Coccodrilli ad Artem . IRA
Mustafa Kemal Atatürk
In 10 Novembre 2017 da Il ViaggiatoreA giudicare un uomo politico che rivoluziona l’assetto di uno Stato senza contestualizzarlo nel proprio tempo si commette l’errore di averne una visione falsata o incompleta. Questo vale anche per Mustafa Kemal nato nella cosmopolita Salonicco del finire dell’Ottocento. Qualcuno “adombra” che fosse un islamico di origine ebraica, tuttavia le conferme storiche non sono così rilevanti per suffragare questa ipotesi. Militare in carriera e patriota, lotterà anche con la forza per far cadere l’ormai allo sbando Impero Ottomano, uscito malconcio dalla Prima guerra mondiale. Giovane turco, sarà alla testa del movimento che farà abdicare Mehmet V in favore di Mehmet VI. Le frequentazioni scolastiche con il mondo tedesco e francese a Istanbul, la città di frontiera con l’Oriente, lo porteranno a conoscere l’Occidente e ad avere una visione laica e moderna. Visione laica e moderna che non saranno un freno al ruolo di Dittatore e di persecutore dei Curdi. Diventato Generale a seguito dei successi militari nei Dardanelli, guiderà il colpo di stato del 1919. A lui diranno di ispirarsi persino Benito Mussolini e Adolf Hitler ma non è dato sapere se questi omaggi fossero graditi. Primo Ministro, poi Presidente della Grande Assemblea Nazionale, sarà deciso nello stroncare ogni opposizione interna e si accorderà con la Grecia per il reciproco scambio di popolazione facendo sì che tornassero in Patria islamici turchi e che lasciassero i confini anatolici i greci ortodossi. Nel 1923 dichiarerà la Repubblica e sarà eletto Presidente, carica che manterrà fino alla morte. Nel 1934 sarà nominato dal Parlamento Ataturk, Padre dei Turchi.
Il vero coccodrillo:
Si è spento oggi, 10 novembre 1938, nel Palazzo Dolmabahçe, il primo edificio di Istanbul in stile europeo, Mustaf Kemal detto Atatürk, il padre dei turchi. Presidente del grande Paese, ponte tra Occidente e Oriente, è deceduto in seguito alle conseguenze di una cirrosi epatica. Nato a Salonicco il 19 maggio 1881 aveva conosciuto la cultura occidentale e ne aveva fatto il suo credo politico, affinché la sua Patria diventasse laica e moderna. Militare di lungo corso, impegnato in diversi fronti, da quello libico a quello nei Dardanelli, era salito al potere con destituzione di Mehmet VI e dal 1923 era diventato Presidente della Turchia. L’abilità politica lo aveva portato a scontrarsi sì con l’autorità religiosa, arrivando a palesare il suo ateismo e a rendere laico lo stato erede dell’Impero Ottomano ma al contempo evidenziò tolleranza verso il culto, e l’Islam rimase religione di Stato. A lui si deve la decisione di traferire la capitale ad Ankara, l’abolizione della legge islamica sostituita con un codice civile moderno e ispirato al modello svizzero, la parità tra uomini e donne, l’abolizione del velo nei luoghi pubblici, l’alfabeto latino e il suffragio universale. Le ombre sulla repressione delle opposizioni interne e dei Curdi in particolare non possono sminuire l’evoluzione compiuta dalla Turchia, da sempre terra strategica come porta sul Mediterraneo. Non nascose le simpatie verso Lenin anche se non si schierò mai esplicitamente per il regime sovietico. A succedergli nella carica sarà Mustafa İsmet İnönü.
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