Amatorius Secretum . LUSSURIA
Edith Piaf e l’erotico celato
In 19 Settembre 2015 da Debora Borgognoni
Ci può essere erotismo in una canzone di Edith Piaf? Di una donna che si autodefiniva non bella, che si sentiva ridicola a muovere le mani per interpretare le parole che cantava, che a quarant’anni era già vecchia?
Ce lo siamo chiesti un giorno a Parigi, passeggiando per Montmartre, quando poco prima, nel semibuio della metrò la scritta Edith Piaf ci ha catturati, e ci è venuto alla mente che anche il bateau portava la stessa scritta, e che forse quel nome lo avremmo trovato anche salendo gli scalini per il Sacre Coeur.
Intanto canticchiavamo La vie en rose, perché quella canzone rappresenta Parigi tanto quanto la Tour Eiffel. Eppure lei l’aveva regalata a una cantante di secondo piano, Marianne Michel, dopo che Marguerite Monnot l’aveva un po’ snobbata, considerandola une niaiserie.
Ce lo chiediamo ora, col profumo di caffè che ci stuzzica il naso in queste stradine del Marais, e che ci fa tornare in mente Les amant d’un jour:
Moi j’essuie les verres / Au fond du café / J’ai bien trop à faire / Pour pouvoir rêver / Mais dans ce décor / Banal à pleurer / Il me semble encore / Les voir arriver. (Sto pulendo i bicchieri / nel retro del caffè / ho troppo da fare / per pensare a sognare / ma in questo contesto / troppo banale per piangere / mi sembra ancora di vederli arrivare…).
Eh, già perché Paris è proprio così, e anche l’aria porta con sé una nota di erotismo. Così ci viene ancora in mente Sous les ciels de Paris:
Et le ciel de Paris / a son secret pour lui / Depuis vingt siècles il est épris / de notre ile Saint-Louis / Quand elle lui sourit/ il met son habit bleu / Quand il pleut sur Paris / c’est qu’il est malheureux /Quand il est trop jaloux / de ses millions d’amants / il fait gronder sur nous / son tonnerr’ éclatant… (E il cielo di Parigi / ha il suo segreto / Per venti secoli è stato innamorato / della nostra isola di Saint-Louis / Quando lei gli sorride / lui indossa il suo abito blu / Quando piove su Parigi / è perché lui è triste / Quando è geloso / dei suoi milioni di amanti / lui scatena su di noi / il suo tuono ruggente).
Erotismo a tratti tragico, e a tratti decadente, come solo chi ha provato l’amore e la passione sa. Come solo chi vive Parigi in autunno sa. Come solo chi si emoziona ascoltando a occhi chiusi l’ “ugola insanguinata” di Edith Piaf sa. «La camera d’albergo / con la carta ingiallita / e quando ho chiuso / la porta dietro di loro / risplendeva molto il sole / nel fondo dei loro occhi / questo mi ha fatto male…».
La chambre d’hôtel
Au papier jauni
Et quand j’ai fermé
La porte sur eux
Y avait tant de soleil
Au fond de leurs yeux
Que ça m’a fait mal…
E allora rispondiamo sì: ci può essere erotismo fra le note di una canzone di Edith Piaf. Non potremmo fare a meno di pensarlo sentendo quel suono vibrante che canta: «Des nuits d’amour à plus finir / Un grand bonheur qui prend sa place / Les ennuis, les chagrins s’effacent / Heureux, heureux à en mourir…».
O ripensando al suo amore disperato per Marcel Cerdan, di cui è rimasta ormai solo una canzone:
Le ciel bleu sur nous peut s’effondrer
Et la terre peut bien s’écrouler
Peu m’importe si tu m’aimes
Je me fous du monde entier
Tant qu’ l’amour inond’ra mes matins
Tant que mon corps frémira sous tes mains…(Il cielo blu può sprofondare su di noi / e la terre può anche crollare / Poco mi importa se tu mi ami / Me ne frego del mondo / finché l’amore inonderà le mie mattine / e il corpo fremerà sotto le tue mani…). L’Hyme à l’amour
Le canzoni citate:
-
Les amants d’un jour – anno 1956
-
Sous le ciel de Paris – anno 1954
-
La vie en rose – anno 1945
-
L’Hymne à l’amour – anno 1949
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