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Il binario e le coincidenze
In 3 Agosto 2017 da Attilia Patri DPGiorno di coincidenze il 28 luglio scorso. Giorno di incontri casuali su pagine dello stesso giornale. Giorno dai significati opposti. Giorno di viaggi sullo stesso binario avvolto a doppia elica tra chi non si incontrerà mai perché incanalato, ciascuno, nella propria storia tra passato e futuro. Giorno che scorre su un binario di sequenze diverse, binario personale, eppure fondamentalmente comune in ognuno di noi: il DNA.
28 luglio, Londra. La decisione è presa ed è definitiva: a Charlie Gard, il bambino affetto da una malattia genetica rarissima e incurabile – la sindrome da deflazione del DNA mitocondriale che colpisce diversi geni causando un progressivo deperimento muscolare – viene staccata la spina dell’apparato meccanico che lo tiene in vita. Vita apparente ma pur sempre vita per i suoi genitori, inconsapevoli portatori sani della malattia trasmessa al figlio. Hanno staccato la spina, senza fretta, tra l’ultimo abbraccio di mamma e papà e il pensiero di tutti. Hanno affidato a un’altra dimensione l’ultimo respiro di un caso diventato internazionale.
28 luglio, Oregon. Una pubblicazione su Mit Tecnology Review annuncia significativi passi avanti della ricerca verso i primi esseri umani con un DNA “su misura”. Anzi, di più: si è ottenuto il primo embrione umano modificato geneticamente. Esperimento perfettamente riuscito, senza errori, a opera dell’equipe dello scienziato Shonkhrat Mitalipov alla Oregon Health and Science University e che ha surclassato analoghi tentativi condotti due anni prima in Cina. La ricerca è stata condotta modificando il DNA di un gran numero di embrioni monocellulari con la tecnica di editing genetico Crispr/Cas9 che permette di modificare in modo
preciso, semplice ed economico l’acido desossiribonucleico, potendo intervenire anche su una singola lettera di un gene specifico. Senza entrare troppo nel dettaglio scientifico, immaginiamo un taglia e incolla dal potenziale incredibile e che, da sempre, alimenta il dibattito etico.
Mitalipov ha aperto nuove strade dimostrando che è possibile correggere, in modo sicuro ed efficace, i geni difettosi che causano malattie ereditarie utilizzando lo sperma donato da uomini portatori di mutazioni alla base di varie patologie trasmissibili alla progenie. Anche se a nessuno degli embrioni OGM è stato permesso di svilupparsi per più di un paio di giorni e non c’era l’intenzione di impiantarli in un utero per la successiva crescita, questo esperimento rappresenta una pietra miliare importante nel processo chiamato “ingegneria germinale” fortemente osteggiata non solo dalle organizzazioni religiose ma anche da parti della società civile che vedono nella tecnica Crispr una potenziale “arma di distruzione di massa” e prospetta il fantasma di possibili derive eugenetiche che andrebbero dal “neonato su ordinazione” fino a esperimenti con modificazioni tali del DNA che avrebbero conseguenze imprescindibili qualora dovessero sconfinare dai laboratori:
Ci sono persone che sostengono che il DNA non andrebbe mai modificato perché si comincia con poco e si arriva a fare quello che si vuole.
Parte della comunità scientifica teme questo genere di dibattito perché pensa possa rallentare la sperimentazione in generale e ritardare anche altri usi della stessa tecnica in condizioni come la distrofia muscolare e l’anemia falciforme, pur essendo favorevole a che venga stilato un codice etico e stabilito un protocollo di sicurezza.
È piuttosto scontato che di fronte a risultati di questa portata il dibattito etico si scaldi facilmente e si sconfini in visioni degne della più alta fantascienza ma già lo stesso James Watson, allora giovane scienziato ventiquattrenne che insieme a Francis Crick aveva completato il modello a doppia elica della struttura del DNA, a chi gli chiedesse quali problemi etici sollevasse la biologia rispondeva che «chi non è religioso non ha molti problemi, e io non lo sono. Non penso in termini di offese alle leggi naturali che credo siano un prodotto dell’evoluzione. Mi considero molto fortunato a essere senza Dio, così non ho da pensare a certe cose. L’unico problema è se vogliamo o no migliorare la qualità della vita, senza far del male a chi ci sta attorno». «Uno dei doni più grandi che la scienza ha fatto al mondo è la continua eliminazione del soprannaturale; la conoscenza libera il genere umano dalla superstizione» (da In principio fu il Verbo o il DNA?, Corriere della Sera del 2 gennaio 2006).
Il dibattito resta aperto ma se ci siamo commossi per il destino di Charlie Gard non possiamo che guardare con speranza a Mitalipov e agli altri che si dedicheranno a ulteriori ricerche e sperimentazioni. La coincidenza di un lutto e di una prospettiva futura diversa è un segno che tutto va avanti, senza gridare al miracolo perché siamo solo agli albori, ma neanche allo scandalo in nome di una morale che, a volte, è solo freno e repressione.
Chiudiamo ricordando che «niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso; ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno» – Maria Sklodowska, Nobel per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911, meglio nota come Marie Curie.
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