
Le opinioni superbe . SUPERBIA
Il colore, perché…
In 30 Settembre 2022 da Redazione Seven BlogEstate, autunno, colori caldi, arcobaleno, arancio, rosso, oro. Due stagioni si intersecano e creano giochi di luce. Cos’è in fondo il colore se non luce che tocca il mondo e ce lo rimanda in percezioni? Settembre è il mese dei Colori: per voi raccontini superbi…
da Debora
Lettera immaginaria di Paul Verlain a A.R.
Mon cher, mio doloroso amore, mio sfuggente, crudele amico,
sei sceso anche tu agli inferi, in questa stagione che decanti nel tuo taccuino di dannato? E cosa c’è lì, in basso, di così più vivo e degno, al cospetto del mondo in cui noi ci siamo amati? Amati e anche un po’ odiati, dirai tu, e lo sparo, e l’angoscia, e i pianti, e la mancanza di ispirazione, e la fuga, e…
Hai assegnato un colore alle vocali, prima di abbandonare la poesia. Anche perché alla poesia hai dato tutto, non c’è più niente in quel taccuino che va scritto ancora, e del resto la poesia l’hai trasformata in un concetto che si mischia a chimica, di cui tu sei il solo, eterno alchimista.
E allora, riconoscendo la tua superiorità, che me ne importa se mi considererai patetico per la personificazione dei colori?
I fetori della A nera sono stati i nostri abissi, e le mosche ci ronzavano intorno per privarci della ragione.
Il bianco velo che ti nascondeva, maligno spirito tutt’altro che candido, in realtà era mio. Sono io tutte quelle E che pronunci con ugola vibrante.
Il sangue delle I porpora mi ha portato qui, in carcere, e ha scavato il nucleo dell’angoscia, della perdita, di un uomo non più poeta, di questo iato stucchevole e perfido che ha combaciato con il mio amore per te. Collera e ubriachezza, dici tu in versi. E già lo vedo il tuo ghigno di “belle labbra”, o di labbra troppo fiere, maledette come sei tu.
Ma del verde delle tue U e del blu delle tue O non posso più parlare. Non so in quali praterie stai correndo né in quanti mondi sei andato a riposare.
da Claterina
Occhi
Che fossero blu, marroni, grigi, verde acqua o azzurro cielo li aveva amati tutti. La sua sete di occhi aveva attraversato la sua vita sino a che aveva incontrato quelle iridi nere e profonde: un buco nero in cui perdersi, dissolversi. Un tuffo lontano dalle angosce, un pozzo dove ritrovare se stesso.
Eppure si sentiva trafitto, non più libero, non più capace di negarsi, non più capace di giocare con l’amore: una mosca in una tela di ragno. Lei una mantide, una distruttrice, eppure il suo pozzo d’acqua.
Istintiva e solare era entrata nella sua vita quasi per sbaglio, reticente a conoscerlo si era sciolta lentamente, ma quando aveva preso possesso era diventata una lettrice attenta della sua anima… troppo attenta! Era diviso tra il restare e l’andare, ma il richiamo di quegli occhi lo ipnotizzava, lo rendeva incapace di ogni scelta.
Prese un tubetto di colore e lo riversò sul quadro, il nero si espanse, coprì le fattezze della donna. Troppo facile cancellare la sua immagine per liberarsi del ricordo di lei.
In un giorno assolato di agosto lo aveva baciato su di una guancia, era salita su di un treno salutandolo con un cenno della mano; lui aveva risposto al saluto mentre i colori del mondo si spegnevano nel grigio vacuo della solitudine.
da Gianluca
Un velo nero
La città è piena di colori. Io non c’ero mai stata. L’avevo vista solo in tv. E oggi mi sembra di esserci entrata dentro. Dentro una tv a colori.
Dove vivo io, i colori sono sbiaditi. C’è il marrone delle montagne, il verde degli alberi e il blu scuro del fiume ma tutto il resto è grigio. Sembra di vivere in una tv in bianco e nero.
Qui, invece, la vita è un’esplosione di colori. Qui, anche l’aria che si respira è intrisa di colore, e il grigio dei palazzi è di un grigio più bello. Qui, anche l’acqua del fiume è di un blu che più blu non si può.
Non l’avevo mai visto un blu così prima d’ora.
Qui le donne indossano vestiti che non avevo mai visto prima. Con quel velo nero in testa, qui le donne sono ancora più belle. Qui le donne lo sanno che non potrà mai coprirle davvero.
Teheran, 13 settembre 2022
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