AVARIZIA . FrammentiAvari
Rose House Spy
In 19 Dicembre 2017 da Debora Borgognoni«Guarda bene qui, sì, proprio qui». Silenzio. «Ma mi senti? Dico a te!». Lo schermo lampeggia, mi giro d’istinto, ché è sempre così che cominciano gli horror. Guardi uno schermo impazzito e zac!, ti ritrovi con un coltello da cucina tra le costole. Sullo schermo intanto sono apparse delle roselline – sembrano roselline anche a voi? – tra le case di una strada di GoogleMap. «Cliccaci sopra», mi dice la voce. E, a proposito, la voce è davvero sensuale.
Clic.
Il divano bianco – wow, sembra il mio! -, il plaid rosso – uh, che dettaglio familiare! -, mentre la camera scivola sul parquet chiaro – ma… – e raggiunge una porta bianca – dio mio! -, abbassa la maniglia in alluminio – cazzo! – e mostra un ragazzo chino su uno schermo, le mani sulla testa, paralizzato. «Il piacere è tutto mio», dice prima del blackout.
L’immagine di copertina è un dipinto di Paul Klee, Rose Garden, 1920
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