Ricettacolo - Il concorso
‘A parmiggggiana
In 26 Luglio 2017 da Redazione Seven BlogIl racconto terzo classificato (ex aequo) di Ricettacolo – LaGola
di Ida Luisa De Luca
«’A nonna alzati!».
*bofonchi vari*
«Su che bisogna mettere su il sugo».
«Ma sono le otto del mattino no’!»
«Ma tu dicisti che volevi una ricetta ddi famigghia!».
«Sì, certo, ma alle otto non è un attimino presto?». (sciocca che sono)
«Iiiih e secondo te le melanzane si friggono sole? Su che ti ho preparato due fettine di pane (leggasi SETTE fettine di pane) con la marmellata, stai sciupatella e ‘pe sbatte l’ova servono energie!».
Venti minuti dopo, giusto il tempo per fare colazione, andare a prendere il basilicò da compare ‘Iggi (all’anagrafe Luigi) e lavarsi le mani “bene ‘a nonna eeh, disinfetta disinfetta!” (preparare la parmigiana is the new operazione a cuore aperto). Dicevamo, venti minuti dopo (che sono diventati quaranta per infilare i capelli nella retina “E ccche sei matta? E se ci va un capello? Pecccarità!”) ci siamo: teglia (grande, tanto grande), mulingiane (fresche ddell’orto eeh), passata di pomodoro (fatta in casa coi pummadora di zia Gesualda), basilicò (sempre quello di compare ‘Iggi), ogghiu (quello bbono), farina, ova (delle galline di zziu Gennaro), mozzarella (fresca sa!), parmigiano (con 3 g), ‘nnu agghiu e ‘nna cipuja.
Ora, se si è dei comuni mortali che non hanno almeno un parente per ingrediente, che non hanno le galline nel giardinetto condominiale e che il basilico più fresco che hanno trovato e venuto su tra smog e grattacieli, non fa nulla. Di certo non sarà mai come la parmigiana ( con 3 g) di nonna Assunta, ma va bene (quasi) comunque. Dunque, traducendo il necessario: una teglia da forno, 1kg di melanzane, 750 ml di passata di pomodoro, basilico q.b., olio (d’oliva per il sugo e di semi per friggere), farina q.b., 2 uova, 2 mozzarelle, parmigiano q.b., 1 spicchio d’aglio e 1 cipolla di Tropea. Queste sono le dosi per quattro persone ma se poi si vuole fare come nonna Assunta e cucinate per un battaglione dell’esercito, ben venga.
Premessa: la preparazione della parmigggiana richiede tempo perché il sugo deve bollire bene, pazienza perché le melanzane devono essere fritte al punto giusto e un fegato buono perché va tutto rigorosamente assaggiato.
Detto ciò, procedere cospargendo di sale le melanzane precedentemente tagliate (così si toglie “u maru ra mulingiana”) e lasciarle per circa 30 minuti; sbattere le uova (forte eh) con un pizzico di sale, in una terrina mettere la farina, passare ogni fetta di melanzana nell’uovo poi nella farina poi nell’uovo poi nella farina (perché “ i cosi, o si fannu boni, o nun si fanno i nenti”) e friggere nell’olio di semi precedentemente scaldato. Nel frattempo che “vi pidghjiate i puzzo bonu” in una pentola far soffriggere in abbondante olio d’oliva l’aglio e la cipolla a pezzetti, una volta dorati aggiungere la passata (N.B la bottiglia prima di essere buttata va riempita con l’acqua, agitata bene e il tutto va versato nella pentola (“e chi sta cunsumandu ccaccacosa?!”). A fine cottura aggiungere il basilico. Versare un mestolo di sugo sulla teglia e iniziare a disporre prima uno strato di melanzane, poi di sugo, poi di mozzarella tagliata a cubetti, poi di parmigggiano e poi ripetere fino a quando non finiscono tutti gli ingredienti (se utilizzate le quantità di nonna Assunta con tre giorni dovreste fare tutto). Una volta finito passate in forno a 200° per circa 30 minuti.
Vogliate perdonare imprecisioni varie nella descrizione dei procedimenti, ma nonna mette fretta perché “si fa ttardi su!” (sono le 11:45).
Dopo trenta minuti saggiamente contati da nonna seguendo l’evoluzione della crosticina formatasi sulle melanzane, sfornate il tutto, porzionate (nel Sistema Internazionale di misura di chi è nato prima del 1960 1 porzione=diabete mellito assicurato). Dettagli.
Ore 13:00 SPACCATE NON SIA MAI.
«È prontoooooo!» (Ah, non importa che tu stia a due metri da lei, nonna urlerà comunque, tante volte il vicino volesse favorire.)
«Oh ma che buon odore! Cosa è?» (lo stolto, più tardi capirete perché, che sta parlando è il fidanzato di mia sorella)
«’A parmigggiana!», aggiunge nonna con un’espressione mista a “ma che vuoi che sia pezzo d’ idiota” e compassione perché suvvia, poverino, è polentone, che vuoi che ne sappia della parmigggiana mia.
«E come è fatta?» (è sempre lo stolto a parlare.)
«’Cco e mulingiane fritte e i pummadori».
«Ah. signora Assunta, mi dispiace ma io credo che passerò, sa, sto mettendo su massa muscolare e oggi è il giorno low carbs, non vorrei sgarrare!».
Quello che è successo in ordine è stato: nonna prossima all’attacco di cuore perché qualcuno ha osato rifiutare del cibo preparato da lei (e da me, sottolinerei), nonno che cerca di capire chi sono questi “lou carbse” di cui parla il polentone e quest’ ultimo che tira fuori una barretta proteica sfoggiando un sorriso che neanche Mitch Bucannon (ma che a quanto pare ha covinto solo quell’ angioletto biondo tutto coste di sedano e seitan di mia sorella).
Come se la situazione non fosse già tragica Barbie aggiunge: «Nonna, ma io sono a dieta!».
Non l’avesse mai detto. Galileo al momento dell’ abiura si è sentito meno umiliato di nonna in quel momento.
«Ma a cchi a dieta, tutta pelle e ossa seei, ddillo cche non ti piace, ddillo!».
Sempre più convinta che nonna dovrebbe recitare, tragedie ovviamente.
Rimaste sole, con metà parmigiana mangiata dalla sottoscritta, l’ indigestione imminente, nonna fa «Vabbbene va, due zzippuli li vuoi ‘a nonna?».
Un’ altra delusione non l’avrebbe retta, perciò «Ma sì dai».
P.S. Questa è le versione light (“laitte”) della parmigiana di nonna Assunta, sapete com’è, nonno ha il colesterolo alto, meglio non esagerare.
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