
Ascolti Duri . LUSSURIA
Torna a casa: il “viaggio che nessuno prima d’ora ha fatto”
In 7 Agosto 2021 da Debora BorgognoniHa tutta l’aria di una preghiera rivolta a una donna, Marlena, che tornerà più volte nei racconti della band, come una sorta di musa oscura. Oscura, o meglio misteriosa, come la vita, in perenne bilico sul filo della morte. Il futuro e i suoi doni improvvisi, i passi in avanti con un occhio verso le briciole di pane lasciate sul selciato per avere l’illusione di poter tornare in ogni momento, la finestra su cui affacciarsi per guardare la linea dell’orizzonte e fare velocemente il conto di quanto ci voglia per raggiungerla: Marlena è questa linea temporale in avanti, mischiata di coscienza, di sogni, di desideri, di tormenti.
Cammino per la mia città ed il vento soffia forte
Mi son lasciato tutto indietro e il sole all’orizzonte
Vedo le case, da lontano, hanno chiuso le porte
Ma per fortuna ho la sua mano e le sue guance rosse.

Måneskin, Il ballo della Vita, Sony, 2018
L’album si intitola Il ballo della vita, è stato lanciato da Sony nel 2018, quando i quattro Måneskin non avevano ancora vent’anni.
Torna a casa è anche una delle colonne sonore del film Croce e delizia del 2020 con Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio, e ha i compito di dividere la narrazione in due: il prima e il dopo, il passato e il futuro.
E così il presente è un doloroso e fugace stallo, molto simile a un istante di riflessione, in cui il passato viene masticato e il futuro scaturisce dalla magia di decisioni istintive. «Un viaggio che nessuno prima d’ora ha fatto».
Lei mi ha raccolto da per terra coperto di spine
Coi morsi di mille serpenti fermo per le spire
Non ha ascoltato quei bastardi e il loro maledire
Con uno sguardo mi ha convinto a prendere e partire
Che questo è un viaggio che nessuno prima d’ora ha fatto
Alice, le sue meraviglie e il Cappellaio Matto
Cammineremo per ‘sta strada e non sarò mai stanco
Fino a che il tempo porterà sui tuoi capelli il bianco
Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta
Restiamo un po’ di tempo ancora, tanto non c’è fretta
Che c’ho una frase scritta in testa ma non l’ho mai detta
Perché la vita, senza te, non può essere perfetta.[…]
E il cielo piano piano qua diventa trasparente
Il sole illumina le debolezze della gente
Una lacrima salata bagna la mia guancia mentre
Lei con la mano mi accarezza in viso dolcemente
Col sangue sulle mani scalerò tutte le vette
Voglio arrivare dove l’occhio umano si interrompe
Per imparare a perdonare tutte le mie colpe
Perché anche gli angeli, a volte, han paura della morte
Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta
Corriamo via da chi c’ha troppa sete di vendetta
Da questa Terra ferma perché ormai la sento stretta
Ieri ero quiete perché oggi sarò la tempesta.
Fosse così semplice, direte voi. E infatti non lo è. Non lo è mai. È sempre un processo indefinito, senza contorni netti, in cui l’immagine dell’uomo è riflessa allo specchio. Allunghiamo la mano e decidiamo che quell’uomo siamo noi, e continuiamo a vivere.
Prima di te ero solo un pazzo, ora lascia che ti racconti
Avevo una giacca sgualcita e portavo tagli sui polsi
Oggi mi sento benedetto e non trovo niente da aggiungere
Questa città si affaccerà quando ci vedrà giungere
Ero in bilico tra l’essere vittima, essere giudice
Era un brivido che porta la luce dentro le tenebre
E ti libera da queste catene splendenti, lucide
Ed il dubbio o no, se fossero morti oppure rinascite.
La canzone:
Måneskin - Torna a casa
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