IRA . Racconti da Kepler
Aiché Nana e l’inizio della dolce vita
In 6 Novembre 2015 da Il Viaggiatore“Ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché, quando tramonta, la luna li porta con sé”, ha cantato qualche mese fa Domenico Modugno a Sanremo. Sono Freddy dal whisky facile canta Fred Buscaglione. Ho l’impressione che non sia il solo. Pure io ho avuto il wisky facile e l’alba potrebbe far svanire tutto. Sono a Roma ed è la notte del 6 novembre 1958, una di quelle notti che sarà ricordata ancora nei giorni in cui state leggendo.
Sono a Trastevere davanti al ristorante Rugantino, dove si festeggiano i 25 anni della contessa Olghina di Robilant: evento riservato ad attori, politici, nobili ed altri esponenti della Roma della notte.
Questa è l’Italia uscita dalla guerra e si gode i primi anni del miracolo economico, ma è sempre un Paese bachettone e perbenista soprattutto nella facciata. Il mio mal di testa mi rallenta il racconto che sto facendo, ma la mia mente vi assicuro è abbastanza lucida. La vita di Roma è costellata di feste nelle quali alcool e stupefacenti non sono certo estranei. Solo cinque anni fa l’opinione pubblica è stata scossa dallo scandalo legato al ritrovamento del corpo di Wilma Montesi sulla spiaggia di Torvaianica. Per fortuna quello che è successo qui è decisamente meno tragico, anzi potremmo dire anche liberatorio e sarà uno dei momenti forti di un capolavoro cinematografico di Federico Fellini. Lo so, ho bevuto troppo, altro che ordine nel raccontare! Perdonatemi. Ripartiamo.
Kiash Nanah, conosciuta come Aiché Nana, è una ballerina e attrice turca di origini armene. Ha 22 anni ed è entrata al Rugantino accompagnata da un produttore. La festa è salita di tono e ha iniziato a scaldarsi quando Anita Ekberg ha sciolto le chiome bionde e si è tolta le scarpe iniziando a ballare: tuttavia la svolta decisiva è grazie ad Aiché. Partendo da una danza del ventre apprezzata e molto sensuale, comincia a spogliarsi fino a sfilarsi anche il reggiseno con conseguente telefonata alla Polizia e intervento per oltraggio al pudore.
“Mi hanno drogata, mi hanno fatto bere molto, mi ha invasa una sorta di euforica frenesia” dirà al processo tra due anni; Aiché rimedierà due mesi di condanna e l’espulsione momentanea dal nostro Paese, non senza la sua personale penitenza e conseguente tentativo di perdono “pubblico” attraverso la conversione alla religione cattolica. I condannati per concorso in atti osceni in saranno diversi e Mario Crisciotti, il proprietario del Rugantino, non sa ancora che dovrà sborsare tremila lire di multa. I giornali, invece, tra racconto e ricostruzioni per diversi mesi continueranno a raccontare uno scandalo che ha scosso un’intera Nazione.
Talvolta è affascinante anche guastarsi la sorpresa sapendo ciò che accadrà. Non posso certo rivelare a chi sta attorno a me che con questo streeptease un’attrice semi sconosciuta nata in Libano segna per Roma l’inizio di una nuova stagione per Roma e che prenderà il nome dal film di Federico Fellini La Dolce Vita. Fellini attraverso la sua pellicola, premiata anche con l’Oscar®, saprà cogliere al meglio questi anni attraverso gli occhi del suo alter ego Federico Rubini, giornalista disincantato e annoiato con il desiderio di diventare scrittore. Il film l’ho visto prima di rivivere questo giorno e mi è piaciuto un sacco. So che la pellicola è conosciutissima per cui mi limito solo a ricordare che sarà Nadia Gray a riproporre lo spogliarello di Aiché Nanà: Nadia, durante una festa nella quale regna la noia e che nemmeno uno streep, come dirà uno degli amici/spettatori partecipanti, riuscirà a “scaldare l’ambiente”.
Aiché Nana, che interpreterà 16 film, non è più riuscita a scrollarsi di dosso quell’episodio immortalato dalla macchina di Tazio Secchiaroli e pubblicato dall’Espresso, diventando suo malgrado una “vittima” di quegli anni. L’attrice è scomparsa a Roma il 29 gennaio dello scorso anno.
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