Appunti di viaggio . IRA
Anacapri
In 20 Settembre 2024 da Matteo Rosiello - Matt RossÈ un bel giorno d’estate e dopo esserci saziati della bellezza che Napoli ha da regalare ai visitatori, ce ne andiamo verso il mare. Ci sono diversi attracchi e noi puntiamo al molo Beverello. Da qui partono traghetti e aliscafi per diverse destinazioni. Noi prendiamo il mezzo che ci porterà in un’isola da sogno, poco lontana: Capri.
Meta del turismo internazionale dal secondo dopoguerra in poi, è amata per il suo clima mite e per la sua iconica piazzetta. Ma non è qui che ci dirigiamo. Appena sbarcati in località Marina Grande, decidiamo di fare una bella passeggiata a piedi per godere appieno del simbolo della nostra vera meta: Anacapri. Così scegliamo l’imbarcazione che ci porterà per un tour guidato alla ricerca della bellezza di questo comune, meno noto, ma non per questo meno bello del più famoso comune gemello. Entriamo quindi nella grotta azzurra, famosa in tutto il mondo per il suo colore intenso.
Nostalgici dell’avere i piedi ben saldi a terra, ci dirigiamo a piedi verso Anacapri. Una pausa a questo punto è d’obbligo: ma come non assaggiare una bella caprese, mangiata proprio a Capri? O gli gnocchi alla sorrentina? O più semplicemente una bella Margherita? Riprese le forze, proseguiamo.
Il percorso è affrontabile anche attraverso il servizio pubblico o affittando un mezzo, o ancora con transfer privati. Ma come privarsi della splendida vista che si gode dalla Scala Fenicia? Non ci soffermiamo poi alla celebre Villa San Michele, ma proseguiamo: dall’alto ci osserva il rudere del Castello Barbarossa.
Arrivati in questo piccolo comune di poco più di 6000 abitanti, veniamo sorpresi dalla calma che si trova nei suoi vicoli: appena allontanatici dalla stazione dei bus, in cui vengono riversate orde di turisti affamate di fotografie e scorci, il silenzio regna sovrano in questo che sembra un altro mondo.
Ci dirigiamo così verso la funivia del monte Solaro. L’impianto monoposto porta fin sopra i 589 metri dell’altura. Da qui si comprende come l’isola fa parte della catena montuosa dei monti Lattari che la guardano al di là del mare e che sorvegliano incessantemente la costiera amalfitana. La vista da qui è stupenda e spazia a 360 gradi, dal golfo di Napoli, fino al blu profondo del Tirreno.
Ma a farla da padrone sono i faraglioni, simbolo dell’isola, obiettivo degli scatti della maggior parte delle persone.
Riscendiamo al paese e non ci fermiamo presso l’affollata Casa Rossa, ma andiamo verso il vero punto d’arrivo: la meravigliosa chiesa di San Michele Arcangelo. Venne costruita a partire dal XVII secolo, insieme ad un monastero di clausura, come ex-voto per la sconfitta degli ottomani a Vienna.
Non è una chiesa qualunque. Al suo interno vi è il vero motivo della visita: un pavimento maiolicato che raffigura il Paradiso Terrestre, che si estende lungo l’ingresso e tutta la parte centrale della pianta a croce greca della struttura. È possibile visitarlo, senza rovinarlo, grazie alla passerella che si snoda intorno all’opera d’arte.
Pieni di bellezza negli occhi, troviamo ristoro in una taverna e ci conquistiamo il meritato riposo. È stata una giornata molto stancante, con sveglia all’alba e sonno molto dopo il tramonto, ma ne è valsa la pena: il cuore è rinfrancato da cotanta vista, naturale e non. E la testa necessita il giusto tempo per sollevarsi ed elaborare quanto gli occhi hanno carpito.
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