Amatorius Secretum . LUSSURIA
Carrie e Big, e le altre
In 28 Novembre 2015 da Fabio MuzzioCarrie, Samantha, Miranda e Charlotte. Sì, proprio loro. Non credo siano tanti gli uomini che amano Sex and the City, che si sono visti tutti gli episodi della serie. Me ne sono accorto quando è uscito il primo film. In sala eravamo pochi, qualcuno accompagnava la fidanzata o la moglie. Io no, era una mia scelta. Le ragazze in verità non le ho scoperte subito al primo giro, quello della prima TV, ma dopo.
Gli uomini escono leggermente ridimensionati, spesso oggetto dei voleri di queste quattro personalità così differenti nell’approccio. Ho sempre pensato che fossero a volte stereotipate e alla fine rappresentassero i diversi aspetti anche di una stessa donna.
Quale giudizio si può formulare? Suo malgrado, almeno in parte e in modo tranciante, lo ha fatto l’unico uomo che attraversa tutte le stagioni TV, comparendo nel primo, rientrando più volte negli anni e chiudendo nell’ultimo: Mr. Big. Ci vorranno tutti i 94 episodi per conoscerne persino il nome, John. Inevitabile che sia stato protagonista delle due versioni cinematografiche, facendo soffrire Carrie, persino scappando dal matrimonio, troppo impegnativo per chi era già stato sposato.
La storia probabilmente la conoscerete bene e non mi dilungo.
L’anno scorso mi ha lasciato abbastanza di sasso una dichiarazione di Chris Noth, l’attore che interpreta Mr. Big. Sganciato dal ruolo non solo ha criticato Carrie, ma l’ha pure etichettata come una puttana, sia per i tradimenti nei suoi confronti, opera di sceneggiatori che certo nella monotonia del tran tran newyorkese non avrebbe reso interessante la storia, sia per i venti uomini che, a conti fatti, sono entrati nella vita di quella che è divenuta poi sua moglie.
Dove è andato a finire quel “Eternamente tuo, Eternamente mia, Eternamente nostri” ripreso da una lettera d’amore di Ludwig van Beethoven e recitato, anzi promesso, nel letto prima di addormentarsi?
Inutile interrogarsi sulla differenza del reale e della finzione. Chris Noth a parte, come le possiamo inquadrare queste donne?
Mi sono interrogato se, alla fine, queste “ragazze” uscite dagli anni Novanta, tranne Samantha che arriva dagli Ottanta, ci facciano sorridere, ci piacciano per emancipazione, per disinvoltura, ma nella vita reale ci spaventerebbero? Insomma ci piacciono se le vediamo sul piccolo o sul grande schermo e finiremmo per giudicarle negativamente al di fuori?
Samantha è mangiatrice vorace di uomini, anzi un approccio più da uomo che da donna, ci dice il nostro atavico modo di essere e di pensare corteggiamento e vita sessuale. Forse, relazionandoci con lei, saremmo portati a imitarla, vista la sua insofferenza alle unioni durature e molto propensa a una notte o qualche notte fugace e poi basta. A memoria, solo Jerry riuscirà a rimanerle accanto per un periodo abbastanza lungo, ma l’indole single di Samantha prevarranno. Potremmo anche concludere che noi non faremmo per lei e nemmeno lei farebbe per noi.
Che dire di Miranda, avvocato in carriera: troppo presa a diventare socia dello studio, poco presa dalla vita famigliare. Frequentazioni di alto livello, si potrebbe anche dire con tratti molto snob, finirà per essere conquistata da Steve, un barista, al quale confesserà i suoi 64 uomini. Lui ci sorriderà sorprendendola, snocciolando però le proprie di conquiste, e saprà persino trasformala suo malgrado in madre, inizialmente contraria alla cosa, e donna di famiglia. Potremmo concludere che senza quel pizzico di ironia e pazienza necessaria difficilmente farebbe al caso nostro.
Charlotte, il prototipo della sognatrice ed ingenuamente alla ricerca dell’amore della vita, troppo spesso, lo dicono gli episodi, con cadenza settimanale. Anche qui l’elenco si fa lungo, talvolta con un fugace mordi e fuggi forse tipico non solo di un costume culturale ma anche di un ritmo frenetico che divora tutto. Senza dimenticare il chiodo fisso della maternità, una vera ossessione. Trey, il primo marito nasconde più di un lato oscuro e il matrimonio naufraga, mentre è Harry, piccolo, grassoccio e portato a una forte sudorazione, tratti che Charlotte detesta, a conquistarla. Per lui si farà anche ebrea pur di sposarlo. Davvero maschietti, sposeremmo una donna così?
Chiudo con Carrie, il fulcro, forse la donna che, in dosi ben mescolate racchiude le altre tre. In carriera, ma non esasperata, scrittrice, quindi creativa, talvolta sognatrice, specialmente davanti a un vestito da sposa, ma molto concreta. Sicura di sè in pubblico, ma con tante insicurezze in privato. In fondo la più vera e proprio per questo la più difficile forse da accettare. A conti fatti troppo persino per Chris Noth.
Con il “peccato originale” che l’ideatore è Darren Star un uomo, abbiamo forse finito anche noi per raccontarle e giudicarle in maniera stereotipata?
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