GOLA . RicetteColte
Il mofongo della nonna
In 19 Giugno 2024 da Fabio MuzzioÈ una strana mania, davvero… la tendenza umana a considerare una cosa meno importante se è solo per se stessi.
Cleveland “Book” Booker
Star Trek: Discovery è giunta alla quinta e ultima stagione e rimane per me trekkie incallito la serie meno amata tra tutte quelle prodotte.
Con il vizio di origine di una tecnologia troppo avanzata rispetto alla collocazione temporale tra Strange New World e la la “TOS” la prima e mitica produzione che ha dato il via a un mito televisivo (poi di piattaforma) e cinematografico, è stata poi catapultata nel XXXII secolo correggendo in corsa, aumentando la credibilità e inserendo la narrazione in un contesto più originale.
Non che i personaggi non siano stati interessanti e inclusivi, qualcuno bercierebbe di Woke e politicamente corretto, senza conoscere l’essenza stessa di Star Trek, che ha sempre avuto un occhio attento alle tematiche razziali, sessuali ed etiche in decenni in cui era pionieristico portarle all’evidenza.
Per carità, di serie come Discovery avercene ma, sarò sincero, non mi ha mai “preso” come avrebbe dovuto. Il personaggio di Michael Burnham interpretato da Sonequa Martin-Green è il perno di tutta la storia con la sua evoluzione e maturazione tra coraggio, indole alla leadership e saggezza che interviene con il passare delle missioni e degli anni.
L’episodio da cui è tratta la ricetta credo sia l’unica nella quale la nostra oramai Capitana non si concede una lacrima liberatoria, caratteristica del suo personaggio e dalla produzione vi avevo già proposto l’asopao per Hugh, il dottor Culber portoricano di nascita, che si era visto preparare dal marito Paul Stamets, astromicologo della Discovery, un piatto di “casa” per smussare la loro crisi.
Se cliccate sull’altra ricetta, lo farete vero?, troverete qualche considerazione in più sulla serie, tuttavia di questa, l’ultima come già detto, vi posso dire che la missione è recuperare tutti gli indizi per arrivare al luogo in cui trovare i “progenitori”, ripescando l’idea dell’episodio di The Next Generation The Chase – Il segreto della vita, l’episodio 20 della sesta stagione scritto da Joe Menosky. Come osservato da qualche commento malizioso ci sono voluti dieci episodi per arrivare alla conclusione sbrigata in una sola puntata nel 1993, però le diverse tappe tengono alta l’attenzione e qualche riflessione interessante: si scherza, dai, da buon fan me lo concedo e me lo concederete.
Tra l’altro il finale non è affatto banale, forse leggermente sbrigativo ma emozionante.
Torniamo però alla ricetta: la nostra Capitana ha un punto debole e si chiama Cleveland “Book” Booker (David Ayala), il Kwejian dalle capacità empatiche un po’ pirata e molto eroe. Tra i due non mancano attriti seppur l’attrazione non calerà mai, però nel sesto dei dieci episodi, Lingua fischiata – Whistlespeak è in castigo messo lì a studiare il da farsi. Accorre in soccorso il buon Dottore, che gli propone una ricetta della nonna, nonna che vediamo regalargli attraverso un ologramma buoni consigli, in un momento difficile a livello personale. E così Hugh si presenta
Star Trek: Discovery è giunta alla quinta e ultima stagione e rimane per me trekkies incallito la serie meno amata tra tutte quelle prodotte fino a ora.
Con il vizio di origine di una tecnologia troppo avanzata rispetto alla collocazione temporale tra Strange New World e la la “TOS” la prima e mitica produzione che ha dato il via a un mito televisivo (poi di piattaforma) e cinematografico, è stata poi catapultata nel XXXII secolo correggendo in corsa, aumentando la credibilità e inserendo la narrazione in un contesto più attendibile.
Non che i personaggi non siano stati interessanti e inclusivi, qualcuno bercierebbe di Woke e politicamente corretto, senza conoscere l’essenza stessa di Star Trek che ha sempre avuto un occhio attento alle tematiche razziali, sessuali ed etiche in decenni in cui era pionieristico portarle all’evidenza.
Per carità, di serie come Discovery avercene ma, sarò sincero, non mi ha mai “preso” come avrebbe dovuto. Il personaggio di Michael Burnham interpretato da Sonequa Martin-Green è il perno di tutta la storia con la sua evoluzione e maturazione tra coraggio, indole alla leadership e saggezza che interviene con il passare delle missioni e degli anni.
Curiosamente l’episodio da cui è tratta la ricetta, credo sia l’unica nella quale la nostra oramai Capitana non si concede una lacrima liberatoria, caratteristica del suo personaggio. Dalla produzione vi avevo già proposto l’asopao per Hugh, il dottor Culber portoricano di nascita, che si era visto preparare dal marito Paul Stamets, astromicologo della Discovery, un piatto di “casa” per smussare la loro crisi.
Se cliccate sull’altra ricetta, lo farete vero?, troverete qualche considerazione in più sulla serie, tuttavia di questa, l’ultima come già detto, vi posso dire che la missione è recuperare tutti gli indizi per arrivare al luogo in cui trovare i “progenitori”, ripescando l’idea dell’episodio di The Next Generation The Chase – Il segreto della vita, l’episodio 20 della sesta stagione scritto da Joe Menosky. Come osservato da qualche commento malizioso ci sono voluti dieci episodi per arrivare alla conclusione sbrigata in una sola puntata, però le diverse tappe tengono alta l’attenzione e qualche riflessione interessante: si scherza, dai, da buon fan.
Tra l’altro il finale non è affatto banale, forse leggermente sbrigativo.
Torniamo però alla ricetta: la nostra Capitana ha un punto debole e si chiama Cleveland “Book” Booker, il Kwejian dalle capacità empatiche un po’ pirata e molto eroe. Tra i due qualche attrito seppur l’attrazione non cali mai e non calerà mai, anzi, però nel sesto dei dieci episodi, Lingua fischiata – Whistlespeak è in castigo a studiare il da farsi. Accorre in soccorso il buon Dottore che gli propone una ricetta della nonna, nonna che vediamo regalargli attraverso un ologramma buoni consigli, in un momento difficile a livello personale. E così Hugh si presenta con il Mofongo per una pausa di chiacchera e confronto sulle proprie vite tormentate mentre Michael Burnham è in missione con Silvia Tilly (Mary Wiseman) per trovare il sesto indizio.
INGREDIENTI PER 2 PERSONE
- Banane platano 2
- Petto di pollo 300g
- Brodo di pollo 1/2 litro
- Coriandolo mazzetto1
- Aglio spicchi2
- Olio di semi
PROCEDIMENTO
Questa ricetta tipica di Porto Rico ma diffusa anche nel resto del Centro America e poi “emigrata” in altre parti del mondo, grazie in particolare ai portoricani, che l’hanno portata anche negli altri stati degli U.S.A..
Il mofongo viene preparato soprattutto con la carne di maiale e il grasso dello stesso, in particolare lo strutto per la frittura e i ciccioli come ingrediente dell’impasto. Si utilizza anche la pancetta oppure il manzo e, come il Dottor Hugh, il pollo.
Ti suggerisco il petto che farai cuocere nel brodo sempre di pollo fino a quando non sarà molto cotto tanto quasi di sfaldarsi. Taglialo a tocchetti e tienine qualche cubetto da parte.
Intanto sbuccia le banane non tanto mature, meglio la qualità platano, e tagliale a rondelle di qualche centimetro.
Sbuccia l’aglio e tienilo da parte. Pulisci e trita il mazzetto coriandolo.
In un padellino alto versa l’olio di semi e portalo a temperatura: quado l’avrà raggiunta metti le rondelle delle banane e lasciale friggere per qualche minuto fino a quando non si saranno dorate.
Una volta pronte sarebbe meglio utilizzare un pestello in legno nel quale sminuzzare le banane, l’aglio, il coriandolo e buona parte del pollo (i bocconcini avanzati completeranno il piatto).
Una volta ottenuto un composto abbastanza omogeneo unisci i bocconcini rimasti e crea una mezzasfera con un ciotolina che adagerai sul piatto di portata.
Puoi servire il mofongo con un contorno di riso e fagioli rossi.
(ADV)
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