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La sorellanza: realtà o utopia?
In 6 Settembre 2018 da Mary EmpatikaRecentemente ho letto un romanzo che mi ha indotto a riflettere sull’amicizia tra donne. Il libro in questione è “” dell’autrice pescarese Maristella Lippolis. Di questo libro mi ha molto colpita il concetto di “sorellanza” di cui l’autrice parla attraverso le storie delle tre protagoniste: Caterina, Dina e Alice. Le tre donne hanno personalità diverse ma nonostante ciò riescono ad instaurare un sorprendente rapporto di complicità e rispetto inediti.
Che cosa è la “sorellanza”? E’ un rapporto speciale che si consolida tra le donne nei momenti di difficoltà. E’ una forza, è un supporto che consente di reagire di fronte alle difficoltà, le prove difficili, le traversie che la vita inevitabilmente ci pone dinanzi al nostro cammino. E’ un legame che ci fa sentire meno sole perché la felicità, i dolori, le “imprese vitali” necessitano di essere condivise. Solo se affrontate insieme a qualcuno acquisiamo una marcia e grinta in più e ci sentiamo motivate e vitali.
C’è bisogno di “sorellanza” tra noi donne perché solo supportandoci a vicenda, aiutandoci concretamente si possono vincere le discriminazioni, le “etichette”, i limiti, gli ostacoli e si può cambiare positivamente la realtà.
Purtroppo la “sorellanza” spesso fa fatica a concretizzarsi non solo a causa di un sistema che spesso si rivela “non a misura di donna” ma perché spesso e volentieri tra donne si crea una competizione stupida che si ciba di invidie, pettegolezzi, frivolezze. L’Altra è vista come “quella che può rubarmi” e privarmi del lavoro, il compagno o la notorietà!”. Ed è così che invece di “fare rete”, di coltivare un legame che potrebbe offrire tanto dal punto di vista emotivo ed esperenziale si elevano mura incontrastate di fraintendimenti e incomprensioni.
Ci sono donne che nutrono invidie e rancori e vivono per mettere i “bastoni tra le ruote” alle altre. Atteggiamenti del genere li hanno proprie le persone di cui meno ce lo aspettiamo. Sono proprio quelle che all’apparenza sembrano così sicure di sé o fanno le “amicone” e poi….si rivelano così vipere, frustrate e negative.
Credo che la sorellanza sia possibile solo se l’invidia e le frustrazioni personali vengano messe da parte e si impari a guardare l’altra come un’”alleata” e non una “nemica” alla quale renderle la vita difficile solo perché è più giovane, competente, socievole. In questo bisognerebbe apprendere un po’ più dai nostri amici maschietti che quando si “alleano” fanno realmente squadra e agiscono concretamente lottando e cooperando per perseguire il medesimo obiettivo.
La “sorellanza” da “utopia” può diventare “realtà” solo se lo vogliamo. Si concretizza accettando e accogliendo l’altra con apertura mentale ed empatia lasciando da parte invidie, frustrazioni e schemi mentali rigidi. La “sorellanza” ha bisogno di cibarsi di complicità, autenticità, accettazione e sospensione del giudizio.
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