IRA . Racconti da Kepler
C’era una volta LA
In 4 Settembre 2015 da Il ViaggiatoreOggi è il 4 settembre.
Ho guardato cosa la storia offre come ricorrenza importante, di quelle che lasciano il segno. Vorrei incrociare l’evento con l’intervista, senza cambiare il corso delle vicende, insomma una di quelle interviste che ti permettono di ricavare stupore e reazioni. Non verrei certo creduto o, ancor peggio, potrei essere preso per matto.
Sarebbe affascinante avvicinare uno, anzi più d’uno di quei 44 messicani che hanno lasciato il 4 settembre 1781 la missione di San Gabriel per trovare un territorio proprio. Se ricordo bene erano undici famiglie, probabilmente alla ricerca di una vita diversa, quella che nella storia dell’uomo è sempre stata la voglia di futuro, conquista e cambiamento, troppo spesso ottenuta con il sangue e le guerre.
Una delle domande potrebbe essere: “Sai cosa stai fondando in questo momento?”, magari detto a un giovane pieno di speranze e di forze ma inconsapevole del gesto. Oppure: “E se su quella collina che vediamo là ci mettessimo una scritta enorme che segnerà l’immaginario di intere generazioni?”. Già, e come gli potrei spiegare un’invenzione che arriverà solo tra cent’anni?
Del resto come potrebbe ipotizzare un colono, al quale manca tutto, che se fosse, non dico immortale, o quasi, rischierebbe di non riconoscere più quei luoghi? Che la sua casa potrebbe essere un cartello per turisti, quelli dove si mettono in posa per una foto frettolosa e quando la vedi magari postata sui Social non sai mai se a essere fotografata è la scritta o la persona.
Oppure che stanno per dare il via a una città che, oltre a estendersi per 80 km, diventerà una metropoli di quasi 15 milioni di abitanti? Non credo che nemmeno immagini che esistano così tanti individui nell’intero mondo. Anzi, sarebbe curioso capire cos’è per lui il mondo.
Per chi è cresciuto con il mito di Zorro, che era spagnolo, gli potrebbe raccontare di un personaggio che lotterà per i più poveri e contro il potere dei cattivi. E che quella terra cambierà bandiera, ma la lingua che stanno parlando vivrà eccome e quanto sarà diffusa. E potrebbe aggiungere, magari guardando la notte stellata che questa non sarà più buia, ma diverrà una distesa a perdita d’occhio di luci e insegne.
Di sicuro, in quel frangente potrei dire loro tutto quello che so, e fargli capire l’impresa e il momento, che non è solo un buon terreno dal quale ricavare sostentamento, ma che il villaggio indiano cancellato dalla conquista e che oggi è all’interno all’Elysian Park, ha un nome troppo lungo – El pueblo de Nuestra Señora la Reina de Los Angeles – seppur pieno di significato.
Quel villaggio, lo avrete capito da qualche riga, ha accorciato di molto il suo nome.
Si chiama Los Angeles. O meglio, LA.
Alla prossima!
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Bello non lo conoscevo questo incipit di L.A..Lo vendo!!