
Appunti Erotici . LUSSURIA
Jadis, si je me souviens bien
In 29 Luglio 2017 da La ComtesseIl mio coiffeur Anton era già nelle mie stanze, sapete, ogni giorno ho bisogno di accorciare un millimetro il mio caschetto, di pettinare i capelli in modo che siano perfettamente lisci, ma soprattutto di profumarli con semi di lino, e solo Anton ha il diritto di massaggiare la mia cute e di acconciarmi. Dunque, dicevamo, Anton era da me e mi pettinava, e Ambrojo entra di corsa senza nemmeno bussare. Madame, dice, lei è alla porta. Dice che deve vedervi e non se ne andrà fintantoché non la accoglierete. Mi serve una camera, dico io, e Ambrojo sorride perché sa cosa significa. Per due?, mi chiede tutto soddisfatto, e non voglio notare che intanto si sfrega le mani, lo sciocco, e nemmeno se ne accorge più.
«Oh, caro, caro il mio Ambrojo, mio fedele giovane maggiordomo (che così giovane non è, ma io lo preferisco di gran lunga oggi, con la barba quasi totalmente bianca e lo sguardo di chi sa cos’è la vita), naturellement je pense toujour pour trois. Non ti escluderei mai. Jamais!». Lui è già felice ma non vuole più darlo a vedere. Se ne va dalla camera, esce dal campo visivo della mia coiffeuse, dallo specchio che ho dinanzi, e pouff, sparito. Si allontana sobbalzando, muovendo in giù il pomello della porta, senza far rumore. E questa cosa mi infastidisce sempre un po’. Sarà che vorrei avere potere anche sui suoi movimenti: ma poi ci rifletto, e mon dieu!, che noia sarebbe!
Anton non parla, continua il suo lavoro, ma agli angoli della bocca è nato un ghigno che riconosco bene all’essere umano. Quando finisce, mi dice solo: «bon amusement, Comtesse».
Lei è come al solito, fatta di materia che ti cola addosso. Si dice che le belle donne siano eteree, evanescenti, carezze sulla pelle e sui ricordi. Non è vero. Certe donne sono fisicità, sono parole dure, sono strazio dei sensi. Sono odore lungo le narici, e necessità di chiuderlo in una boccetta e odiarlo, o spruzzarlo per tutta la pelle nuda. Sono schiaffi a mani nude, sono terra bagnata.
«Bonjour, mes amis. Oggi il club dei lettori si apre con Rimbaud».
Lei prende il libro che ho posato sul tavolino, Ambrojo finisce il suo goccio di Cointreau. Io leggo.
Jadis, si je me souviens bien, ma vie était un festin où s’ouvraient tous les coeurs, où tous les vins coulaient.
In copertina, opera di Auguste Levêque (1866 – 1921), Bacchanalia, olio su tela, misure 96×127 cm
1 commento
Lascia un commento Annulla risposta
Navigazione
Consigli
Articoli recenti
- La rezani all’arancia che piace all’altra 20 Gennaio 2021
- Albert Camus ad Algeri 19 Gennaio 2021
- Ethos e i suoi intrecci 18 Gennaio 2021
- Fottuto incontro 17 Gennaio 2021
- Al Cavern Club 16 Gennaio 2021
Le ultime sette righe (compreso Rimbaud) sono un “richiamo della foresta.” per i lupi… grigi e meno grigi.