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Mozart in the Jungle – Oboe, violino o tromba?
In 19 Settembre 2016 da Francesca ChiarelloChi pensa che il mondo della musica classica sia un mondo patinato, tranquillo, pieno di professionisti che pensano solo ai loro strumenti musicali – e ho specificato musicali per un motivo preciso – è completamente nel torto.
Mozart in the Jungle racconta i dietro le quinte del mondo della musica classica e lo mostra come uno spaccato della società moderna, ma di quelle più disadattate e disagiate. Basta leggere la seconda parte del titolo per averne un’idea: Sesso, droga e musica classica.
La protagonista, o meglio, il personaggio che tira le fila è Hailey Rutledge, una giovane oboista che vuole fare carriera facendo lezioni e suonando nei bar qualche sera a settimana. Riesce ad entrare per una settimana alla New York Symphony grazie all’aiuto di una degli archi Cynthia Taylor, che da anni ha una storia d’amore con il vecchio ed eclettico direttore d’orchestra, alle spalle della moglie.
Le carte in tavola vengono cambiate quando al posto del vecchio direttore d’orchestra ne arriva uno nuovo, ancora più pazzo e più “artista” del primo. È Rodrigo De Souza, alto un metro e una banana, rasta, fumatore incallito di erba e qualcosa in più. Per lo meno questa volta non è la donna a fare la figura dell’artista pazza isterica – come succede di solito.
Rodrigo è il classico spaesato, vive nel suo mondo ad un palmo da terra, sembra non essere in grado di tenere in piedi l’orchestra e invece è ancora più bravo del vecchio direttore che, arrabbiato e deluso per essere stato spodestato, gli rema contro continuamente cercando di inimicargli la maggior parte dei musicisti.
Droga e sesso sono tra i temi più trattati insieme alla musica. Il sesso soprattutto la fa da padrona quando si parla di Cynthia che sembra darla via come il pane, che tutti vadano da lei per tirarsi su il morale, a volte anche le donne. Il contrario di Hailey che invece parte come la classica santarellina, che fa cadere il leggio e lo strumento durante una prova generale e che fa fatica ad approcciare il barista del bar dove suona, perdutamente innamorato di lei.
La serie tv nasce da un libro, dal quale prende anche il titolo, scritto da Blair Tindall, anche lui oboista che dice che quello che accade dietro alla Symphony è accattivante esattamente come quello che accade in scena. Inizio a pensare di aver sbagliato lavoro e che sarebbe bello farsi un giro da quelle parti ogni tanto se è tutto così vivace.
A livello di sceneggiatura e riprese la serie risulta impeccabile, probabilmente grazie si suoi produttori Roman Coppola e Jason Schwartzman – rispettivamente figlio e nipote di Francis Ford Coppola.
Forse è arrivato il momento di entrare in un’orchestra anche noi che tanto, come dice Cinthia: almeno la tromba siamo capaci di suonarla tutti.
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