IRA . Racconti da Kepler
Fonografo o Juke-box. Edison e io.
In 19 Febbraio 2016 da Il ViaggiatoreSono insieme a Thomas Alva Edison che oggi ha finalmente ottenuto il brevetto per la sua ultima invenzione, il fonografo. Scusate, non vi ho detto che giorno è oggi e dove ci troviamo: siamo a Newark, New Jersey, e oggi è martedì 19 febbraio 1878.
Vorrei dire al mio amico Thomas che la sua straordinaria invenzione diventerà fra 12 anni quello che oggi chiamate… Vi parlerò di questo, se siete d’accordo, e vediamo se riuscite a indovinare.
E allora viaggiamo nel giorno 23 Novembre 1889, sabato. È sera e un applauso scroscia per tutta la via. Primo indizio: San Francisco, 303, Sutter Street. Secondo: Palais Royal Saloon. Terzo: Pacific Phonograph Company. Niente? Potrei andare avanti, citando i due impazienti soci, Louis Glass e William S. Arnold. Potrei dirvi che qui c’è ancora lo zampino di Edison. O raccontarvi una storia che narra di un armadio di quercia con all’interno un grammofono (o meglio, il fonografo del sopracitato Edison) collegato a quattro tubi di gomma simili a stetoscopi, nei quali c’è una fessura grande come un nichelino.
Fatta apposta per un nichelino. Quattro persone e quattro nichelini e la scatola di quercia suona. E adesso potrei dare un nome a tutto questo: nikel-in-the slot player. Troppo lungo? C’è già chi azzarda un dinamico Juke-box, tanto per richiamare il nome delle jukehouses, così care agli amanti della musica. Ma in fondo è troppo presto per pensare di cambiare questa invenzione tutta made in USA, questa scatola magica di Sutter Street che unisce il genio di Edison e l’intuito manageriale di Glass e Arnold.
Per dovere di cronaca e di dettaglio, l’enorme carillon è nello specifico un fonografo alimentato da cinque centesimi di dollaro (un nichelino) appartenente alla Edison Class M Electric Phonograph e brevettato col nome Coin Actuated Attachment for Phonograph. Non scenderò ulteriormente nel dettaglio; mi soffermerò piuttosto sul suo senso ludico e lungimirante. Immaginiamo l’atmosfera di queste nuove e di gran lunga più sofisticate jukehouse. Immaginiamoci seduti nell’elegante Saloon: stiamo bevendo una Coca Cola, ricetta sperimentata dal farmacista John Stith Pemberton solo quattro anni fa; la gustiamo con la cannuccia, comodissima invenzione fresca fresca di Marvin Stone. Solo la musica può completare quest’atmosfera orgogliosamente americana, il sogno del tutto-è-possibile e tutto-è-grande. E allora accostiamo l’orecchio al tubicino di gomma dal quale con un nichelino esce il suono. Immaginiamoci così. Immaginiamo che da ieri questo sogno grande è anche possibile.
Il mago di Menlo Park: così l’America chiama Edison. Oggi avanziamo un nome anche per i padri del juke-box: gli incantatori di Sutter Street. Benarrivati a San Francisco… con passo di danza.
Ritorno nel 1878, sapendo che durerà poco, perché presto tornerò nella vostra epoca per scrivere questo pezzo. «Congratulazioni, amico mio!», gli dico guardando il suo volto regolare e severo e quegli occhi di ghiaccio. Abbassa il capo in segno di gratitudine.
1 commento
Navigazione
Consigli
Articoli recenti
- Lo sbarco di Anzio dal vivo 19 Aprile 2024
- Armando Testa 12 Aprile 2024
- Fantasia! 9 Aprile 2024
- Storie d’amore 2 Aprile 2024
- Dipingendo te 31 Marzo 2024
Lascia un commento