ACCIDIA . GenerazioniSerie
Tra ciclotimia, hipster e radical chic…
In 28 Dicembre 2015 da Chiara BressaLa cultura smaschera i nostri altarini… con una webserie
Qui di solito si cercano gli altarini della cultura. Ma se invece, questa volta, fosse la cultura a svelare i nostri maniacali scheletri nell’armadio? Esatto, e lo fa con una webserie curata in ogni dettaglio (partendo dal logo, chiaro rimando alla Merda D’artista di P. Manzoni), che si pone come smascheratore ironico di tutti quegli altarini che l’essere umano nasconde dietro le sue conoscenze culturali. La cultura infatti, reale o apparente, con le sue interpretazioni di uno stesso prodotto lontane e inconciliabili, comporta lo sviluppo di tic, manie e idiosincrasie dietro cui si celano altarini, oltre che la nascita di “personaggi in cerca d’autore” e di un ambiente culturale a cui appartenere.
Tutte le ragazze con una certa cultura, scritta da Roberto Venturini e diretta da Felice V. Bagnato, mostra in maniera ironica e autoironica, proprio quei personaggi che attraverso fisse culturali e atteggiamenti lunatici, cercano di fare propri i più svariati ambienti culturali, divenendo spesso solo specchio di una realtà a cui vorrebbero appartenere, sfuocato riflesso di una cultura usata come corazza per celare altarini, insicurezze, paure.
Tutte le ragazze con una certa cultura - Episodio 1 - TUTTE LE RAGAZZE
In otto episodi dalla base culturale solida, la webserie si pone come occhio esterno proprio di quegli ambienti culturali e di quei personaggi che li abitano, evidenziandone ed estremizzandone manie e tic, in maniera divertente e divertita, ironizzando con qualche moderna e leggera sfumatura pariniana, aspetti di alcuni ambienti culturali (e non solo), spesso presi troppo sul serio. Così scopriamo che «tutte le ragazze con una certa cultura, hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera», e che i ragazzi colti, invece, leggono Foster Wallace. Volenti o nolenti i nostri consumi culturali, o quelli che spesso ostentiamo ostinatamente, dicono molto di noi e inquadrano anche le classificazioni sociali alle quali apparteniamo o vorremmo appartenere.
Attraverso citazioni cinematografiche, letterarie, filosofiche e artistiche, la webserie ci racconta (e ci smaschera) attraverso la storia d’amore di due “ciclotimici”; Luca e Silvia.
Lui, correttore di bozze e assistente universitario la cui guida spirituale è la voce marchigiana di Giacomo Leopardi, è tanto colto quanto cinico e lunatico, “un frustrato, inadeguato ai tempi”, “prototipo del trentenne appartenente alla generazione Bim Bum Bam […], rappresentata dalla voce di Cristina D’Avena e da un pupazzo di nome One”.
Lei, ventiquattrenne studentessa universitaria di ottima famiglia, appassionata ed esperta d’arte, ama i quadri di Schiele, legge Ellis e nasconde dietro a un’acculturata maschera dura e insensibile, una profonda insicurezza.
Attraverso questo amore maniacale e lunatico, da un lato viene elogiata la cultura, e dall’altro ironizzate le nostre manie e i nostri altarini, mostrando tutte le diverse tipologie di personaggi, come quello di Silvia, che usa la sua profonda cultura artistica e letteraria per nascondere una fragilità fatta anche di rapporti occasionali e di rabbia verso una relazione genitoriale ormai falsa, e come quello di Luca, colto e affascinante, che però sembra rifugiarsi e ricercare nella letteratura e nell’arte, quell’amore e quella soddisfazione che pare non ottenere nella vita. E poi ci sono i “personaggi in cerca d’autore”, come il «finto trasandato intoccabile come una canzone di Battiato», che interpretano ruoli per trovarsi un posto nell’ambiente a cui mirano, riducendosi spesso a prodotti culturali in realtà vuoti e quasi caricaturali, che si riempiono di conoscenze non veramente possedute, o peggio non condivise, per raggiungere persone e ambienti a cui non appartengono; ecco allora che lo stalker di Silvia si finge un appassionato d’arte e adotta un ridicolo look da finto hipster con occhiali senza lenti, celando una viscerale passione per Uomini e Donne, su cui tesse anche un inquietante monologo, mentre la casta ciellina non è contraria a certi approcci sessuali.
La cultura è quindi, come raccontato da Tutte le ragazze con una certa cultura, anche la maschera dietro cui celiamo i nostri altarini culturali, venendo poi culturalmente etichettati come hipster, radical chic o simili da chi è a sua volta etichettato in altro modo, in quanto immerso in un’altra maschera culturale. È un circolo vizioso in cui, tra maschere e interpretazioni, tra conoscenze reali o fittizie, l’unica cosa che resta vera e concreta è la Cultura.
Chiara Bressa si è laureata in Comunicazione, Innovazione e Multimedialità con una tesi sulle Webserie, diventando poi una delle maggiori esperte italiane del fenomeno. Il suo blog è WorldWideWebserie. Ha scritto il saggio Fare Webserie, edito da Audino Editore.
Navigazione
Consigli
Articoli recenti
- Lo sbarco di Anzio dal vivo 19 Aprile 2024
- Armando Testa 12 Aprile 2024
- Fantasia! 9 Aprile 2024
- Storie d’amore 2 Aprile 2024
- Dipingendo te 31 Marzo 2024
Lascia un commento