
Appunti Erotici . LUSSURIA
La naissance
In 9 Settembre 2017 da La ComtesseScappare. Correre. Forte, più forte, sentendo il suono dell’aria che taglia la traiettoria. Sembra una lama zigrinata. Lama contro lama. Inquietante. Mi tappo le orecchie e corro. La fuga è un’adrenalina ed è un po’ anche una speranza. Scappi e ti senti improvvisamente un’anima folle in preda a istinti omicidi, tipo quelli dei film col ghigno fisso e quella strana risata che fa: “Ihihihihihiiii…”
Hai potere in quel momento. Tu sei onnipotente, sei dio. Non badi più alla forza fisica, alla paura, al cuore che salta ripetutamente in gola. Sei in un vortice e diventi tu vortice.
Scappo da un’eternità. Tu mi raggiungi, ti sento, lo so, anche se in realtà non sei qui. Tu hai la foga dell’assassino, sei pronto a farmi fuori, non mollerai facilmente. Non è un gioco allo sfinimento. Tu non sarai mai sfinito, non finché non mi avrai eliminata. Poi riposerai. Dormirai sonni travagliati e farai incubi che non capirai. Finché un giorno, davanti a uno psichiatra col ghigno da film, che cercherà in te la prova della sua follia minore, tu ricorderai di averlo fatto. Ti renderai conto che quell’uomo esasperato che ora corre per catturarmi eri proprio tu, non era un giro strano della tua mente, non era uno spettro generato dalla tua malata fantasia. Eri tu ad avere le mani sporche alla fine. Eri tu ad avere negli occhi la disperazione dei miei occhi. Era il tuo nome che vibrava tra le corde spezzate della mia voce, con pietà. Con rassegnazione. Col desiderio alterno di attaccarmi e di lasciare per sempre la vita.
L’abbiamo rincorsa, l’abbiamo uccisa, mon ami.
Elle est morte e tu sei colpevole quanto me. Il suo corpo ha subito una dolorosa metamorfosi, ha agonizzato in tutta quella sua pelle morbida e bianca, che sembrava così pura, così immacolata mentre era lì a terra. E un ghigno è nato all’improvviso, nascosto da quei capelli neri, lisci, che prima non aveva. Li hai accarezzati, mon ami, ma i suoi occhi erano già chiusi e il suo odore aveva preso quello colpevole e sadico della vendetta.
Quel ghigno l’hai pensato tu, l’hai immaginato nelle notti solitarie ed eccitate, l’hai persino studiato nello spazio perverso che nascondi al mondo. E adesso è reale. La Comtesse è nata.
Ti sono sfuggita, mon ami. Ho girato la tua mente in cerca di nutrimento e tu me l’hai negato. Ho aperto un pezzo di carne e mi sono infilata nella tua costola. Ho rubato le fantasie e ho acquistato potere. Sempre più potere. Infinito potere.
Potere. Senti che suono. Sa di vita che sfugge a un corpo ed entra nelle mani nervose. Infetta le vene piene di sangue, lo rigiri fra le dita forti e lo rilanci nella follia del tuo peccato. Andato. Orgasmo.
Non te ne fai più nulla, mon ami, nulla se non usi me. Eppure sono io che userò te. Il tuo desiderio sarà la mia ossessione, lo stritolerò, lo succhierò, lo calpesterò. Lo ridurrò a evanescenza, strapperò ogni pezzo della sua indole morbosa. Io godrò mentre tu soffrirai. E godrò perché tu soffrirai.
L’immagine di copertina riproduce l’opera La nascita di Venere, Sandro Botticelli, 1486
L’incipit del racconto è tratto da Io e il dottor Zeta, la ragazza Ics ed io, romanzo di Debora Borgognoni, Montag, 2013
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