ACCIDIA . Monológos
Umberto D.
In 19 Giugno 2017 da Fabio MuzzioChi sia convinto che il mugugno del potere politico quando si racconta la realtà sociale sia tutto sommato recente, compresi ristoranti pieni, invocazioni all’ottimismo grazie alle quali tutto migliora e quindi è solo un problema di approccio psicologico, si sbaglia, perché il neorealismo italiano molto spesso incappò nelle reprimende di Ministri e Sottosegretari. E lo fu, per esempio, per Ladri di biciclette e per Umberto D., entrambi di Vittorio de Sica. Per Umberto D. il grande regista e attore si sentì dire che aveva reso un pessimo servizio alla propria Patria. A dirglielo un certo Giulio Andreotti, allora vice ministro con delega allo spettacolo. Il film uscito nel 1952, oltre alla candidatura alla Palma d’oro di Cannes per De Sica verrà premiato con l’Oscar® a Cesare Zavattini nel 1957 per la sceneggiatura. Questo capolavoro del nostro cinema ha la particolarità non infrequente nel genere neorealista di avere come protagonisti attori non professionisti: Carlo Battisti, che interpreta Umberto Domenico Ferrari, era infatti professore di Glottologia all’Università di Firenze.
Questa rubrica ha come scopo anche quello di incuriosire chi non ha mai visto il film proposto e quindi non aggiungerò altro sulla storia. La sequenza, per una volta, si avvale solo della recitazione e della musica senza battute di copione. Lo collego all’attualità come se poco o nulla fosse cambiato per chi, dopo una vita di lavoro, gode di una pensione poco adeguata e finisce per ritrovarsi nell’indigenza che si intreccia con la dignità che non si vuole perdere. Vi lascio a Umberto e al suo cane Flaik in una sequenza toccante e indimenticabile.
Umberto D.
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