GOLA . RicetteColte
Le tagliatelle doppio burro con rigaglie e Sua Eccellenza a capotavola
In 15 Giugno 2022 da Fabio MuzzioCaro Commissario, un Ministro ha sempre qualche cosettina sulla coscienza.
Dott. Biagio Tanzarella
Sua Eccellenza si fermò a mangiare del 1961 presenta alcune particolarità: intanto è l’ultimo dei sedici film in cui Mario Mattoli ha diretto Totò e che questi nei titoli di testa viene indicato come “con la partecipazione di”. Il vero protagonista della pellicola sarebbe Ugo Tognazzi ma è il “Principe della risata” risulta il perno su cui ruota tutta la storia.
Un’ulteriore curiosità risiede nel fatto che nel 1967 il film cambierà titolo in Il Dott. Tanzarella medico personale del… fondatore dell’Impero aggiungendo quello originale come sottotitolo. In realtà, iniziando la vicenda alle tre di notte del 23 febbraio 1923, appare quantomeno poco attinente parlare dell’Impero che arriverà per annuncio dal celebre balcone ben 13 anni dopo. Oggi si sarebbero spesi almeno quindici minuti di discussione Social per sottolineare l’incongruenza compreso il fatto che i protagonisti si danno del Lei e non del Voi.
La commedia si inserisce nel filone che si prende gioco del Ventennio fascista e offre tempi tipici della piéce teatrale con argomenti che non sono passati inosservati alla censura, perché alla fine comunque legati all’attualità di quegli anni (o forse sempre presenti).
La trama credo sia nota, tuttavia: Ernesto (Ugo Tognazzi) è un marito che tradisce la moglie, la Contessina Silvia (Virna Lisi) un po’ fredda e con la quale dorme in camere separate da tre mesi. L’amante è Lauretta (Lauretta Masiero) giovane intraprendente donna. Le uscite notturne di Ernesto vengono interecettate da un ladro (Totò) e dal suo complice Gennarino (Ignazio Leone) che si fa beffe delle guardie in ronda con “Ladri non esistono più da quando c’è “Lui“” oppure “I treni arrivano in orario). E proprio la capacità di spiare entrano in gioco per il ricatto: il ladro, quindi, si presenta a casa di Ernesto come il Dott. Biagio Tanzarella, pronto a spifferare il tradimento a meno che non vengano pagate 10mila lire.
Il tutto si complica quando la Contessa Clara Bernabei (Lia Zoppelli) mentre invita la figlia Silvia a essere più espansiva (sono uomini) scopre che il Dott. Biagio Tanzarella, spacciatosi per il medico che aveva curato Ernesto in guerra dieci anni prima (quindi nel 1913) sarebbe il medico personale del Duce.
La scoperta da parte del ladro di un servizio di posate d’oro (“circoncise”) da Benvenuto Cellini e dono dello Zar ai Bernabei pronte per essere ritirate dalla banca e poi utilizzate per una cena importante con Sua Eccellenza, offre l’occasione di un colpo ben più allettante. E così Lauretta diventa la finta moglie del Dottore, coinvolta per la gelosia verso l’amante che giurava di avere una moglie vecchia e poco avvenente. La narrazione, per farla breve, si sposta in campagna, dove arriva Sua Eccellenza il Ministro (Raimondo Vianello) che deve inaugurare un busto di un personaggio locale. Non può mancare il colpo di scena: Sua Eccellenza, che incarna la virilità del Ventennio, si scopre avere avuto un problema tempo addietro (insomma aveva fatto “cilecca”) con Lauretta (“colpa del treno” “hanno bussato alla porta“). Quando spariscono improvvisamente le posate e il sospettato è proprio il Ministro, entra in gioco anche il Commissario (Francesco Mulè). Si addosserà la colpa Ernesto, uno spunto interessante di come si tenda a “salvare” il politico comunque innocente e, alla fine, queste benedette posate ritrovate e utilizzate a tavola, con una stratagemma, verranno donate al Duce ma in realtà a prendersele sarà il truffatore e finto medico.
Ho tagliato una parte della pellicola che invito comunque riscoprire segnalando che vengono eseguite due canzoni proprio dell’epoca fascista come Creola e Il tango della gelosia, composte però nel 1926 e nel 1930, quindi dopo le vicende narrate: entrambe sono eseguite al pianoforte da Silvia, che alla fine, per dirla come Ernesto, si trasformerà da frigorifero a vulcano nel rapporto coniugale.
Seppur la critica non fu troppo benevola, ma sappiamo anche quanto sia stata rivalutata la comicità di Totò, sono davvero godibili le scene della coppia Tognazzi/Vianello che hanno rappresentato un sodalizio sia cinematografico che televisivo non esente da polemiche a livello politico; un ricordo speciale poi è per Virna Lisi, tra le più brave e seducenti donne della storia del nostro cinema.
E la ricetta? Sul finale, prima che vengano prelevate per dono alla Patria le posate, c’è la finta telefonata di Tanzarella al Duce al quale sottolinea che (qui c’è c’è gente allegra simpatica e demografica) e fornisce l’elenco delle portate; fettuccine doppio burro con rigaglie, ovette di pollo e gran coniglio. In realtà le tagliatelle doppio burro e quelle con le rigaglie potrebbero essere anche due portate ma qui appaiono unite.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
- Rigaglie di pollo 300g
- Pomodori 500g
- Burro 100g
- Vino bianco 1 bicchiere
- Aglio 1 spicchio
- Maggiorana due rametti
- Sale
- Tagliatelle fresche 350g
PROCEDIMENTO
La base di questa antica ricetta della cucina povera soprattuto romana, prevede le rigaglie di pollo: cuore, fegato, cresta, stomaco, ventriglio, bargigli e ovette (che il Dott. Biagio Tanzarella elenca e il cameriere invece dirà che non vi sono). I sapori sono sicuramente “forti” e non incontrano il gusto di tutti ma a volte certi sapori vanno riscoperti. Ti raccomando o di pulire bene le rigaglie o di acquistarle già pronte per essere cucinate. In proprosito riscacquale e asciugale delicatamente con della carta assorbente e poi tagliale a cubetti non troppo grandi. Lasciale riposare mentre prepari i pomodori.
Se riesci a preparare la ricetta in una stagione favorevole avrai gli ingredienti freschi e dal sapore di stagione, maggiorana compresa. Una volta che avrai scelto i pomodori che preferisci e mi raccomando ben maturi, scottali in acqua bollente per facilitare l’eliminazione della buccia. Passa poi a ridurli in passata con un mixer a immersione.
In una pentola antiaderente metti metà del burro e l’aglio che inizierai a riscaldare. Non appena senti l’inconfondibile profumo versa le rigaglie, la maggiorana abbassa la fiamma e falle insaporire senza bruciare il burro. Pochi minuti e aggiungi il vino che farai evaporare. A questo punto versa la passata di pomodoro, aggiusta di sale e fai cuocere almeno trenta minuti (valuta bene le rigaglie) a fuoco dolce. Nel caso la salsa si asciughi troppo aggiungi pure mezzo bicchiere di acqua.
Le tagliatelle potresti prepararle direttamente in casa oppure optare per acquistare quelle fresche che non richiederanno una lunga cottura. Preleva un mestolo dell’acqua della pasta.
Cola le tagliatelle e “buttale” in padella con il sugo: falle insaporire a fuoco medio aggiungendo l’acqua della cottura. Termina la mantecatura con il burro rimanente lasciando il coperchio sopra la padella per un minuto non prima di aver messo un altro rametto di maggiorana che con il calore rilascerà il suo profumo.
La ricetta è sicuramente calorica ma se dovessi utilizzare le posate d’oro potrebbero dare quel tocco nobiliare in più.
(ADV)
Come fare ufficio stampa: competenze e operatività è un corso di Fabio Muzzio dedicato a chi vuole apprendere tutti gli strumenti necessari per la comunicazione di impresa che si rivolge agli operatori dei media: per acquistare clicca qui
Navigazione
Consigli
Articoli recenti
- Nude Jeannie 26 Marzo 2024
- I sette (non preti) del cinema italiano 24 Marzo 2024
- Rompicapo 23 Marzo 2024
- L’AI e i viaggi 22 Marzo 2024
- Opinioni 12 Marzo 2024
Lascia un commento