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L’esperienza empatica
In 29 Luglio 2018 da Mary EmpatikaQuando un soggetto empatizza con l’Altro si attua un movimento creativo in direzione di quest’ultimo. L’empatia fa da ponte a questo spostamento cambiando la mia prospettiva, la visione della situazione a cui sto assistendo e che ha l’Altro come protagonista. In questo momento chi empatizza si dimentica di sé ed entra in sintonia con l’Altro. In questo processo di identificazione, immedesimazione, l’immaginazione gioca un ruolo importante perché è grazie a essa che mi è consentito di vivere e capire ciò che l’altro sta vivendo, in prima persona, in un dato istante.
Per capire l’emozione altrui sposto la mia prospettiva e la direzione sul mio interlocutore. Faccio analogie che tengano conto che tra me e l’Altro c’è una distinzione. Il tutto è opera dell’immaginazione che attinge dall’esperienza attraverso la memoria emotiva.
Il ricordare è un atto potente e variegato che ci consente di effettuare un confronto tra ciò che eravamo ieri e ciò che siamo nel “qui e ora”.
Edmund Husserl, grande fenomenologo e studioso della coscienza umana, quando parla di ricordi e di memoria emotiva si esprime in questi termini:
Quando ricordiamo, andiamo a cercare qualcosa che è sprofondato nell’ombra e che ha cessato di produrre effetti nel presente, ma che, anche se punteggiato da rotture e discontinuità, ci appartiene; è stato reale una volta, è stato vissuto da noi per quanto in una fase della vita in cui eravamo diversi, persino irriconoscibili a noi stessi.
Quando si parla del ruolo dell’immaginazione nell’empatia, spesso, si fa riferimento al ruolo dello scrittore e dell’attore nel processo di immedesimazione nei loro personaggi. Sia lo scrittore che l’attore, operano una sorta di traduzione delle esperienze, delle emozioni, degli stati d’animo del personaggio che stanno creando. Il loro lavoro di immaginazione necessita di Sensibilità, Ricettività, Comprensione, requisiti fondamentali per poter comprendere l’Altro in maniera autentica e per poi ritornare su noi stessi. La traduzione delle esperienze altrui getta luce su noi stessi, su ciò che spesso ci sfugge o che pensiamo di ignorare perché troppo convinti di conoscerci bene e abbastanza.
Attraverso l’empatia acquisiamo consapevolezza delle innumerevoli sfaccettature della nostra personalità. È inevitabile lavorare su noi stessi quando comprendiamo l’Altro. Davanti a noi prendono forma e colore storie di vita che hanno come protagonisti non robot, cose od oggetti inanimati ma persone dotate di emozioni, stati d’animo, esperienze uguali e diverse alle nostre.
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