Diario di una puttana istruita

Cita David Foster Wallace, parla di Gatsby e Proust, ma è quella del quanto senza punto di domanda. Una lettera desolante, di qualcuno che è perso. Di Chiara Menardo. Continua

Coma irreversibile

L’eutanasia: un tema che in questo periodo storico dovrebbe essere dato per acquisito, e invece… Una lettera dall’ira di Chiara Menardo. Continua

Decisioni sulla tazza del cesso

La scrive una ragazzina americana di sedici anni, questa lettera dall’ira. Si parla di specchi e di aborto, di donne e di madri, e di un mondo che non ascolta, che non accudisce. Di Chiara Menardo. Continua

La terra dei papaveri

La terra dei papaveri, la libertà di amare, il diritto alla propria identità. E al di là del muro, le urla, l’omofobia. Una lettera dall’ira delicata e immensa di Chiara Menardo. Continua

Uomini Omega

Uomini-omega e donne-alpha: l’eterna dicotomia tra generi, e il pericolo, e l’odio. La lettera dall’ira di Chiara Menardo. Continua

Compagni di viaggio

La lettera di un migrante che non ce l’ha fatta verso il cittadino che sta cenando guardando la tv diventa Lettera dall’Ira. Da Chiara Menardo un altro pezzo di umanità, disperato e profondo. Continua

Manichini sbilenchi

È un doppio, un gioco di specchi, fatto di lettere dall’ira che scrivi e non sai spedirti. Ma in fondo chi è quella allo specchio? Una che invece di morire vive in un corpo non suo? Una che odia ciò che vede? Continua

Chiudi le imposte, tira le tende…

La lettera dall’ira è una lettera scritta dall’ombra più nascosta di chi soffre di depressione. È un’immobilità di cui si riesce a sentire la componente fisica, cui si dà del “tu”, e si chiede sonno e buio. Continua

Quello che andava fatto

È la guerra, e non c’è guerra senza che vittime e carnefici combacino. Che questi siano kamikaze, terroristi, soldati al fronte, camorristi. Che questi siano bambini senza futuro, morti senza passato, madri senza figli. La Lettera dall’Ira di Chiara Menardo è lo sfogo “che fa male” di una vittima e di un carnefice. Di otto anni. Continua

Al di qua del vetro

Chi si cela dietro una tastiera per giudicare chi non conosce, per insultare con ottuse verità chi non ha mai visto? Un vigliacco, direte voi. O forse solo un insicuro, un frustrato, un apatico. Uno che non ha più nulla da stringere, se non l’illusione di essere ascoltato un attimo, l’attimo di un post. Chiara Menardo scrive una lettera virtuale di un avatar che odia chi è più di lui. Continua

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