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Dalla Terra alla Luna: le donne del Pendolo
In 2 Gennaio 2021 da Chiara MenardoIl 5 gennaio 1932 nasce ad Alessandria Umberto Eco. Su Wikipedia è definito: “semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, accademico, bibliofilo e medievalista italiano”. Eco è un intellettuale sontuoso e un divulgatore divertente, fuori dallo schema impaludato e distante dei dotti di un tempo. Un erudito un po’ (per alcuni, molto) snob, permeato fino al midollo di una piemontesità profonda che traspare nella sua ironia sottile, come un sorriso a mezza bocca e che, per inciso, nel Pendolo di Foucault traspare con chiarezza.
A parte alcuni personaggi icona, usciti sua dalla penna (penso a Guglielmo da Baskerville de Il nome della rosa, ça va sans dire), quello che rimane dei suoi libri sono le storie, i dettagli accurati, le riletture di epoche, fatti e particolari rivisti in un’interpretazione originale che però regge, un’impalcatura solida frutto di lavoro accurato e di conoscenza profonda e appassionata.
Storia, letteratura, arte, teologia, ermetismo e filosofia sorreggono le trame dei suoi romanzi come se fossero loro, i personaggi più veri. E, forse, lo sono.
Ma… e le donne di Umberto Eco? Pochine.
Il nome della rosa, se escludiamo la Vergine Maria – adorata in modo quasi carnale da Ubertino da Casale che cita ripetutamente quella meraviglia di amore e sensualità che, nella Bibbia, è il Cantico dei Cantici -, è un libro declinato, per ovvie ragioni, al maschile: la ragazza senza nome che si intrufola nelle cucine, incontrata e amata da Adso, che vende il suo corpo al cellario Berengario in cambio di un poco di cibo, è l’unica presenza femminile in tutto il romanzo.
Nel Pendolo di Foucault – opera complessa, stratificata come una cipolla, ironica ed erudita, in cui Eco si diverte a smontare e rimontare, come le tessere di un immenso gioco di mattoncini, la storia del mondo occidentale, la nostra storia. Con trent’anni di anticipo sulla comparsa delle fake news, smaschera complottisti, terrapiattisti (nel caso del Pendolo, terracavisti) e Qnon vari ed eventuali, concludendo che la teoria del Complotto è certo affascinante, ma crederci è da sfigati -, le donne sono tre.
Soltanto tre.
Lia, Amparo, Lorenza Pellegrini. Non sono protagoniste, personaggi principali eppure, prendendole insieme e, facendo lo stesso gioco di Eco, smontando e rimontando, andando oltre il racconto per arrivare al modello femminile che incarnano, eccole, archetipi e simboli, dalla terra alla luna.
Continua… Leggi la parte II
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