IRA . Racconti da Kepler
Cartolina dal 1984
In 6 Giugno 2016 da Il ViaggiatoreÈ il 1984 ma… «Ogni cosa tendeva a confondersi in una sorta di mondo fantasma, in cui, da ultimo, anche la data dell’anno era diventata incerta». Siamo a Londra, o meglio, «la città principale di Pista Prima, che era la terza delle più popolose province di Oceania».
Intorno a me vedo «[…] case novecento in rovina, coi fianchi tenuti su a malapena da travi di legno, con le finestre turate da carta incatramata e con i tetti di ferro ondulato, e quelle staccionate intorno ai giardini che pendevano sghembe da tutte le parti. E i luoghi bombardati dove la polvere di calcestruzzo mulinava nell’aria, e le erbacce crescevano sparse sui mucchi di sassi. E quegli altri luoghi dove le bombe avevano aperto dei buchi più larghi e dov’erano germogliate miserabili colonie di capanni di legno simili a pollai.», «Londra, immensa rovina, una città di milioni di sacchi d’immondizie […]».
Sto seguendo un uomo di nome Winston Smith, lo faccio perché in questo mondo lui ci vive ma per noi è solo un personaggio appena nato, oggi 6 giugno 1949, fra le pagine solcate dalla storia e dall’intransigenza e racchiuse in un romanzo distopico.
Così osservo la «[…]piccola fragile figuretta, la cui magrezza era accentuata dalla tuta azzurra in cui consisteva l’uniforme del Partito. I capelli erano biondi, molto chiari, il colorito della faccia lievemente sanguigno, la pelle raschiata da ruvide saponette e da lamette che avevano perso il filo da tempo, e dal freddo dell’inverno che proprio allora era finito», «[…] sapeva con certezza che aveva trentanove anni e credeva d’esser nato nel 1944 o nel 1945».
Parla una lingua diversa. «Una parola contiene il suo opposto in se stessa. Prendiamo la parola buono, a che serve una parola come cattivo? La parola sbuono servirà altrettanto bene, se non meglio… perché costituisce un opposto preciso, mentre l’altra parola non lo costituisce affatto. O ancora, se vuoi qualcosa di meglio, di più forte che buono, che motivo c’è di mantenere una serie di parole imprecise, vaghe, inutili, come eccellente, o splendido […]? Plusbuono servirà a dare tutti i significati, ovvero bisplusbuono se ci sarà bisogno di qualcosa anche più forte». Qui la chiamano la Neolingua, la pretenziosa lingua di Oceania, che rappresenta il Socing.
Ci sono due mondi: quello intorno e quello interiore. «Simili a una risposta, i tre slogan sulla facciata del Ministero della Verità gli ritornarono dinanzi agli occhi: LA GUERRA È PACE, LA LIBERTÀ È SCHIAVITÚ, L’IGNORANZA È FORZA».
E quello intorno è più forte, più prorompente, minaccia di cancellare la memoria e la coscienza.
Me ne vado con un senso di sconfitta. Fuggo per non cadere in un oblio cronico, per poter raccontare ciò che ho visto senza incespicare. Lascio che George Orwell vegli su questi ricordi e afferro la mia penna.
«Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l’uno dall’altro e non vivono soli… A un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto: Dall’età del livellamento, dall’età della solitudine, dall’età del Grande Fratello, dall’età del bispensiero… tanti saluti!»
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