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Le emozioni non conoscono età
In 21 Marzo 2019 da Mary EmpatikaLe emozioni fanno parte della nostra natura umana. La contraddistinguono e l’arricchiscono allo stesso tempo. Senza le nostre emozioni saremmo dei “robot” e “isole” incapaci di creare connessioni con l’ambiente circostante.
Le emozioni ci accompagnano senza sosta nel corso della nostra esistenza. Sono dappertutto: in un abbraccio, in una poesia che leggiamo, un pezzo musicale che ascoltiamo, un’esperienza di vita condivisa con i nostri cari, un incontro speciale, un paesaggio colto dal finestrino del treno. Esse crescono, si modellano, ma non si esauriscono.
Le emozioni non invecchiano ma acquisiscono inedite sfumature e sfaccettature. A sessant’anni un uomo ha raggiunto un livello di maturità e consapevolezza che gli consente di provare ancora emozioni. Si è ancora capaci di commuoversi guardando un film romantico alla televisione, provare piacere per un abbraccio caloroso, addolorarsi per la scomparsa del proprio cane. A sessant’anni si ha a disposizione un vasto repertorio di manifestazioni di emozioni che non smette di evolversi e integrarsi.
Un uomo adulto non cessa di mettersi in gioco, di cibarsi di curiosità e immaginazione. Occorre allenare la propria fantasia svolgendo attività creative come leggere, scrivere, imparare l’uso delle nuove tecnologie perché la mente non si satura. La mente emozionale si ciba costantemente di conoscenza. Occorre mettersi in gioco e non spaventarsi di fronte alla novità e alle apparenti difficoltà.
Le emozioni delle “prime volte”, cariche di entusiasmo, ansia, motivazione, gioia di vivere si manifestano anche durante la vecchiaia. Come sosteneva il noto filosofo Kierkegaard, nella vita emozionale, riguardante il nostro spirito, non c’è mai una sosta. Può diventare logoro il nostro corpo ma le emozioni si mantengono giovani e vitali.
Non si finisce di imparare e sperimentare nel corso del proprio percorso esistenziale. Sono le emozioni intense che ci mantengono attivi. Quando si va in pensione si commette spesso l’errore di cadere in una forma di “letargo”. Ci si chiude in casa, non si coltivano più interessi e rapporti sociali. Invece bisogna aprirsi al mondo ad ogni età perché non si finisce mai di evolversi e crescere umanamente.
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