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MotherFatherSon: tra cinismo e manipolazione
In 18 Ottobre 2021 da Fabio MuzzioSe siete appassionati di drammi familiari, di intrecci tra il mondo dei media e la politica, fan di Richard Gere (anche se poi come spesso gli accade l’attore migliore è un altro) sarete attratti da MotherFatherSon. Soddisfatti non lo so ma sicuramente vi terrà incollati per tutti gli otto episodi. Cruda e crudele, tra cinismo e manipolazione degli individui, ci troviamo in quel di Londra con qualche divagazione messicana e qualche flash in Pennsylvania. Non mancherà qualche scena forte, vi ho avvertito.
La City è sullo sfondo e teatro, la capitale degli affari dove è un attimo finire in disgrazia e dove il gruppo editoriale guidato da Maximilian “Max” Finch (Gere), Reporter Media, si nutre di segreti e di cartelline da archiviare e far uscire al momento opportuno, dove si promette di seguire un omicidio che suscita clamore e ci sostituisce alla polizia manipolando le prove per incastrare l’assassino e incassare lo scoop oppure si porta in prima pagina e ricatta il potere indirizzandolo come si preferisce.
Ma le famiglie nascondono dolori e scandali da tenere nascosti: e così Max, cresciuto con un padre padrone grande industriale dell’acciaio, che gli ha insegnato a non amare nessuno, la spietata gestione dei dipendenti e dei rapporti umani, trasferisce sul figlio Caden, un fantastico Billy Howle, il migliore tra gli interpreti, tutte le aspettative facendolo sentire inadeguato e mai rispondente alle sue aspettattive. Caden è fragile e anche lui cresciuto senza riuscire ad innamorarsi, con l’escort come soluzione migliore e senza troppi impegni e con la cocaina come sostegno per la giornata.
La droga gli costerà cara ma lo cambierà, anche grazie all’aiuto della terza protagonista, in realtà la prima del titolo, Kathryn Villiers interpretata da Helen McCrory, morta nell’aprile del 2021 a pochi mesi dai 53 anni. Kathryn è la prima moglie, costretta ad abbandonare Caden per l’affidamento al padre, infelice e tossicodipente, schiacciata dal potere di un marito che la incastra con prove anche false. La redenzione di Kathryn passa dal volontariato che la fa legare Scott Ruskin (Joseph Mawle), rampante operatore finanziario caduto in disgrazia e dal recupero del rapporto con il figlio, anche se poi alla fine…
Tralasciando le successive evoluzioni del rapporto familiare, i pochi seppur significativi personaggi che completano la vicenda, altrimenti si rischia lo spoiler, aggiungo che non mancano i tentativi di incastrare Max, in particolare da parte di due giornalisti con storie personali che vi lascio scoprire. Il punto forte è dato dai citati intrecci politici: un gruppo mediatico può orientare il voto e incidere sulle reazione dell’opinione pubblica, e così capita nei confronti sia del Primo Ministro Jahan Zakari (Danny Sapani), che in un balzo in avanti nel cambiamento in atto nella società multietnica e multireligiosa è di colore e di religione islamica; ma cosa accadrà, soprattutto con l’avanzare di un’altra figura, discutibile ma di grande impatto come Angela Howard (Sarah Lancashire), che, in questa fase storica non può che essere l’avversaria populista con una punta di sovranismo? Da segnalare, non può mancare in queste narrazioni, la figura silenziosa che accompagna il “cattivo” come assistente: si tratta di Lauren Elgood (Pippa Bennet-Warner), con un passato tutto da scoprire e con scelte che potrebbero stupire.
Max, sposato in seconde nozze con Sofia (Elena Anaya) sta per diventare per la seconda volta padre: ma il rapporto tra i due com’è? E quale sarà la reazione del magnate dell’editoria con l’arrivo del nuovo erede? Tutto da scoprire.
A chiudere, questo post, che rimane sempre più un suggerimento, uno spunto e un invito a calarvi in una serie, se non l’avete ancora vista, segnalo due monologhi particolarmente interessanti e arguti: il primo riguarda la similitudine tra le slot machine e il voto elettorale e l’altro è cosa siano i Brand nei nuovi mercati un tempo emergenti, in particolare quello cinese, nei confronti dei nuovi consumatori. Si potrà concordare o meno ma appaiono molto illuminanti e meritano una riflessione.
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