GOLA . RicetteColte
La podrida in onore di nonna Marijuana
In 29 Aprile 2020 da Fabio MuzzioPerché la gola è una nonna a sorpresa
Nel 1975 Marino Girolami firma la sceneggiatura con Romano Scandariato e dirige con il nome di Franco Martinelli, Grazie… nonna. Una delle tante commedie che hanno un canovaccio collaudato: una bella donna, seducente e oggetto delle mire di tutti gli uomini che incontra. L’originalità risiede nel fatto che sia una nonna. Nonna sì ma molto giovane, che in Venezuela è rimasta vedova del padre dell’Ingegner Pino Persichetti. E così nonna Marijuana, interpretata da Edwige Fenech, suscita più di qualche effetto nel figliastro e nei nipoti acquisiti. La vicenda si svolge a Pisa e nel cast e nel ruolo dell’Ingegnere troviamo Enrico Simonetti che seppur maestro di orchestra non ha disdegnato, per talento e simpatia, qualche presenza sul grande schermo o come presentatore televisivo. Simonetti firma con il figlio Claudio e i Goblin (che proprio nello stesso anno comporranno una tra le colonne sonore più importanti del nostro cinema che lascio a voi indovinare) cercherà da buon donnaiolo di conquistare la matrigna, ovviamente invano. Ingegnere che è nel frattempo nelle mire della governante Celeste, una Valeria Fabrizi spesso nei cast di quegli anni. La nonna, oltre a conoscere il Paese di origine del marito, dovrà rintuzzare il corteggiamento di Giorgio, il nipote più grande mentre sarà di grande aiuto al nipote più piccolo, Carletto, ancora minorenne e che ha il volto di Valerio (Giusva) Fioravanti (che guadagnerà la ribalta qualche anno dopo come protagonista di alcune tra le pagine più tragiche del terrorismo nero). Nonna Marijuana saprà aiutare anche Marinella, la compagna di scuola di Carletto innamorata e non corrisposta. Edwige Fenech, che all’epoca della pellicola aveva 27 anni, regala qualche inquadratura che l’hanno resa uno tra i sogni proibiti degli anni Settanta e Ottanta e alla fine la commedia non regala più di quanto prometta. Nel cast anche Gianfranco D’Angelo, nel ruolo di un frate pure lui molta attirato da Marijuana.
Ingredienti per 6 persone:
- Manzo polpa 1kg
- Manzo costolette 12
- Cipolla 1
- Aglio spicchi 3
- Patate 500g
- Zucca gialla 500g
- Cavolo 500g
- Manioca 500g
- Mais pannocchie 6
- Sedano gambi 2
- Coriandolo rametti 2
- Prezzemolo rametto 1
- Sale e pepe q.b.1
Procedimento:
La podrida è uno stufato di carne con verdure e altri ingredienti e nel film viene definita una specialità venezuelana insegnata a Celeste dal cuoco dell’ambasciata del Paese sudamericano. In realtà si tratta di un piatto di origine medioevale e che nasce della cucina valenciana, portato al di là dell’oceano con varianti considerevoli, frutto anche dei prodotti dell’altro continente. In realtà la versione cucinata per l’ospite appare più la versione iberica, quindi con pancetta, chorizo, fagioli neri, orecchio di maiale e pancetta, per citare gli ingredienti principali e ulteriormente servita con peperone chile e tabasco.
Questa volta però ti propongo la versione venezuelana. Lo stufato nel Sudamerica di lingua spagnola è chiamato anche Sancocho e viene servito anche come pietanza delle feste. Intanto partiamo dalla polpa di manzo che dovrà essere tagliata in cubotti eliminando se presente il grasso. Con la polpa di manzo realizzerai un bollito: in una pentola metti cipolla tagliata in quattro, aglio, sedano, pepe, sale, la carne e versa circa 4 litri di acqua; cuoci il tutto a fuoco basso così da far rimanere la carne morbida, per circa 30/40 minuti. Togli la carne, lasciala reffreddare al pari del brodo che filtrerai per l’eventuale grasso in eccesso. Rimetti in pentola brodo e carne a fuoco medio e aggiungi le patate tagliate in pezzi non troppo grandi, la manioca tagliata a pezzi e le pannocchie tagliate a rondelle larghe almeno 4 cm. Quando si alza il bollore aggiungi la zucca in fette con la buccia, le foglie tagliate del cavolo e il sedano.
In 15/20 minuti le verdure si dovrebbero ammorbidire. Cinque minuti prima del termine della cottura insaporisci con i rametti di prezzemolo e coriandolo che toglierai dopo aver spento il fuoco. Per le costolette (sono un aggiunta a un piatto già ricco) utilizza la cottura nel forno a 240° avendo prima cura di ungerle con olio di oliva e qualche aroma.
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