Appunti Erotici . LUSSURIA
Moteur! Action!
In 17 Luglio 2021 da La ComtesseQuando il regista comincia a girare non dice: Ciack, si gira!, come tutti vediamo nei film che filmano un film.
Dopo: Silence!, chiesto dal primo assistente alla regia, il regista ordina: Moteur! Allora il fonico risponde: Ça tourne, seguito dal cameraman che chiede le clap e l’annuncio sonoro da parte di un assistente o di un macchinista con Annonce!, seguito finalmente da: Action!, che è l’invito del regista agli attori a recitare la scena prevista nel copione.
È stata una scoperta per me.
La preparazione, invece, è stata estenuante. Ambrojo ha dovuto farmi aria con un ventaglio per non so quante ore, tanto che ho addirittura provato pena per lui. L’ho pregato di smettere e di farsi dare il cambio da qualche altro attore, chiaramente sotto compenso, ma lui non ne ha voluto sapere. «Mia Divine, nessuno prenderà mai il mio posto».
Dovevo interpretare una aristocratica di mezza età, annoiata dalla mancanza di bon ton delle persone intorno, tranne quando l’atmosfera si faceva, come dire, piuttosto erotica. Allora – per copione, s’intende -, potevo anche tralasciare i miei giudizi valoriali sulla buona educazione. Così mi era stato detto da Ambrojo, che aveva voluto leggere il copione al posto mio per non farmi troppo stancare.
Non so perché abbiano pensato proprio a me per questo ruolo, che sono l’esatto opposto della donna spocchiosa e priva di fantasia che dovevo impersonare, una certa Marquise solo lontanamente affascinante come la sottoscritta.
Non sarà mica la Pompadour, mi chiedo all’improvviso. E intanto mi controllo fugacemente allo specchio, mentre la make-up artist – una donna piuttosto anziana che pennella strana roba sul mio viso come se fosse Picasso davanti a una tela – mi riempie di correttore in polvere.
«La ragazza era ben educata, saggia, amabile, piena di grazia e di talento, nata con del buon senso e del buon cuore. Io la conoscevo bene; fui anche confidente dei suoi amori. Mi confessò di aver sempre avuto il segreto presentimento che sarebbe stata amata dal re e che, senza rendersene conto, si era sentita crescere dentro una violenta passione per lui».
Sempre guardandomi allo specchio, sgrano gli occhi in un moto di disgusto. «Cosa mi stai leggendo, Ambrojo? Voltaire? Quindi sarò proprio lei, dovrò interpretare…».
Ridacchia. Ha capito che essere – seppure per dodici ore, tanto dureranno le riprese oggi – la nobildonna più potente di Francia, è per me un fastidioso fardello che limita il mio divertimento.
«Vi devo chiamare Jeanne Antoinette Poisson, o preferite Reinette?».
«O mio fedele amico, preferirei non avere così tanti riflettori addosso, credevo di girare un film un po’ più… libero».
«O libertino?», mi incalza lui. Poi continua: «Non dite così. La marchesa è stata libera quanto basta. Si è separata dal marito dopo un po’ di notti folli con il re, ha ottenuto il titolo nobiliare de Pompadour senza intercessioni, e ha fatto politica più dei cardinali. E poi questo è un film», mi dice mentre la costumista si avvicina a noi e ci mostra i nostri abiti.
I miei occhi si illuminano. La sottoveste era abbastanza leggera da permettermi di entrare in una vasca piena d’acqua e sali da bagno, mentre il mio fedele servitore avrebbe lavato con cura il mio corpo. La scena non poteva essere più somigliante a noi.
Il regista ha dovuto chiamare Moteur, Action! molte volte. C’era sempre qualcosa che Ambrojo dimenticava di fare, o di dire, o di toccare.
L’eau aux sels de bain, le savon qui coulait sur mon corps, mes tétons durs, les fruits et le Champagne que j’attrapais en allongeant le bras avec lassitude, l’envie d’être maîtresse pendant que tout le monde regardait: ce n’était pas mal d’être Madame de Pompadour.
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