ACCIDIA . AudioRomance
Frida
In 6 Settembre 2021 da Giorgio BinnellaIspirata alla lettera d’amore mai spedita, di Frida Kahlo per Diego Rivera.
Stamattina ho comprato dei lacci neri, per i tuoi scarponi. E ora aspetto che torni. Sono giorni, che aspetto.
Il signore che mi ha venduto i lacci neri mi ha chiesto che scarponi porti. Neri, gli ho risposto. Ha contratto le labbra e annuito con la testa. È proprio così, gli ho detto, e tutti e due abbiamo pensato che sono uno stupido. Gliel’ho letto dalle rughe.
Mi hai detto La mia notte mi risponde: vuoto. La mia notte mi dà freddo e solitudine.
E io l’ho sentita addosso quella carezza fredda della notte, e mi sono sentito solo, irrimediabilmente. La tua voce spezzata, la pausa troppo lunga, lo sguardo che mi cerca al centro di un vuoto che non era come quello della notte, ma era mio. E nascosto ai tuoi occhi mi sono proteso verso di te. Ho allungato il braccio, spinto da uno spasimo animale.
Poi hai mi hai detto, Non è possibile che tu non sia qui.
Eccomi, avrei voluto gridare. Ma tu già non pensavi più a me, così ho abbassato il braccio e sono tornato nel mio buio.
Non hai lasciato un nome, un indirizzo, niente. Hai abbandonato la tua maschera di disperazione in terra e sei sparita, e io l’ho raccolta, l’ho fatta mia. Le tue pause, adesso, sono i miei silenzi, e la tua notte, ogni mio giorno.
Non eri e non sei. Eppure, ti vedo continuamente, se solo chiudo gli occhi, e sento incessantemente l’eco di quelle parole e i passi dei tuoi scarponi senza lacci.
Per questo, stamattina ho comprato i lacci neri.
A volte penso che tu non sia mai venuta, poi appari dopo un punto alla fine della frase, nella parola conclusiva di una pagina, in un sospiro qualunque.
Mi hai detto La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce.
La mia, invece, ha voce ma non conosce il tuo nome.
Se tu fossi qui, non direi niente, non vorrei ascoltare niente. Se tu fossi qui, mi affiderei ai tuoi occhi. Loro di certo parlerebbero meglio di noi.
Sto in ginocchio sul pavimento a cercarti fra i pensieri. Ogni tanto, se un calpestio si avvicina, sollevo lo sguardo e fisso la porta. Qualcuno passa, rallenta, se ne va. Non bussa nessuno. E perché mai dovrebbe? Non aspetto nessuno. O forse sì. Tu, comunque, non verrai.
Stamattina ho comprato dei lacci neri. Già l’ho detto? Che stupido! Sì, che l’ho detto.
E che ti aspetto? Ah, già, anche questo te l’ho detto.
E che ti aspetterò anche domani, e il giorno dopo e quello ancora…
E che non è possibile che tu non sia qui?
Questo, ancora non te lo avevo detto.
Stiamo progettando una rivista letteraria per aiutare le nuove voci a emergere. Abbiamo sempre la stessa vision: diffondere cultura e talento.
Sostieni il progetto e diventa un* Sevener!
Navigazione
Consigli
Articoli recenti
- Lo sbarco di Anzio dal vivo 19 Aprile 2024
- Armando Testa 12 Aprile 2024
- Fantasia! 9 Aprile 2024
- Storie d’amore 2 Aprile 2024
- Dipingendo te 31 Marzo 2024
Lascia un commento