noi? Da me.
L’immagine di copertina è un’opera di Albrect Dürer, dal titolo Autoritratto con pelliccia, olio su tavola, 1500, Alte Pinakothek di Monaco di Baviera
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