INVIDIA . Lector In Invidia
Il nuovo Medioevo si veste di maglie
In 6 Ottobre 2016 da Attilia Patri DPChe la Storia sia un continuo divenire è fuori dubbio, che i corsi e ricorsi storici si presentino più di quello che si vorrebbe è assodato, che da un secolo si possa arretrare e si venga catapultati all’indietro, ai tempi più bui è cronaca di oggi. Balzi storici all’indietro, in epoche e mentalità all’indietro, balzi nel Medioevo.
Medioevo! Mai che succeda che i balzi riportino al Rinascimento, a secoli di grande respiro, di polmoni ossigenati di idee e di arterie aperte agli scambi. Mai!
La Storia di oggi ci insegna che viviamo in un presente molto moderno all’apparenza, dove tutto, o quasi, sembra alla portata di tutti, sempre in apparenza, dove una scelta è una scelta autonoma, ancora in apparenza, ma dove in realtà c’è chi trama verso costrizioni, privazioni, condanne a prescindere, giudizi, bendaggi di morale e falsa morale che portano a inamovibilità, o meglio, più che ad assenza di movimento, ad un movimento passivo obbligato da pressione di forza maggiore: il Vento del Medioevo.
Vento di Medioevo sull’Europa che s’incaglia nelle maglie di reti di filo spinato e muri in crescita come più confacenti confini per nuovi untori stranieri in fuga e non ci si chiede neanche più da cosa sono in fuga e la capacità di immaginazione viene repressa, censurata, elettroshock costrittivo del pensiero, annullo di coscienza per non guardare e capire. E, se non capisci, la paura prende il sopravvento e alla paura chiudi la porta dei muri della stanza perché non entri.
Muri e fili che costruiscono nuovi ghetti con la differenza, rispetto a quelli di Storia neanche tanto lontana, che i buoni sono dentro e i cattivi devono rimanere fuori. Chi è buono o cattivo è decisione che cade dall’alto di Governi; è decisione loro. C’è sempre un loro che decide chi si e chi no e chi ni, chi dentro e chi fuori. “Buonista” è il termine che segna il periodo, che indica da che parte stai, che puoi essere ritenuto simpatico o antipatico a seconda di chi hai di fronte.
“Chi hai di fronte” è lo specchio sul quale il Vento del Medioevo, riflettendosi, decide i passi di danza e gli eventi successivi. “Chi hai di fronte” è anche il primo enigma che passa dalle maglie della Giustizia e le maglie, si sa, non usano tutte gli stessi punti e la trama può essere più stretta o più larga, colini per ricercatori di pepite d’oro invisibili o colabrodi per far passare e allontanare quello che non è comodo e non si vuole cercare neanche se l’evidenza è lì, inesorabile, scritta sulla pelle al punto da arrivare in profondità di organi.
Difendere l’indifendibile ad ogni costo e che risulta più facile a seconda della classe sociale di appartenenza del reo. Sembra di essere ancora tutelati dalla Costitutio Criminalis Carolina di Carlo V che prevedeva un’ampia gamma di casi che garantivano l’immunità per una serie di atti perpetrati dalle classi superiori. Se sei uno normale è meglio che non ci speri troppo, anzi per niente; oppure devi combinarla grossa, tanto grossa da attirare l’attenzione di qualche super principe del Foro che si incapricci del tuo caso e, allora, può accendersi un lume di speranza. Diversamente è meglio attenersi all’Alighieri quando dice “lasciate ogni speranza o voi che entrate”.
“Lasciate ogni speranza” è il nuovo flagello, cilicio di donne contemporanee polacche alle quali il Governo di Stato vuol annullare il diritto di aborto in seguito a violenza sessuale o in caso di malformazioni fetali o grave pericolo di vita per la donna stessa.
Ferma restando la possibilità di essere obiettori di coscienza e quella di non abortire neanche sotto tortura dell’Isis e fermo restando che non possiamo considerare l’aborto una sorta di anticoncezionale dell’ultima ora, se mi si permette, considero il diritto all’aborto assistito da personale sanitario in strutture idonee (nei casi precedentemente elencati) un segno di civiltà di un Paese attento e lontano dalle maglie del filtro del falso bigottismo che con l’Etica e la Morale hanno poco o nulla in comune.
Scelte così dolorose, delicate e intime devono essere accolte da una Società scevra da condizionamenti di falso perbenismo che mal si interfacciano con la realtà aggiungendo violenza dove già violenza ha vinto e senso di inadeguatezza dove già c’è senso di fallimento e precarietà. Negare questo diritto come se il problema non esistesse non cancella il problema, lo acuisce e, in questo moderno Medioevo sarà di nuovo un pullulare di riti fatti di pozioni e ferri clandestini in mano a scaltri fattucchieri. Non ci vuol molto a capire che un Paese così non è un Paese per donne, non è un Paese per nessuno perché legittima il peggio in nome di non si capisce bene cosa.
L’Unione Europea che tante cose a noi e agli altri “ci chiede” sembra sonnecchiare da lontano e non accorgersi di questo Vento, non prende posizione o, se la prende, è quella alla Guccini della “vecchia signora coi fianchi un po’ molli” sdraiata ad attendere che tutto si compia, come se gli eventi serpeggianti non fossero anche i suoi.
E mentre ti interroghi sul tempo del momento verrebbe da invidiare il Medioevo vero perché da quello potevi solo uscire. In questo, invece, ci sguazzi sperando di non arretrare ulteriormente e un po’ invidio il periodo del ’68, gli anni del fermento in tutta Europa dove abbiamo lanciato in velocità tante barche delle quali, però, non siamo stati in grado di governare i timoni.
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