AVARIZIA . FrammentiAvari
La scarpetta
In 1 Agosto 2017 da Debora BorgognoniMettiamoci d’accordo. Punto primo: la scarpa non l’ho persa, l’ho tolta. Punto secondo: ero maledettamente, sconsideratamente ed epicamente ubriaca. U-bri-a-ca. Dio, che botta! E lui, oh, no, non è proprio il mio tipo. Questa è una favola moderna, gente, io sono Cindy, ricordatevelo bene, ok?, che solo mia nonna mi chiama ancora con quel vezzeggiativo imbarazzante: Cinderella. Ho tolto le scarpe perché non ho alcuna voglia di essere il trofeo di quel borghesuccio che finge di avere sangue blu. Mi fanno ridere, lui e quei due frustrati di amici che si ritrova – che peraltro lo seguono come se fosse il loro padrone: ma li stipendierà? – su una BMW coupé degna del peggior magnaccia, e fanno il giro della città alla ricerca della scarpetta pitonata. Ma per piacere! Cos’è? Una caccia al tesoro dei collegi universitari, una nuova trovata della Endemol? Ci propinano un nuovo tronista o l’ennesimo reality show? Nelle fiabe moderne non c’è mai il lieto fine. Che poi, il lieto fine non dovrebbe mai essere un matrimonio, no?
L’immagine di copertina è un’opera fotografica di Elio Luxardo, dal titolo La scarpa, 1940
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