SevenStories
La pensionata
In 1 Gennaio 2023 da Debora BorgognoniIl racconto vincitore di SevenStories – Big Babol
di Simonetta Borghi
L’appuntamento al patronato era andato bene e mi sembrava così strano aver provato la stessa emozione del primo colloquio di lavoro quarant’anni prima.
L’inizio e la fine del mio cerchio della vita lavorativa.
Informai subito la direzione, a fine anno avrei dato le dimissioni per il pensionamento ed era necessario trovare da subito la persona che mi avrebbe sostituito.
Il testimone da passare era piuttosto pesante e vantava un ampio raggio di azione, ma io, quel testimone lo avevo sempre adorato e difeso.
Era la professione che mi ero scelta e che continuava a regalarmi grandi soddisfazioni.
Avrei potuto proseguire, ma era il momento di lasciare spazio ai giovani; per quanto fossi ancora una brava impiegata, capivo che la mia elasticità mentale non era più la stessa.
Si decise che ai colloqui degli aspiranti responsabili amministrativi non avrei partecipato ma li avrei testati direttamente sul campo.
Quel lunedì mattina, mi raggiunse dal corridoio un profumo dolciastro che odorava di freschezza e giovinezza. Alzai gli occhi e voltai la testa verso la porta, annusando l’aria come un cane da tartufo vicino alla meta.
Si palesò sulla porta la mia allieva, una ragazzina con i capelli lunghi in jeans a vita alta e un mini pull che era lungo o corto a seconda del metro di misura, che le arrivava appena sotto il seno.
Mi allungò la mano con fare gentile e sicuro, una mano perfetta dalle unghie curate e laccate.
Facendola accomodare, continuai a fissare la sua bocca: era lì che si era in realtà focalizzata tutta la mia attenzione, il profumo proveniva da lì dentro.
Era il profumo della Big Babol, il chewing-gum che aveva spopolato negli anni ’80 durante la mia adolescenza.
La sensazione che provai andava dalla meraviglia dell’aver riscoperto quel sapore di fragola e il disgusto per quel masticare convulso e rumoroso.
Era una cosa che avevo sempre detestato, ero stata educata a masticare a bocca chiusa e mi ritrovavo a dover lavorare con una masticatrice senza ritegno.
Chanel era a suo agio e non fece caso alla mia espressione di disappunto, né ai miei silenzi, e schioccò a intervalli regolari piccoli palloncini con la bocca.
Pensai all’istante che sarebbe stata una convivenza lavorativa difficile.
La buttai sulla miriade delle cose da fare e sul buon profumo di Big Babol che la piccola Chanel continuava a emanare.
Era svelta, e ascoltò con attenzione tutte le mie spiegazioni; in lei non scorgevo nessuna delle mie ansie da apprendista.
Fu un bello schiaffo per la mia superbia professionale sentirla definire roba preistorica i mastrini di prima nota che avevo tracciato a mano davanti a lei, ma mi abituai giorno dopo giorno alla sua presenza, soddisfatta che il lavoro le piacesse e che lo prendesse sul serio.
L’ufficio amministrativo divenne il più profumato dell’azienda e mi piaceva pensare che la Big Babol fosse il trattino d’unione tra le nostre generazioni.
Una mattina, arrivai al lavoro dopo di lei ed ero ancora nel corridoio quando la sentii rispondere a una chiamata interna.
«No, la pensionata non è ancora arrivata».
Non sapevo mi chiamasse così e ci rimasi un po’ male, faceva tanto anziana e io mi sentivo solo più adulta di lei.
Non dissi nulla, ma per mascherare quanto fossi permalosa, tirai fuori dalla borsa lo stick con le Big Babol acquistato facendo la spesa, ne scartai una con finta lentezza e molto rumore mettendola in bocca con aria di sfida.
Dimenticai in un attimo dove mi trovavo e quanti anni avevo, masticai con gusto quel quadretto dolce e molliccio e non potei evitare di fare un bel pallone che mi scoppiò in faccia pochi istanti dopo.
Sorrisi soddisfatta ripulendomi e notando compiaciuta l’espressione sorpresa di Chanel: la pensionata Alice faceva palloni più grandi dei suoi.
VINCITRICE
Simonetta Borghi
TITOLO
La pensionata
La motivazione della Giuria è la seguente:
A quale generazione appartiene il diritto di masticare un chewing-gum alla fragola? E a quale, costantemente e per sempre, appartiene la facoltà di creare palloni rosa che ti scoppiano sul volto? In un gioco che diventa un vortice – perché gioco nel gioco, come una serie di matrioska – e che ci fa svelare anche sensibilità e delicatezze, la gomma da masticare è il simbolo del passaggio di testimone, di una “pace” che il mondo, ferito da fraintendimenti e disincanti, tanto reclama.
Biografia dell’Autrice in un Tweet:
Sono una silenziosa cacciatrice di emozioni “porta a porta” e adoro parlare d’amore.
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