ACCIDIA . Monológos
Noi semo quella razza
In 20 Marzo 2017 da Fabio MuzzioNel 1977 Roberto Benigni fece flop. Lo fece con Berlinguer ti voglio bene, scritto e sceneggiato con Giuseppe Bertolucci che ne firmò la regia. La censura non andò certamente leggera verso questo film che è stato riscoperto per il grande successo ottenuto da Benigni negli anni a seguire. Quest’ultimo arrivava dal clamore suscitato da TeleVacca, il nome più noto della trasmissione Onda libera. Con lui era protagonista Carlo Monni, inserito nel cast del film nel ruolo di Bozzone e interprete del monologo che proponiamo oggi. Il film mette in luce la vita del sottoproletariato di un’Italia dove le ingiustizie non erano certo scomparse.
Le sette quartine recitate rappresentano, con la tagliente ironia toscana, il disagio dell’esistenza di chi è rassegnato a vivere una vita senza soddisfazioni, nella quale la grande fatica fisica si accompagna a una mancanza di crescita sociale.
Noi semo quella razza
che non sta troppo bene
che di giorno salta fossi
e la sera le cene.
Quella politica sembra diventata preistoria nei partiti e nei loro nomi, nel lessico ma soprattutto nelle figure che l’hanno contraddistinta. E vale anche per la parabola personale di alcuni degli intellettuali che hanno attraversato i decenni rimanendo talvolta dispensatori di buoni consigli.
Lo posso grida’ forte
fino a diventa’ fioco
no’ semo quella razza
che tromba tanto poco.Noi semo quella razza
che al cinema s’intasa
pe’ vede’ donne ‘gnude
e farsi seghe a casa.
Nella scurrilità c’è anche la rabbia, quella sociale per il mancato raggiungimento del traguardo desiderato, traguardo che si vede o non si raggiunge o lo si raggiunge in modo poco soddisfacente.
Eppure, la natura ci insegna
sia su’ i monti, sia a valle
che si po’ nascer bruchi
pe’ diventa’ farfalle.Noi semo quella razza
che l’è tra le più strane
che bruchi semo nati
e bruchi si rimane.
E gli intellettuali, e non solo, hanno abbracciato un nuovo modo di vedere la politica e gli interessi che essa finisce con il rappresentare, divenendo sempre più lontana dalle origini. Le ideologie saranno morte ma non le ragioni per le quali erano nate. Oggi i protagonisti del disagio non sono più riconducibili al sottoproletariato, solo perché gli si è cambiato il nome. L’ascensore sociale, lo certificano le statistiche, è un’eccezione più che una regola applicata.
Quella razza semo noi
l’è inutile far finta:
c’ha trombato la miseria
e semo rimasti incinta.
Se Bozzone e Mario se ne stanno rassegnati in bicicletta, la recente cronaca sia di etica politica che di mancanze di opportunità ci insegna che oggi è meglio volare via e tentare davvero di diventare farfalla.
noi siamo quella razza - Berlinguer ti voglio bene
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