GOLA . RicetteColte
La maghiritsa di Damocle
In 30 Settembre 2015 da Debora BorgognoniPerché la gola è anche un po’ tradimento
Il libro è di Andreas Staikos e si intitola Le relazioni culinarie, una piccola perla greca tradotta in italiano, edita da Ponte alle Grazie. La protagonista è la Gola.
Damocle e Dimitris combattono come veri antichi greci per contendersi l’amore della dea Nanà. La donna è crudele e pure fedifraga – tradisce marito e amanti – , con il vizietto del cibo e dei giochi erotici, degna quindi di Seven (che infatti ve ne riparlerà per la rubrica Lusssuria…).
Non possiamo dirvi chi avrà la meglio, ma di certo questa Maghiritsa dello chef Damocle proprio non le va giù. E pensare che lui voleva lasciarla digiuna, prima di optare per questo agnello degli dèi, che è stato un climax dei suoi pensieri focosi. «Non c’è posto per mancanze, trascuratezze e disattenzioni. Stasera Nanà mi troverà irresistibile! E cucinerò meglio che mai! La sorprenderò! Le preparerò qualcosa di insolito. Le preparerò la migliore maghiritsa che abbia mai mangiato. Anche se siamo a luglio e non a Pasqua, quando di solito si mangia la maghiritsa. Questa sì che sarà una sorpresa! La conquisterò con la mia arte culinaria! È questa la mia arma invincibile!».
Eh no, povero Damocle, perché per Nanà, la tua maghiritsa è stata poi «una serie di tessere di mosaico gettate alla rinfusa, che galleggiano in disordine sulla superficie di una palude…»
Un piatto che non piace alle donne insomma. Un piatto per uomini veri.
Maghiritsa
- Interiora di 1 agnello: fegato, milza, cuore, polmoni, animelle
- 250 g intestino
- 1 kg di cipollotti freschi
- 1 cucchiaio di farina
- Aneto
- Olio
- Sale e pepe
Salsa avgolemono
- 2 Tuorli d’uovo
- 2 Limoni
Preparazione:
«Immergere in acqua bollente e cuocere per quattro minuti le interiora di un agnello (fegato, milza, cuore, polmoni, animelle) e 250 g di intestino scrupolosamente lavato. Lasciar raffreddare quindi tagliare a cubetti, grandi come tessere di un mosaico bizantino.
In un altro recipiente (o nello stesso, purché lavato e asciugato)rosolare in quattro-cinque cucchiai di olio d’oliva un chilo di cipollotti freschi tagliati a fette. Aggiungere un cucchiaio colmo di farina avendo cura di mescolare bene per evitare i grumi, poi unire le interiora tagliate a cubetti , un bel ciuffetto di aneto tritato fine, sale e pepe. Mescolare continuamente per un paio di minuti. Aggiungere un litro d’acqua e far bollire per mezz’ora a fuoco moderatamente vivace.
Per la salsa avgolemono, sbattere insieme in una zuppiera due tuorli d’uovo e il succo di due limoni, quindi aggiungervi una cucchiaiata di brodo preso dal recipiente di cui sopra e mescolare bene. Ripetere quattro o cinque volte l’aggiunta di brodo e infine incorporare il contenuto della zuppiera al recipiente di base. Infine riprendere la cottura a fuoco molto lento, mescolando continuamente finché il liquido non si sia rappreso. Non lasciar bollire».
Ultimi accorgimenti:
«La maghiritsa deve essere accompagnata da un contorno di lattuga romana. Pulire bene uno-due cespi, tenendone solo le foglie più tenere. Tagliarle per largo in striscioline di circa mezzo centimetro, e collocarle in una insalatiera aggiungendo tre o quattro cipollini freschi affettati e due rametti di aneto tritato finemente. Condire con olio d’oliva, aceto, sale e mescolare bene».
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