Appunti di viaggio . IRA
Un nuovo Sol(e) (levante)
In 14 Dicembre 2023 da Matteo Rosiello - Matt RossMolto spesso, guardando le folle accanite di turisti in giro nelle nostre città d’arte, ci chiediamo come mai tendano a tempestare qualsiasi dettaglio di fotografie. Specialmente nel caso di una popolazione tecnologicamente avanzata come i giapponesi, non è raro vedere in giro gruppi numerosi armati di fotocamera al collo aggirarsi nei vicoli velocemente, fotografare ogni inezia e ripartire velocemente alla volta della prossima tappa. Quasi come fosse uno sciame di cavallette che arriva, si nutre (con gli occhi, le pellicole e i sensori) della nostra bellezza e riparte verso un’altra meta succulenta.
A volte capita anche di sentire un amico dare del “giapponese” al compare che fotografa qualsiasi piccolezza durante propria giornata.
Ho sempre guardato con curiosità questo fenomeno, finché… non mi sono ritrovato io ad essere il “giapponese”, in Giappone!
Se avrete pazienza di leggere tutto il racconto, mi spiegherò meglio.
Per cercare un mondo nuovo, non dobbiamo fare come Cristoforo Colombo e dirigerci verso l’America. Lì troveremmo una cultura occidentale come la nostra, anche se con le proprie peculiarità.
Per trovare il vero significato di “nuovo”, dobbiamo andare dall’altra parte del globo, a 8 ore di fuso orario dall’Italia, in un paese che molto fieramente ha mantenuto la propria indipendenza ed il proprio isolamento fino a nemmeno due secoli fa. Questo gli ha permesso di tratteggiare un proprio carattere, degli usi e costumi che non si possono ritrovare altrove. Stiamo parlando del Giappone.
Inizialmente la cultura nipponica nasce dal continente asiatico, con tratti derivanti dalla Cina e dalla penisola coreana. Ma col passare del tempo la mancanza di contatti con la terra ferma gli ha permesso di sviluppare una serie di contesti che non si ritrovano altrove nel mondo.
Così, da ingenui occidentali anche abituati a viaggiare, siamo rimasti esterrefatti dal Paese del Sol Levante.
Quasi un giorno di viaggio, spezzato in due tratte, permette di entrare nel giusto mood. Si ha il tempo di recuperare le pagine non lette della guida e prepararsi all’ignoto. Anche se non c’è una vera preparazione da consigliare.
Da bravi consumisti, pensiamo che le serate passate al ristorante “all you can eat”, così come di qualche film, possano aiutarci. Niente di più sbagliato.
Il vero Giappone non è quello medievale raccontato nei vari lungometraggi a tema “Samurai e Geishe”. Tutt’al più un piccolo suggerimento lo possiamo ritrovare nei cartoni animati e anime che vediamo fin da quando siamo piccoli.
Così iniziando a girare troviamo piccole case con giardini curati, porte che si aprono parallelamente alle pareti, grumi di fili elettrici che vanno da un palo della luce ad un altro. Camminando per strada notiamo come non ci siano quasi ristoranti di sushi, ma molto street food, una quantità enorme di “Conbini” e suoni di ogni tipo da ogni dove.
I giapponesi non cucinano. Scaldano. Prendono il proprio cibo pronto nei vari 7Eleven, Lawson e Family Mart e lo portano a casa (quando non lo mangiano direttamente in strada).
Bambini molto piccoli con cappellini colorati che camminano da soli per strada. Macchine che si fermano molti metri prima delle strisce pedonali. Ah, troviamo poche automobili e molte biciclette. Gli attraversamenti pedonali sono accompagnati da suoni diversi a seconda della direzione che si sta prendendo. Il sistema acustico funziona solo nelle ore diurne.
Inizialmente non capiamo molto di quello che stiamo vedendo, ma continuiamo la scoperta di questo mondo. Così la sera, all’esterno di piccoli locali, troviamo gruppi di uomini e donne con la ventiquattrore o lo zaino chiacchierare e salutarsi con una lunga serie di inchini.
In giro non notiamo mezza cartaccia o mozzicone di sigaretta in terra. In strada ogni tanto c’è un’area fumatori, anche poco frequentata. Di sera i quartieri più turistici si animano con cartelloni ed insegne pubblicitarie luminose e musiche di ogni genere vengono sparate a tutto volume dagli altoparlanti di ogni negozio.
Nelle catene di negozi più conosciute siamo accompagnati da musichette sia all’ingresso, che durante gli acquisti. Dopo un po’ diventano familiari. Le confezioni sono super colorate e gli addetti alle vendite molto gentili. Sembra che gli energy drink vadano per la maggiore e gli alcolici siano un prodotto poco venduto.
Le metropolitane e i treni sono puntuali. E puliti. Sembra di sedersi sulla poltrona di casa propria. Nelle stazioni e nei vagoni c’è una musica per ogni cosa: treni in arrivo, treni in partenza, a seconda del tipo di treno, …
Nei vagoni ci sono degli spazi per fumatori e le sedute possono essere girate attraverso un pedale, come per creare un piccolo salotto e chiacchierare (a bassa voce, eh!) con i propri amici e colleghi. Sul treno si mangia: visto che parecchia gente ci passa gran parte della giornata, c’è chi porta un “Bento box” e approfitta di questo tempo. Ogni seduta ha almeno un tavolino (o anche due), che permette di lavorare comodamente, così come una connessione wifi veloce e prese per ricaricare i propri device.
Nemmeno a dirlo, ci sono bagni quasi su ogni carrozza e sono tutti molto puliti.
La questione dei ‘bisogni’ qui sembra essere molto sentita: ci sono bagni ovunque. Non solo nei treni e nelle stazioni. Ovunque per strada, anche in vicoli poco frequentati. Ovviamente… lindi come se fossero stati appena inaugurati e gratuiti.
Il Giappone sembra essere il paese delle macchinette automatiche: improvvisamente avete voglia di un caffè e latte? Siate sicuri che se non avete bar vicini (ce ne sono davvero pochi degni di essere chiamati tali e spesso sono catene o boualgerie francesi), troverete a non più di 100 metri un distributore. Che vende acqua, caffè, tè e qualsivoglia bevanda. Spesso anche zuppe calde!
“Ok le zuppe, Matt ma quindi il sushi lì com’è?” una delle domande che più mi è stata posta al mio ritorno. La risposta è “diverso”. Molto semplicemente non esistono formule AYCE. Il pesce è molto fresco. E ogni porzione presenta un piccolo parallelepipedo di riso con una grande quantità di “proteina” sopra. Si, perché oltretutto non mangiano tanto pesce quanto pensiamo noi: la carne è gustosissima, praticamente un burro. Soprattutto manzo. Il famosissimo kobe è una squisitezza da provare almeno una volta nella vita.
Poi verdura, alghe, brodo in varie forme (il più famoso è il ramen) e tanto tanto riso, in ogni forma e dimensione: dagli spaghetti di riso, alla ciotola che accompagna quasi ogni pasto, ai mochi (dolcetti di pasta di riso). Ah, e al ristorante l’acqua è sempre gratuita.
Mi fermo qui. Quello appena fatto è solo un enorme elenco di differenze culturali che abbiamo trovato in pochi giorni di viaggio. Potrei aggiungere altro, parlare degli onsen, dei fiori, dei funghi, dei negozi per adulti… Ma finirei per scoprire tutte le carte che ho in serbo per i prossimi racconti.
Vorrei inoltre far notare che ancora non ho parlato veramente del Giappone come meta turistica, di nessuna destinazione, di nessun luogo. Incredibile quanto ci sia da affrontare!
Il Giappone è un paese straordinario ed ho volutamente fatto una serie di osservazioni delle particolarità più grandi che abbiamo notato. Adesso capisco perché durante i loro soggiorni italiani fotografano qualsiasi vetrina, pietanza, stradina, persona. Sono andato fin laggiù per capirlo. È esattamente quello che ho fatto anche io, nella speranza di immortalare dei ricordi da tenere con me per sempre, sotto forma di file da aprire ogni qualvolta avrò nostalgia di quelle usanze, di quei cibi.
Fotografare tutto è come voler riportare una piccola parte di quel luogo con sè, nella speranza eterna di poterci tornare un giorno, alla scoperta di altri piccoli dettagli che possano stupirci.
Ho trovato un nuovo mondo. Il Giappone.
(ADV)
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