GOLA . RicetteColte
Il paté di cappone di Élise de Bérger
In 11 Maggio 2016 da La ComtessePerché la gola è anche un po’ amore
È il 1789. La contessa Élise de Bérger non sa nulla delle rivolte parigine del Terzo Stato, non sospetta che queste “piccole scaramucce”, come le chiama lei, porteranno alla presa della Bastiglia il 14 luglio e alla caduta dell’Ancien Régime. Vive nel suo personale mistero, divisa a metà tra i sogni e la sicurezza della sua propria realtà. Divisa tra un’essenza e la razionalità.
Ma cucina. E pian piano svela ricette tipiche di quegli anni, svela com’è fatta una stanza preposta a cucina, una cantina, una ghiacciaia. Com’è la struttura di un palazzo, come sono le mode. Allora lasciamoci trasportare da lei indietro nel tempo, sentiamo con lei l’odore dei fornelletti sempre scoppiettanti. Gustiamo con lei la sua entrée: paté di cappone. Miei cari chouxchoux, cuciniamo con la mia ava e immergiamoci in questo romanzo!
Ingredienti:
- 1 Cappone
- 1 bicchiere di Latte
- ½ l di Brodo
- 3 noci di Burro
- Cannella
- Pistacchi
- Timo
- Granelli di pepe
- Sale e Pepe q.b.
Procedimento:
Seguite i suggerimenti della narratrice, che descrive le azioni della contessa Élise de Bérger. Non ve ne pentirete!
«Si occupa del cappone: con il coltello più grande comincia a dividerlo in piccole parti e toglie la polpa dalle ossa. Frattura queste ultime aiutandosi con il mortaio e mette anch’esse dentro l’acqua che già bolle. Aggiunge un pizzico di sale, qualche granello di pepe nero e un piccolo pezzo di cannella.
Con la carne di cappone rimasta comincia a preparare il paté per l’entrée. In una padella larga fa sciogliere il burro, aggiunge i pezzetti di carne di cappone che ha già tagliato, e porta il tutto su un altro fornelletto. Bagna con poco brodo, un po’ per volta, senza mai fare asciugare troppo la carne. Dopo qualche minuto sala, pepa e aggiunge il latte.
La carne si scioglie in mezz’ora. La versa nel mortaio insieme a un goccio di latte, e pistacchi, cannella, timo e ancora sale. Comincia a pestare il tutto energicamente mentre canticchia la melodia di una vecchia canzone francese che aveva sempre sentito fischiettare da suo padre.
Nel frattempo il paté è pronto. Sempre canticchiando travasa la sua entrée in una terrina rettangolare e ne riempie di acqua fredda un’altra un po’ più capiente per lasciare a bagno il paté per circa un’ora. […]
[…] Le viene in mente il paté di cappone: è passata un’ora e deve essere pronto. Élise lo stacca dalla terrina e lo travasa in un piatto da portata, che lascia nella stanza attigua, per terra, vicino alla credenza-cantina».
L’acqua con le ossa di cappone le serviranno per un brodo di pane, uova e formaggio. Ma ne parleremo un’altra volta. Pe ora bon appétit!
I pensieri di Élise…
«Ancora tre ore e mi abbraccerai, guarderai questo cibo, assaggerai col cucchiaio la mia zuppa e stapperai un vino rosso, che diventerà il nostro nettare. Forse è questo l’amore, forse è fatto di attimi, di sapori, di odori. Forse è solo un morso alla vita, un sorso di destino».
Il libro…
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