CattiviConsigli . IRA
Divide et impera
In 27 Luglio 2018 da Gianluca PapadiaUn recente sondaggio tra 5600 coppie sparse in tutto il mondo ha stabilito qual è la domanda che gli uomini temono di più.
Al quinto posto c’è «A cosa stai pensando?» che nel 98% dei casi riceve la classica risposta «A niente» che la stessa agenzia di sondaggi americana ha consacrato come la risposta più falsa di tutti i tempi nella storia delle coppie da Adamo ed Eva in poi.
Al quarto posto c’è l’intramontabile «Mi hai mai tradito?» che preoccupa di meno, forse perché – come cita lo stesso sondaggio – solo nel 23% dei casi questa domanda è formulata con convinzione dal partner. Nel 77% dei casi, infatti, chi formula questa domanda non vuole una risposta sincera e si accontenta di una bugia.
Al terzo posto troviamo la più classica delle domande: «Ci sposiamo?». In questo caso il sondaggio mostra un grafico dell’andamento delle risposte negli ultimi venticinque anni. La crisi del mondo del lavoro ha contribuito a far crescere a dismisura la percentuale della risposta: «Appena trovo un lavoro», che è diventato il paracadute preferito dalle ultime generazioni.
Al secondo posto non poteva non esserci: «Facciamo un bimbo?» e anche in questo caso, crisi economica e nascita zero rappresentano l’alibi perfetto per i maschi che non vogliono assumersi l’ingombrante responsabilità di diventare padre.
La notizia sconvolgente è che al primo posto, come frase più temuta dai maschi di tutto il mondo, c’è: «Dividiamo?»
Quante volte sarà successo anche a voi di trovarvi di fronte alla vostra partner che, con gli occhi più dolci di questo mondo, vi dice ingenuamente frasi come: «Io il caffè non lo bevo intero, voglio solo un goccio da te»; «Amore, ho mangiato tanto, il dolce l’assaggio da te»; «La pizza, la mangi intera o facciamo a metà?»; «Non mi va di fumare, faccio solo un tiro dalla tua sigaretta»; «Lo sai che non posso bere alcolici, prendi un Gin Tonic così lo dividiamo?»
Questo eccesso di condivisione potrebbe essere interpretato come un gesto molto carino, se puntualmente la vostra partner non vi lasciasse a mani vuote. «Scusa, amore, mi sono distratta» è la frase più usata dall’arpia di turno che ha appena fagocitato tutto il tuo tiramisù. E se provi a farglielo notare lei è pronta a ribattere: «Come sei esagerato! Fatti portare tutto il tiramisù, magari ti va di traverso».
Ho visto uomini piangere dopo che l’ultima sigaretta era sfumata fra le mani della propria donna, padri di famiglia distrutti per aver dovuto rinunciare all’ultimo sorso di caffè, giovani fidanzati tornare a casa presto per saccheggiare i frigoriferi materni dopo una serata in pizzeria, alcolizzati cronici bere cocktail che avrebbero usato al massimo come colluttori per le gengive.
Stella, la mia ragazza, come tutte le donne, è sempre a dieta, non mangia dolci, non beve alcolici, non fuma e soprattutto ha un cuore troppo grande per non condividere con me la gioia del cibo.
E anche stasera, che siamo in pizzeria, non perde occasione per dimostrarlo.
«Ci porta una capricciosa senza olive nere e un ripieno con prosciutto cotto al posto del salame» dice al cameriere e prima che questo se ne vada, «ci fa il piacere di dividerle. Sa, al mio ragazzo piace così.»
«Da bere?» chiede l’uomo guardandomi con compassione.
«Amore, tu prendi la birra? Assaggio un po’ da te. Io prendo l’acqua perché fa troppo caldo. Una birra alla spina chiara e un’acqua minerale» ordina Stella e il cameriere raccoglie i menu dal tavolo, la mia dignità da terra e se ne va rivolgendomi un ultimo sguardo indulgente.
«Una mia amica mi ha detto che in questo posto fanno una torta al limone magnifica. Lo so che a te non piace il pan di spagna ma dobbiamo assaggiarla» mi dice Stella mentre io mi godo la scena al tavolo alla nostra destra.
Lui vorrebbe prendere una tagliata di carne ma lei è vegana e lo minaccia di scappare via dal locale. Il tempo si ferma mentre l’uomo continua a leggere il menu. Il cameriere è in piedi vicino al loro tavolo in attesa dell’ordinazione. Tutta la pizzeria è in trepidante attesa. «Prendila» gli dico con gli occhi supplicanti.
«Un piatto di alici fritte?» chiede la donna e la pizzeria riprende a vivere «Così le assaggio pure io» e il cameriere se ne va perché non ha bisogno di altre conferme.
«Fumiamo una sigaretta prima della pizza?» mi chiede Stella quando è già in piedi.
La raggiungo in giardino. Stasera siamo quattro gli assistenti al fumo nell’area riservata ai fumatori. Come immagino abbiano già fatto gli altri tre, prendo una sigaretta dal mio pacchetto, la poso tra le labbra di Stella e le do fuoco. Vedo l’altro disgraziato come me che cerca di inalare il fumo che esce dalla bocca della sua ragazza e m’immagino già di trovarlo in bagno tra qualche minuto.
«Torniamo dentro?» mi dice Stella porgendomi la sigaretta consumata fino all’altezza della scritta Marlboro.
«Mi lavo un attimo le mani» le dico gentilmente quando torniamo dentro.
Corro in bagno e trovo il ragazzo che stava prima in giardino in piedi sul water che fuma con la testa fuori dal finestrone. Accendo la mia sigaretta e lo raggiungo sul water. Consumiamo in silenzio le nostre sigarette in sole quattro boccate, poi ci laviamo le mani e torniamo dalle nostre amate accompagnatrici.
Mi siedo proprio mentre il cameriere ha servito i nostri piatti. Esco con Stella da dieci mesi e so che devo aspettare come un sommelier davanti a un cliente. Lei assaggia le due pizze proprio come se gustasse un vino costoso. Conto mentalmente fino a sei e finalmente lei emette la sentenza: «Amore, il ripieno non mi piace, ti dispiace se mangio tutta la capricciosa?» e mentre lo dice, alla velocità della luce, nei due piatti si sono ricomposte le pizze che lei aveva fatto dividere dal cameriere.
Il ripieno, per fortuna, è ottimo e sarebbe stato perfetto accompagnarlo con una birra ghiacciata se per Stella l’acqua minerale di questa pizzeria non avesse avuto troppe bollicine. «E poi tu devi guidare» dice la strega finendo la mia birra ghiacciata. Il mio occhio sinistro comincia a tremare per il nervosismo, bevo un bel bicchiere d’acqua per stemprare la tensione mentre al tavolo accanto al nostro inizia la mortificante gag sul dolce dopo che il cameriere ha elencato le specialità della casa.
«Torta al limone» dice la donna seduta alla nostra destra.
«Ne porto due?» chiede il cameriere e per fortuna lei non coglie la sottile ironia.
«Una sola, grazie» risponde lei categorica.
«Ovviamente con due forchettine» dice il cameriere che cerca il mio sguardo per farmi l’occhiolino.
«Gradiscono un dolce?» ci chiede il cameriere quando torna al nostro tavolo per sparecchiare.
«Torta al limone» risponde Stella. «Una sola fetta può bastare, grazie.»
«Tu volevi un altro dolce?» mi chiede la donna della mia vita e per poco il nostro vicino di tavolo, per reprimere una risata isterica, non si strozza con l’acqua minerale.
«La torta al limone è perfetta» le rispondo mentre il cameriere si avvicina al tavolo recando due piatti.
«Della torta al limone è rimasta solo una fetta» dice il cameriere fermandosi tra il nostro tavolo e quello dell’altra coppia. «Se i signori sono così gentili da accettare mezza fetta, il ristorante vi dà in omaggio un altro dolce a scelta.»
Il cameriere serve un piatto a Stella e un altro piatto alla nostra vicina di tavolo senza dare il tempo alle due donne di pensare.
«Io gradirei una fetta di babà» dico con un filo di voce al cameriere. Stella odia quel dolce ma io ne ho troppa voglia.
«Babà anche per lei?» chiede il cameriere al mio compagno di sventura che sorride timidamente.
«Non so come fai mangiare quel dolce pieno di rhum» dice Stella quando il cameriere se n’è andato.
«È gratis» rispondo giustificandomi e scambio uno sguardo complice con il mio vicino che si è ritrovato in paradiso senza volerlo.
Divoro il mio babà inzuppato di rhum sotto lo sguardo schifato di Stella che per non assistere a questo spettacolo immondo, chatta con le amiche su WhatsApp.
Il conto arriva insieme al caffè che lascio volentieri a Stella: non vorrei rovinarmi la bocca dopo aver mangiato una fetta intera di babà così buona. Lascio i soldi sul tavolo, saluto la coppia di vicini ed esco dalla pizzeria insieme alla mia Stella dopo aver strizzato l’occhio al cameriere. La storiella dell’ultima fetta di torta al limone, che avevamo concordato al telefono, l’ha raccontata proprio bene, i dieci euro di mancia se l’è meritati tutti.
Gianluca Papadia è autore di molti racconti vincitori di premi letterari. Ha pubblicato il libro:
- La rabbia eaudita. 32 consigli per combattere l’ira – raccolta di racconti, Amazon, 2018
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