CattiviConsigli . IRA
Un passo indietro
In 24 Gennaio 2020 da Gianluca Papadia«Una frase del genere Pippo Baudo non l’avrebbe mai detta», è la frase di Gennaro, il fruttivendolo del mercato della Pignasecca di Napoli. Non so perché ma oggi la discussione è caduta su Sanremo. Come accade tutti gli anni, molto prima d’iniziare, il Festival della Canzone Italiana ha già scatenato un mare di polemiche.
«Cosa ti aspetti da uno che ha sposato una velina?», è la provocazione di Peppe, il salumiere che ha la bancarella proprio di fronte alla sua.
«Amadeus ha sposato una velina?», chiedo senza togliere gli occhi dai friarielli di Gennaro.
«Giovanna, quella della scossa», risponde Maria la moglie di Peppe e, vedendo che quel nome non mi dice nulla, si apre la scollatura mettendo bene in mostra merce di altra natura e mima una specie di danza del ventre che la platea di pensionati sembra gradire molto.
«Peppì, muglieret ten ‘e riscenziell?», chiede Anna, la moglie di Gennaro il fruttivendolo, che non perde mai l’occasione di punzecchiare Maria perché è convinta che la massa di pensionati che annovera tra i suoi clienti fissi abbiano scelto la bancarella di Peppe il salumiere solo per le forme abbondanti della moglie.
«A Napoli, ‘e riscenziell sono le convulsioni che vengono ai bambini», mi affretto a spiegare a una coppia di turisti americani con il cellulare in mano. «Epileptic crisis, you know?», aggiungo nel mio inglese scolastico; ma la coppia non mi ascolta perché è troppo impegnata a fare un video della performance di Maria.
«E, infatti, Pippo Baudo ha sposato un soprano di fama internazionale, mica una sua valletta!», grida il fruttivendolo quando Maria è tornata al suo posto dietro al bancone dei salumi.
«Tutte queste polemiche fanno parte del gioco», cerco di minimizzare io. «Amadeus non ha detto nulla di nuovo. Lo sappiamo già che la televisione è un mondo sessista, ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo», dico a Gennaro porgendogli un sacchetto di carta che ho riempito di arance.
«Hai visto? È quello che ti ho detto pure io», s’intromette Nicola che ha la bancarella del pesce a fianco a quella di Gennaro. «Dottò, diteglielo pure voi che la donna deve stare al posto suo sennò qui il mondo va a scatafascio», mi dice il venditore ambulante di pesce.
«Maschilista», urla Maria, e suo marito Peppe la zittisce con uno sguardo minaccioso.
«Non volevo dire questo e non giustifico assolutamente la gaffe di Amadeus», dico maledicendo il momento in cui ho deciso di venire al mercato. Potevo fare come tutti e andarmene al supermercato più vicino e godermi una spesa in perfetta solitudine, senza interlocutori, senza nessuno che ha tempo per scambiare una chiacchiera.
«Dottò, parlando seriamente, io Sanremo lo vedo solo perché c’è Diletta», insiste Nicola il pescivendolo.
«Non farti sentire da tua moglie», commenta ironicamente Maria.
«O patrone songh’io, ma chi cumanna è mia moglie», risponde a tono Anna, mostrando un’inedita complicità con Maria. La sua battuta suscita l’ilarità di tutti i presenti. È risaputo che Nicola sia un integralista del patriarcato ma le continue scenate di sua moglie contrastano con la visione maschilista che ha del matrimonio.
«Il padrone sono io, ma chi comanda è mia moglie», mi affretto a tradurre alla coppia di turisti che sta visionando i frutti di mare esposti sulla bancarella di Nicola. «I am the boss…».
«Dottò, noi siamo di Casoria», m’interrompe l’uomo che avevo scambiato per il turista americano di prima.
«Sorry… Cioè, mi scusi», dico io e mi defilo, rifugiandomi tra i salami appesi nella bancarella di Peppe.
«Amadeus è brutto e mi sta pure antipatico», insiste Gennaro, «ma che ha fatto questo per meritarsi Sanremo?».
«È amico di Cecchetto», replica subito Peppe il salumiere, che ha sempre una risposta a tutto.
«Sì, bravo, è stato lui a prendere gli animatori dai villaggi turistici e a portarli in tv», esclama Gennaro mentre pesa le mie arance, «mica come Pippo Baudo che si è dovuto fare la gavetta».
Vorrei fargli notare che Amadeus la gavetta l’ha fatta nelle radio private, ma non ho ancora il coraggio di farmi vedere dalla coppia di Casoria che sta pagando le orate a Nicola.
«Sono tutte polemiche studiate a tavolino. Prima Rula Jebreal, poi Francesca Maria Novello, adesso Junior Cally», è il commento di uno dei clienti fissi di Peppe che non smette di sbirciare nella scollatura di Maria.
«E chi sono? Gli ospiti stranieri?», gli chiede la moglie del salumiere aggiustandosi il reggiseno. Quel rapido gesto della mano confonde tutti i presenti e così la sua domanda si perde nel frastuono del mercato.
«Voi siete invidiosi perché lui ha avuto successo e voi no. Ma poi che ha detto di male? La donna deve stare un passo indietro rispetto all’uomo? È la verità!», dice Nicola spruzzando acqua di mare sulla mercanzia esposta sulla sua bancarella. L’acqua cola pure sulle mie scarpe e mi pento di aver abbandonato il mio nascondiglio proprio in questo momento. Il pescivendolo maschilista, non contento, comincia a spruzzare acqua nelle bacinelle piene di polpi che sono alla mia destra, bagnandomi pure il giubbotto.
«Gennaro, fai vedere il video al Dottore», dice Peppe il salumiere, lesto a cogliere un odio profondo nello sguardo assassino con il quale ho fulminato il pescivendolo. «Ha ripreso Nicola che stirava», aggiunge non riuscendo a trattenere una sonora risata.
«Non stavo stirando. Stavo provando solo il ferro», si difende il venditore ambulante di pesce.
Gennaro si avvicina a me e avvia un video sul suo cellulare. Si vede Nicola che stira dietro a una finestra. Gennaro l’ha ripreso dalla strada sotto casa sua.
«La prossima volta chiudi la tapparella», dice Maria, e tutti scoppiano a ridere.
«La colpa è della società maschilista in cui viviamo. Prendiamo per esempio la pubblicità: una scollatura e una minigonna fanno vendere di più», dico sforzandomi di non guardare il seno prorompente della moglie del salumiere che trasborda dal suo camice succinto. «La tv non può sottrarsi a questa semplice regola di mercato. Se non la condividi, allora non fai tv, se lo accetti, sei complice, proprio come tutti noi. Nicola, lei fa bene ad aiutare sua moglie nei lavori domestici, questo è un primo passo per favorire l’emancipazione femminile. Non è giusto che gravi tutto sulle nostre povere consorti».
Sento un applauso solitario provenire dal fondo del gruppo di persone che si sono fermate ad ascoltare il mio comizio sulla parità dei sessi.
«E sentiamo? Quale sarebbe il tuo contributo a favore dei diritti delle donne?», dice mia moglie alla platea improvvisata. «Quello a casa non fa nulla. Sta sempre sul divano e si permette pure di parlare. Lo mando a comprare la frutta e la verdura per farlo uscire un po’». Mia moglie si avvicina a me e vedendo che mi nascondo dietro al salumiere aggiunge con un tono gentile: «Non ti mettere paura, non ti faccio niente. Hai finito di fare la spesa?».
«Sì», rispondo con un tono di voce fioco indicando i fasci di friarielli vicino alla cassa.
Lei si avvicina ai broccoli e li analizza. Sta controllando se ho seguito bene le sue istruzioni. «E quando pensavi di tornare a casa? Stai da stamattina qui solo per comprare quattro arance e due fasci di broccoli». Il fascio di friarielli mi arriva giusto in faccia, ferendomi l’occhio sinistro che inizia a lacrimare. La signora Anna mi soccorre e disarma mia moglie con la scusa di mettere i fasci in una busta. «Sapete perché mio marito viene al mercato?», dice ancora mia moglie, «me l’ha detto il ragazzo che lavora alla Conad. Per guardare il seno della moglie del salumiere».
«Che porco», esclama disgustata Anna, e il secondo fascio di friarielli mi arriva giusto in mezzo alla faccia ferendomi anche l’altro occhio. Adesso sono completamente cieco e vorrei urlare che non è vero, ma mia moglie ricomincia a parlare.
«Perché questo siamo», dice alla signora Maria. «La moglie di Peppe, la fidanzata di Valentino Rossi» e tra le lacrime riesco a distinguere la sua sagoma che punta di nuovo verso di me. «A parole siamo tutti paladini della giustizia. Tutti pronti a condannare, a giudicare, a puntare il dito». La gente approfitta della sua pausa per dileguarsi. Si sentono tutti colpiti dalle sue parole. «Ma qui ci vogliono i fatti», urla mia moglie reprimendo ogni impulso di replica nei pochi che sono rimasti ad ascoltarla. «E mò jammuncene ‘a casa sennò’ e friariell c’e magnamm stanotte», e lo spintone che sento da dietro per poco non mi fa cadere con la faccia a terra.
La donna che amo fugge via, e io devo affrettare il passo per raggiungerla. Gli occhi mi bruciano ancora e riesco a stento a stare al suo passo. Con la vista annebbiata vedo il suo incedere sicuro tra la folla e, come sempre, è un passo avanti a me.
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