Appunti Erotici . LUSSURIA
Vento scomposto
In 27 Novembre 2021 da La ComtesseIl vento soffia a mezzogiorno,
poi gira a tramontana;
gira e rigira
e sopra i suoi giri il vento ritorna.
«Torna tutto, Comtesse», mi dice col fare così innocente da nascondere il peccato negli occhi verdi. E nella bocca rossa e carnosa, e nel corpetto che tira i seni e li alza, e nelle efelidi da bambina, e nel rossore delle gote, come se avesse inondato di blush il naso e da uno zigomo all’altro, a mostrare un’insicurezza fittizia, artefatta, ben congegnata. Sembrano tutte liceali che spalancano gli occhi, le rosse naturali. Te le immagini con un gatto in grembo, il viso per metà nascosto dal pelo lungo argentato. Timide e perfide. Bellissime.
«Il vento torna e se ne va, on ne peut pas arrêter le vent». Sono seduta sulla mia poltrona Louis XIV, avvolta da uno degli ultimi raggi caldi della stagione, che entra dall’ampio finestrone senza tende da cui si ammirano i tetti parigini. L’ho voluta così, questa stanza, avvolta dal sole di giorno, e dalle tenebre di notte, simile a una camera obscura che riflette un’immagine capovolta quando una finestra dal palazzo parallelo si illumina. E l’immagine rotola sul parquet scricchiolante, e danza sul muro intonacato di bianco, e gli stipiti di legno, e gli specchi antichi. E cattura tanti, troppi ricordi di persone che hanno camminato scalze su queste superfici, perché io sono così sola da essere sempre in troppa estranea compagnia.
Il vento si è portato via la puzza di umanità tornata ad affrettarsi nei cunicoli delle metrò. Si è portato via lo smog dei camini e delle auto, l’umidità appiccicosa dell’aria, i fitti pensieri della gente che sembravano nuvole cariche di pioggia sopra le teste chine.
E mi ha portato lei, una nuova estranea compagnia. Lei e il suo gatto, che mi capisce di gran lunga più della padrona umana. Cosa ne sa lei del vento che è soffiato su questa città ammiccante? Cosa ne sa di me, dei moti del mio intimo? Del mio vento scomposto? La detesto un attimo, lei e la sua arroganza, la presunzione femminile che ha in sé una dolcezza irresistibile.
«Cosa non puoi fermare, dunque, Comtesse?».
«Oh, ma chère, sei tu che credi mi riferisca a te, sei tu che giochi con le mie parole. Ma vedi, io non ti voglio affatto fermare. Vai, corri, scopri, torna quando vuoi, dona e ruba, chiedi e afferra».
Abbozza un sorriso timido, si alza dal letto. Apre la porta del bagno, la spalanca. Abbassa le mutandine bianche con cuoricini rossi stampati. Le sfila per essere più comoda e mostra ai miei occhi che è davvero una rossa naturale. Si accuccia sul water, senza sedersi, nei suoi calzettoni grigi che coprono le gambe lunghe ma non le cosce bianche. Urina, guardandomi, sorridendomi. «Je ne peux pas arrêter le vent, ma Divine».
Note: I versi nell’incipit sono tratti dal romanzo Vento scomposto di Simonetta Agnello Hornby, Feltrinelli, Milano, 2009. L’autrice è nata a Palermo il 27 novembre 1945. Oggi compie 76 anni. Happy BDay!
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