GOLA . RicetteColte
La Piña Colada di Doug Bennett
In 24 Febbraio 2021 da Fabio MuzzioPerché la gola è un infiltrato che non ti aspetti
Miami Supercorps – I poliziotti dell’ottava strada è il quindicesimo e penultimo film girato da una delle coppie più feconde del nostro cinema: Bud Spencer e Terence Hill. Uno dei tratti ricorrenti del due Carlo Pedersoli e Mario Girotti è stato quello di riportarci oltreoceano, fossero le montagne del vecchio West o le strade più moderne degli Stati Uniti anni Settanta od Ottanta anche se non sono mancate digressione in sud America o nella giungla. La pellicola non è certo tra le migliori e offre scene meno memorabili rispetto ad altre volte: non che le sceneggiature fossero particolarmente complesse ma l’alchimia dei due attori ha creato cult movie indimenticabili e, parlando di ricette, siamo lontani dalle crêpes suzette di Trinità e Bambino o i fagioli con le cipolle di Charlie Firpo. Più volte è stato ribadito che Miami Supercorps – I poliziotti dell’ottava strada appare un ideale seguito di Miami Supercops del quale non ha carica comica e strizza gli occhi a Beverly Hills Cop in particolare per una colonna sonora che finisce con il somigliarci.
A questo si aggiunge la particolarità di meno sequenze di cazzotti e più azione non proprio frequente anche nelle aspettative del pubblico in sala. Non manca di certo il consolidato “gioco” di Terence/Doug nel rendere un po’ vittima raggirata Bud/Steve per coinvolgerlo nell’avventura. Addirittura, rispetto al consueto, al solito play boy eroe un po’ furfante dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, che calamita la bella del film, uno spazio se lo il barbuto omone in genere poco avvezzo alle avventure romantiche. E se Doug Bennet, sotto copertura come Jay Donell, si innamora della bella infiltrata e poi agente dell’F.B.I. Irene Castellano, che tra pettinatura e outfit può far tornare qualcuno agli anni della gioventù di quel decennio, Steve Forest, sotto copertura come L.A. Wray, vive la sua relazione con la camionista Anabele, che sfida a braccio di ferro ma che non disdegna di evidenziare le forme perfette da culturista alla guida di un TIR.
La Florida e Miami, anzi Hialeah, sono quindi lo scenario di questa avventura e alla caccia a un rapinatore che non ha mai rivelato dove abbia messo il corposo bottino; i buoni sentimenti non possono mancare come il lieto fine, tratto distintivo delle loro pellicole. Da questo film ho tratto la ricetta Piña Colada che Doug ordina allo Stefano’s Restaurant. Qui, mentre Steve prova a ordinare un Bloody Mary con altri nomi, tanto che il barista immagina che desideri una prostituta, entra in gioco Irene, l’infiltrato che in genere puzzano come capre e che invece si dimostra essere ben altro.
- Rum 60ml
- Crema di cocco 30ml
- Panna liquida 30ml
- Ananas fresco 180ml
- Ghiaccio tritato 125g
- Una fettina di ananas per guarnire
Procedimento
Vediamo come preparare, come dice Doug, questa Piña Colada poco Piña e molto Colada. Per il rum scegli quello che più ti piace, se ne utilizzi uno di Puerto Rico aggiungerai un tocco di originalità. Per l’ananas l’alternativa sarebbe quello fresco (l’equivalente sono circa 150g di frutto pulito) altrimenti, come ti indico, utilizza il succo. La preparazione è semplice, perché devi versare tutti gli ingredienti e li devi frullare per circa venti secondi. Il bicchiere ideale è l’hurricane. Completa la decorazione con una fettina di ananas (qualcuno aggiunge anche una ciliegia al maraschino) e l’immancabile cannuccia che fa tanto “sole, mare e… sei in pole position” ma questa è una semicitazione. Ovviamente mi auguro che tu sia in compagnia e quindi ti basterà raddoppiare la dose.
A proposito
Se il cocktail ha la certezza di essere stato creato a Puerto Rico, tanto da esserne diventato uno dei simboli, più complessa è l’attribuzione sul suo creatore e persino l’anno. Il maggior numero delle fonti lo attribuisce a Ramón “Monchito” Marrero Pérez barman del Caribe Hilton di San Juan. Altri lo attribuiscono a un ristorante, Il Barrachina che ha pure la targa che ricorda il luogo della nascita ufficiale. Sulla data c’è chi opta per il 1952, chi per il 1954 e chi nel 1957. Questo cocktail riporta le suggestioni di uno dei tanti luoghi visitati nel primo viaggio da Cristoforo Colombo e nel corso del tempo ha subito diverse variazioni come la presenza di miele, sciroppo di canna, lime ecc. Il cocktail ha avuto un grande successo e si è diffuso quasi subito soprattutto ai Caraibi e nei vicini Stati Uniti. La Comtesse, quando le ho parlato della Piña Colada, ha sospirato e iniziato a parlare in spagnolo chiedendo subito ad Ambrojo di preparane uno, anzi due, perché aveva una storia da raccontare alla Contessina Jeje che era nella sua stanza.
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