AltreStorie di Neó
Ad occhi nudi
In 2 Marzo 2023 da Redazione Seven BlogUn racconto di Giorgio Rinaldi
Sarebbe stata una normale partita di poker se a organizzarla non ci avesse pensato Johnny “Il Guardone”, mettendo a disposizione il suo lussuoso appartamento e un bonus di centomila dollari per il vincitore.
Sarebbe stata una normale partita di poker se al tavolo non fossero seduti quattro dei più grandi giocatori di tutti i tempi, ognuno con un bagaglio di aneddoti e leggende da far impallidire Ulisse e i suoi compagni di sventura.
Sarebbe stata una normale partita di poker se Johnny “Il Guardone” non avesse preteso che si giocasse ad occhi nudi, costringendo Dwayne “Il Pirata” a svelare uno dei segreti che avevano contribuito a farne un mito.
Una partita straordinaria quella, a cominciare dal suo organizzatore, Johnny “Il Guardone”: un uomo tarchiato sopra la cinquantina che di viscido non aveva solo la pelle, sempre lucida di sebo. Non giocava a poker, ma non c’era altro che lo eccitasse di più che guardare una partita, e pagava profumatamente per questo. Girava intorno ai giocatori con occhi avidi di ogni espressione, gesto, ogni singolo suono che uscisse da quel convivio di viziati. Nei momenti in cui la tensione si faceva alta, lui iniziava a sudare, a contorcersi, emetteva mugolii di piacere o di sofferenza, spostandosi freneticamente intorno al tavolo.
Il più duro da convincere era stato Dwayne “Il Pirata”; nessuno, fino a quel momento, sapeva se quella benda sull’occhio destro fosse solo un trucco, o davvero celasse una menomazione. Per molti ci vedeva benissimo e quello era solo un modo per socchiudere la porta degli occhi e impedire agli avversari di vedere in piena luce nella stanza delle sue intenzioni. La indossava da almeno trent’anni, da quando, diceva lui, mentre smontava un’auto rubata, uno schizzo di saldatura lo aveva colpito all’occhio. Era cresciuto nelle bische di periferia, affamato di soldi e di affermazione, e anche il suo aspetto fisico era l’immagine di quella fame. Era entrato nella stanza accolto da un Johnny completamente prostrato per la devozione e si era seduto al tavolo con occhiali e benda ancora indosso, consapevole di essere la vera attrazione della serata.
Poi era arrivato Frank “Buttalapasta”, un italo-americano che, introdotto nell’alta società da un paio di “bravi ragazzi”, era diventato in poco tempo il Re della pasta all’uovo. Vestiva elegantemente, anche se le sue giacche da cinquemila dollari venivano visibilmente deformate da una pancia troppo esuberante. Dopo aver fatto il giro del tavolo si era seduto di fronte a Dwayne abbassando appena gli occhiali da sole neri in segno di saluto.
Will “Boccasciutta” e Tommy “Tartaruga” entrarono insieme, il primo parlando come al solito a raffica e il secondo passandosi le mani sul viso rugoso in segno di disperazione. Will “Boccasciutta” era talmente logorroico che ti portava allo sfinimento e questa era stata la causa di qualche mazzata, ma anche di parecchie vincite eclatanti. A guardarlo, si poteva benissimo pensare che fosse un ragioniere: capelli corti, barba rasata, vestiti ordinari senza un dettaglio fuori posto. Continuando a parlare da solo, si era seduto a destra di Dwayne guardandolo appena da sopra gli occhiali verde scuro con montatura in oro.
L’ultimo posto lo aveva occupato Tommy “Tartaruga”, un mezzo indiano che spopolava tra gli appassionati dell’Holdem. Era il più giovane del gruppo ma aveva una tale quantità di rughe sulla pelle che sembrava quella del collo retrattile di una tartaruga delle Galapagos. Aveva la nomina di cocainomane e molti suoi atteggiamenti sembravano confermarla. Aveva preso posto rumorosamente facendo tintinnare i suoi vistosi ciondoli d’oro e si era subito tolto gli occhiali da sole per sfidare gli avversari.
Johnny, in preda a un orgasmo prematuro, aveva alzato le mani tremolanti, abbassandole poi velocemente per dare il via alla sfida.
Ecco quattro giganti che si affrontavano, otto mani che accarezzavano le carte, otto orecchi attenti a ogni fruscio. E sette occhi che si scrutavano per la prima volta.
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