Letti Nuovi . LUSSURIA
Carne e Ossa – società e cultura
In 12 Dicembre 2015 da Debora Borgognoni… DOVE L’EROTISMO NON VEDE
Ci siamo imbattuti quasi per caso nella Casa Editrice Milena Edizioni di Napoli, e dal virtuale incontro è nata altrettanto per caso la rubrica Letti Nuovi. Vi confidiamo che non avevamo del tutto in mente la fisionomia della rubrica. Del resto non è semplice parlare di Lussuria, proprio perché potenzialmente – e paradossalmente – lo è fin troppo. Ma l’erotismo è qualcosa che non va tracciato con etichette o con generi, non ha tende dietro cui viene nascosto: può essere velato nella misura in cui parlare di intimità ci rende vulnerabili e privati di quello schermo protettivo che facciamo calare per pochi, ma l’erotismo è parte della vita, è esso stesso vita, e la vita ha ruvidità e morbidezze che bisogna dosare ma non è giusto classificare.
Ecco perché quando Milena Edizioni ci ha mandato, dietro nostro invito, il libro Carne e Ossa di Lisa Emme, che noi subito abbiamo letto, ci è risultato lampante che volevamo parlarvi di vita, dei cambiamenti della società, di modelli culturali, dei personaggi. E non di erotismo stretto, perché per noi la letteratura è sempre anche un po’ erotica, e in un romanzo erotico l’erotismo è solo una funzione, del resto fin troppo evidente.
Invece la società di adesso, di questo istante, anno 2015 d.C., con tutti gli strascichi della cultura acquisita, di quella brama di apparire che cela una certa dose di disillusione edonistica, quella compare. Nascosta forse anche all’autrice – perché qualcosa di troppo scontato per smettere di farne parte un secondo, tanto da permettere all’occhio uno sguardo obiettivo – le pagine e le parole di questo romanzo erotico ci identificano, quasi con nome e cognome, ci danno un ruolo.
Non stiamo dicendo che questo ruolo sia positivo.
La protagonista ci svela subito essere trentenne. Eppure questa età stona, sembra fuori tempo, fuori contesto. Tanto che è da qui che parte la scoperta della chiave di lettura che daremo all’intero romanzo.
Il televisore era il migliore compagno dei miei genitori, e ormai sapevo bene che era inutile competere con quell’apparecchio. Trovavo nondimeno insopportabili i suoni alti che ne uscivano, come pure le immagini sparate a raffica negli occhi.
Stiamo leggendo di uno dei pochi esemplari rimasti che detestano la TV, considerando che il 96,7% degli italiani (dati CENSIS, marzo 2015) utilizza quello che la protagonista chiama «tortura tecnologica», «arnese infernale» e «superfluo oggetto di arredamento». Ma Maria, la protagonista, va oltre.
Mi iscrissi a Facebook. Fino a quel momento disprezzavo questo tipo di interazioni tra persone, che nulla ha a che fare con il parlare a tu per tu, magari seduti in un bar a condividere un caffè, oppure durante una passeggiata in un viale adornato dalla magia dei colori primaverili, o sotto la malinconia degli alberi spogli in autunno.
Va bene, accettiamo il fatto che Maria abbia il rifiuto della tecnologia («[…] il computer aveva continuato ad assolvere il ruolo di soprammobile») e che la usi per lo scopo momentaneo di cercare – e subito trovare – un uomo di cui si è innamorata. Ma poi rimaniamo stupiti nello scoprire che l’uomo in questione è un attore famoso, che il desiderio per lui si trasforma in bisogno di dominazione di un altro uomo, più giovane di lei, ma non così tanto da giustificare il fatto di dover essere chiamato per ben quattordici volte con vezzeggiativi materni (bambolino, piccolino, ragazzino, ragazzo, piccola preda…). Ci viene il dubbio che la narratrice, quella vera e non Maria, sia un’adolescente, anche per quella velata ostilità verso i genitori, e la devozione nei confronti della figlia, che sfora in un atto di rivalsa.
Eppure ogni dubbio si scioglie non appena leggiamo le pagine di erotismo puro, quello spinto e spudorato, che rendono la donna, a suo ben dire, un oggetto di perversione. Allora tutto si ricongiunge all’inconsapevole leitmotiv. E questa donna ci parla, suo malgrado, di un’epoca in cui essere ribelle significa ignorare il dio Web, significa usare il proprio corpo in modo arrogante, ma poi di contro farlo per il fine antico che muove l’universo: l’amore.
Ci parla di un’epoca – o forse di un’Italia – in cui esistono ancora baristi che guardano «con un misto di stupore, desiderio e riprovazione» una donna sola, seduta al bancone di un bar che beve birra. In cui è facile perdersi ma non sempre lo è trovare “ali di farfalla cobalto” che ci portino in salvo. In cui la tentazione va vissuta, giocata, consumata e persino sfruttata. In cui il sogno dura un istante perché già si passa all’attuazione. Un’epoca che vede gli adolescenti troppo grandi e i trentenni bisognosi di camminare a ritroso; che in fondo vive il sesso come un peccato e se ne fa poi gioco, nell’intento di esorcizzare la paura di amare.
Gli esseri umani vengono uccisi per amore e per odio, e sempre per essi uccidono a loro volta. E allo stesso modo la sessualità ha devastato più di una vita, ma anche portato alla creazione di famiglie e dinastie, di grandi amori e di sublimi opere letterarie.
Carne e ossa di Lisa Emme è un romanzo erotico, edito da Milena Edizioni a novembre 2015
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