ACCIDIA . Monológos
Croce su una parte, croce sull’altra
In 15 Marzo 2021 da Alexandra RomanoGinny & Georgia è una new entry di Netflix, lanciata il 24 febbraio 2021 e ideata da Sarah Lampert.
Non puoi non guardarla con tua madre, sembra fatta apposta per due, con rimandi ad altre serie tv (per esempio, Una mamma per amica, da cui prende, in un certo senso, il mood), a film (vogliamo parlare della acuta analisi che Ginny fa di A star is Born?), a musica e cantanti pop (fantastica Georgia quando dice a Ginny: «Lana Del Rey è la dea della tristezza!»). È infatti a metà tra un teen drama e una commedia per adulti tra il sentimentale e il thriller.
Chi ha 12 anni, si guarda allo specchio e vede una parte di Ginny, mentre sogna di averne una di Georgia, una specie di toxic mum che nella realtà non sai se ti risulterebbe imbarazzante o eroica.
Trovo la storia e il percorso dei fatti di questa serie tv molto interessanti. Soprattutto trovo il passato di Georgia (Brianne Howey) intrigante, misterioso e anche abbastanza oscuro. Di contro, il presente di Ginny (Antonia Gentry) a Wellsbury è migliore di quello delle altre città dove è cresciuta o dove ha traslocato. Qui la quindicenne si fa degli amici, entra a far parte delle M.A.N.G (Maxine, Abby, Norah e Ginny) e ha persino un ragazzo molto carino di nome Hunter. Ad attirare la sua attenzione, però, è anche il suo vicino di casa e fratello di Maxine, Marcus. Fra i due c’è un feeling particolare, ma chissà perché nessuno se ne accorge, tranne il padre di Ginny, Zion, che arriva in città per riconquistare Georgia, la quale ha però già un nuovo amore, il sindaco della città, Paul.
Intanto il macabro passato di Georgia si mescola al semplice e moderno presente di Ginny.
La serie contiene un monologo che racconta tutti i pensieri, le preoccupazioni e le situazioni che deve affrontare Ginny. Questo compito per la scuola, che è anche una selezione per un concorso poetico, non viene capito dal professore e neanche da Hunter. Tuttavia, attira l’attenzione della classe per le parole di autentica sofferenza e inadeguatezza.
Crescendo ho sempre creduto che la gente nascesse con la testa inclinata perché mi guardavano tutti di sbieco. Caselle, croce su una parte e croce sull’altra. Le persone non lo sanno, non scivolano tra le sfumature come devo fare io. Non devono cambiare in continuazione, non devono scegliere ogni giorno in che modo: quale parte di me andrà bene oggi? Quale aspetto della mia personalità è meno offensivo, e la più appropriata potrebbe essere accettata se prendessi il sopravvento con tutte quelle caratteristiche che decideranno il mio destino, ma che mi renderanno un’ipocrita? Mi ritrovo sempre smarrita e le persone mi indicano la strada come fossero spaventapasseri, come i tornado mi spingono nella direzione in cui soffia il vento. Be’, Dorothy non ha alcuna voglia di giocare oggi, si prepara agli esami finali, un altro test con le crocette. Le caselle sono vuote, mi guardano e mi sfidano a sceglierne una. Io sono un’esperta di caselle. Posso infilarci tutta la mia vita lì dentro e l’ho fatta diventare una vera e propria scienza. Riesco a raccontare la mia identità in un’ora perché dove ci sono radici c’è potere ma io sono solo nel terriccio superficiale. Il mio sangue scorre come acqua e olio che rifiutano di mescolarsi.
E poi vecchi libri di mio padre, letti in angoli segreti, la macchina fotografica cattura i miei momenti in un flash per salvarli quando i miei ricordi non bastano, quell’accendino che appicca il fuoco: è tutto dentro una casella pronta a essere trasportata di porta in porta ma non è di certo la casella che la gente sceglierebbe mai. Tante linee sulla sabbia, così tanti posso e non posso, vedo entrambi i mondi con tanta chiarezza, e io mi dimeno, ballo, salto e cado nel mezzo, ma nessuno lo nota. Appartengo allo spazio nel mezzo. Selezionare tutte le opzioni.
Anche se questo monologo può sembrare adatto solo a chi è nella situazione di Ginny, in realtà molti adolescenti possono trovarsi in uno “spazio di mezzo”, e possono sentirsi trascinati da un tornado emotivo.
Per i lettori di Seven, la mia interpretazione da (vera) adolescente. Enjoy it!
Monologo di Ginny: Croce su una parte, croce sull’altra
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