CattiviConsigli . IRA
Una giornata tutta per me
In 14 Aprile 2023 da Gianluca Papadia«Per domani ti ho prenotato alla spa» mi ha detto sabato mia moglie.
«Perché?» ho chiesto infastidito, non mi andava di passare una domenica lontano dal mio divano.
«Ti ho visto un po’ stressato negli ultimi giorni».
«Stressato?» ho cercato di controbattere con tutta la calma possibile.
«E poi domani il campionato è fermo, chi ti sopporta in giro per casa tutto il giorno?»
“Io la odio la spa” avrei voluto urlare ma ho desistito. Del resto, è vero: senza campionato sarebbe stata una giornata molto difficile.
E così domenica, in una fredda giornata di inizio primavera, ho deciso di dedicarmi al relax.
A dire il vero, la giornata non è iniziata benissimo: recuperare gli accessori da mare dagli scatoloni più nascosti del ripostiglio è stata un’operazione molto stressante.
C’è qualcosa di estremamente commovente nell’appurare la cura con la quale mia moglie custodisce le mie cose.
E, ogni volta, mi sorprende quanto può essere diabolico il piano che governa la fatalità: le sue cose sono sempre a portata di mano, in un cassetto del comò che – solo in teoria – dovremmo condividere.
Dopo un’ora di caccia al tesoro, alla fine ce l’ho fatta: la mia borsa da centro benessere era pronta.
Un ultimo sguardo malinconico al mio divano e sono uscito di casa proprio mentre un tiepido sole ha iniziato a far breccia tra le nuvole nere di quel cielo plumbeo di marzo.
E così, anche raggiungere le terme – a soli quattro chilometri da casa – si è rilevato un viaggio estenuante.
Migliaia di persone, desiderose di godersi un pallido sole ancora troppo invernale, hanno deciso di prendere d’assalto le spiagge manco fosse una calda domenica di maggio.
Dopo un’ora di traffico, finalmente sono arrivato a destinazione.
Ci mancavo da almeno dieci anni ed è stato triste constatare che non è cambiato nulla.
Ci sono sempre le stesse persone, lo stesso staff e le stesse ragnatele.
L’aspetto così fortemente antico, serve a far capire che, circa duemila anni fa, i romani venivano in questo posto per lo stesso motivo.
Una cosa che avevo rimosso dalla mente erano gli armadietti.
Il costo del biglietto è inversamente proporzionale alle loro misure.
«Ci deve essere un errore,» ho detto alla ragazza alla reception, «invece di un armadietto mi è toccato un ripostiglio per le scope».
Lei non ha colto la sottile ironia e – con molta gentilezza – mi ha spiegato che non poteva procurarmene uno più grande nemmeno dietro il pagamento di un supplemento extra.
Quando finalmente ho trovato la combinazione adatta a posizionare le mie cose nell’armadietto, mi sono diretto nell’area termale.
È avvilente constatare che i benefici sperati di queste cure naturali non hanno nessun effetto nei clienti abituali del centro. Se fossi io a gestire un posto del genere, ingaggerei giovani attori con fisici statuari per invogliare i clienti occasionali come me.
La triste sfilata di anziani signori con evidenti problemi di sovrappeso, difficoltà di deambulazione e un’umiliante cuffia sulla testa è uno spot controproducente per tutto il business delle cure termali.
Dopo la prima sauna, vedendo che i lettini all’aperto erano tutti occupati, mi sono fatto prendere dall’entusiasmo e sono anch’io uscito su quel prato adiacente alle piscine esterne.
Non l’avessi mai fatto! La botta di freddo polare mi ha causato un principio di ipotermia e, mentre sentivo il vento mordermi la cervicale, sono tornato negli inferi caldi e accoglienti del reparto “sauna e acque termali”.
È evidente che alle persone che sostano all’aperto non sfiora nemmeno l’idea di partecipare alle attività interne del centro. Sarebbe impossibile affrontare l’escursione termica – circa quaranta gradi – con un accappatoio bagnato addosso.
Dopo la sauna bollente, l’unica cosa che puoi fare è startene in rigoroso silenzio su una sedia a sdraio vintage che ha il doppio dei tuoi anni.
Dopo la terza sauna, intervallata da altrettanti pisolini rigeneranti, visto che avevo bisogno di idratarmi, ho dovuto abbandonare il mio caldo rifugio per recarmi alla rinnovatissima area ristoro. Quella sì che è cambiata!
Il ristorante della spa offre oltre alle insalate biologiche, gli smoothie, le macedonie di frutta di stagione e gli snack ipocalorici, i piatti tipici della tradizione napoletana: lasagna al forno, frittura di pesce, carne alla brace e parmigiana di melenzane.
Insomma, il centro benessere fa concorrenza ai numerosi ristornati presenti nella zona, e come questi, di domenica è pieno fino all’ultimo posto.
Mentre consumavo la mia bottiglietta d’acqua minerale con mirto e limone, ho capito anche perché le aree interne sono vuote e quelle esterne pullulano di gente: se fai un pasto così abbondante, dopo è normale che non hai nessuna intenzione di stare cinque minuti in una grotta con la pelle che ti brucia come se stessi all’inferno.
Se eviti di fare la sauna, invece, puoi tranquillamente goderti gli spazi esterni, anche perché dopo la terza volta che sottoponi il tuo fisico a quello stress termico, non hai più la forza nemmeno di pensare.
Così, dopo una doccia veloce, sono tornato a casa.
Dopo una giornata davvero faticosa avevo bisogno di rilassarmi un po’.
Giusto il tempo di accomodarmi sul mio amato divano e sono crollato in un sonno profondo.
Ho sognato di restare chiuso in quella grotta perché la porta si era bloccata.
Quando mi sono accasciato a terra privo di sensi, due energumeni mi hanno sollevato di peso e mi hanno trasportato in un posto pieno di infermieri.
Le immagini del sogno sono molte confuse ma so per certo che all’improvviso gli infermieri si sono trasformati in cuochi e mi sono ritrovato al centro dell’area ristoro, disteso su un enorme vassoio con un limone in bocca.
Quando uno dei frequentatori abituali del centro mi ha infilzato una natica con un forchetta mi sono svegliato in una pozza di sudore.
Ero ancora sul divano e fuori era giorno.
Proprio in quel momento sul mio cellulare mi è arrivato un messaggio.
“TI STIAMO ASPETTANDO” mi ha scritto il mio capo, in un maiuscolo che esprimeva tutta la sua ansia.
Lui sì che avrebbe bisogno di un giorno di relax.
“Oggi non vengo” gli ho risposto. “Ho febbre a 39, la schiena bloccata e le vertigini causate da un attacco feroce di cervicale”.
“Cavolo! Ti sei preso il Covid?”
“No, ieri mi sono preso una giornata tutta per me”.
(ADV)
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