ACCIDIA . Monológos
Ecco perché si fanno le guerre…
In 27 Marzo 2017 da Fabio MuzzioCon tutta probabilità nessuno meglio di Alberto Sordi ha saputo rappresentare sul grande schermo l’italiano indipendentemente dalle epoche, dall’estrazione sociale e da quella culturale.
Dalla sua filmografia spiccano alcune pellicole particolarmente graffianti, che vanno dal comico Il vedovo al drammatico Lo scopone scientifico, dal tragico Un borghese piccolo piccolo alla denuncia sociale di Detenuto in attesa di giudizio. L’elenco è ben più lungo e il nostro excursus davero troppo riduttivo. Il monologo prescelto è tratto da Finché c’è guerra c’é speranza, nel quale Sordi torna dietro la macchina da presa (lo farà per ben 19 volte). Il film è del 1974 e porta all’attenzione sul fenomeno della vendita di armi ai paesi sottosviluppati e più poveri dell’Africa. “Albertone” è Pietro Chiocchia, un rappresentante di pompe idrauliche che, per accontentare le sempre più voraci richieste della famiglia, si trasforma in mercante di morte. Una volta scoperto verrà messo in discussione dalla famiglia, chiaro esempio di ipocrisia di una società, che si lamenta delle conseguenze dello scandalo ma che finirà per tenersi ben stretti i privilegi e il tenore di vita che arrivano dal sangue di perfetti sconosciuti in altre parti del mondo.
Va bene si può fare, posso cambiare mestiere… le mie 300-400mila £ al mese le guadagno sicuro… Un terzo del mondo ha un reddito procapite di 30mila £ all’anno…
Le disparità di vita non si sono certamente concluse in quel decennio, anzi si possono essere diffuse, ridistribuite, può essere aumentato il numero di chi “sfrutta” la situazione ma i mercanti di morte sono sempre ben presenti. Ma chi le fa le guerre?
… non solo i fabbricanti d’armi e i mercanti che le vendono ma anche persone come voi, le famiglie come la vostra che vogliono, vogliono, vogliono…
Potremmo aggiungere che vogliono e poi non ne accettano le conseguenze, imputando spesso alle vittime delle guerre le colpe di eventuali problemi economici interni.
Le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo… e tutti i cazzi che se fregano… qualcuno bisogna depredare, per questo si fanno le guerre…
L’ipocrisia che Pietro mostra in tutta la sua crudezza pone l’indice a chi in salotto non si sporca le mani ma in fondo le ha più insanguinate. Alla fine porrà una domanda alla sua famiglia: “Se volete che smetta lasciatemi dormire fino a domani mattina, altrimenti svegliatemi tra un’ora perché devo andare a vendere 37.000 mitragliatrici. La risposta è scontata e come sempre vi proponiamo un gran film, questa volta del nostro cinema, da scoprire o da riscoprire.
Alberto Sordi - Finché c'è guerra c'è speranza
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