IRA . Racconti da Kepler
Affascinato da Marco Polo
In 8 Gennaio 2016 da Il ViaggiatoreQuanto lo capisco!, anzi, se mi conoscesse capirebbe me. Sono a Venezia ed è l’8 gennaio 1324, il giorno in cui muore uno tra i più grandi viaggiatori della vostra storia: Marco Polo.
Io arrivo da un altro pianeta, sono venuto a studiarvi e capisco quanto siamo simili: lui è un mercante, ma curioso di incontrare, di conoscere. Io un cronista, altrettanto curioso di conoscere e di vivere momenti straordinari.
Da quel che ho letto Polo ha passato gran parte della sua vita a viaggiare, a stupirsi, ad assaggiare sapori, annusare aromi e profumi diversi, a camminare su strade di lingue diverse, lungo le quali ha visto vestiti, carnagioni e tagli di occhi diversi.
Quanto mi affascina questo veneziano!, considerato da alcuni un visionario, un fantasioso. Lascerà una bella eredità, probabilmente porterà con sé tanti aneddoti, particolari, soprattutto emozioni, più difficili da raccontare anche a Rustichello da Pisa, che durante la prigionia genovese trascriverà i suoi racconti in langue d’oïl. A Genova ci è arrivato perché fatto prigioniero dopo la battaglia di Curzola dell’8 settembre del 1298, durante la quale Polo guidava una galea. In carcere rimane un anno, il tempo necessario per dettare Il Milione.
Quanti potrebbero invidiare i suoi settant’anni così avventurosi? Oppure no?
Forse era meglio rimanere in porti più sicuri e viversi i propri luoghi natii? O forse ha avuto ragione lui: rischiare. Forse a guardare il mare viene voglia di spingersi sempre oltre, anche se poi si finisce per attraversare la terra e non solcare le onde come ha fatto lui insieme al padre Nicolò e allo zio Matteo. E con lui generazioni di navigatori ed esploratori, per bisogno, per curiosità o per indole.
Lo capisco io, che mi sono calato in una tuta, in un’astronave e sono venuto fin qui per lasciarvi le suggestioni di un alieno, che vuole conoscere, cerca di capire e non ha pregiudizi.
Persino Cristoforo Colombo prenderà ispirazione dai suoi racconti, che vivranno in più volumi, con molteplici fonti e versioni in lingue diverse. Del resto Colombo voleva arrivare in Oriente scoprendo una nuova via e finì per scoprire altro: un’altra avventura fantastica!
In questa contrada di San Crisostomo è un viavai di uomini e donne, di lingue diverse, si respira un’aria – si direbbe – cosmopolita. Il denaro spinge a fare affari, senza talvolta badare a religioni e razze ma alla fine si finisce per farsi la guerra.
Diciassette anni lontano da casa, per diventare persino consigliere e ambasciatore dell’Imperatore Khubilai Khan, ponendosi come intermediario tra due mondi, due civiltà tra le più straordinarie e che avevano avuto poche opportunità anche di sfiorarsi.
E ancora la domanda mi emozione: chi non lo invidierebbe in questo mondo moderno per un viaggio arrivato così lontano?
Mentre cammino e l’odore del mare entra nelle mie narici penso alla famiglia che gli sta attorno: la moglie Donata Badoèr e le tre figlie, Fantina, Bellella e Moreta.
Buon viaggio Marco Polo, che da mercante si appresta a entrare nella storia, la vostra, ma anche un po’ nella mia.
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