Amatorius Secretum . LUSSURIA
Identikit di una squillo di lusso
In 17 Ottobre 2015 da Debora BorgognoniLei non aveva nome. «Naturalmente, non è che proprio non avesse nome. Ne aveva diversi, che è un po’ come non averne nessuno».
Faceva parecchi lavori. «Era una puttana di lusso. Aveva però anche altre attività. Di giorno lavorava part-time in una piccola casa editrice come correttrice di bozze, e occasionalmente faceva la modella, ma con una specializzazione molto rara. […] Certo, anche le puttane hanno un nome. Ma vivono in un mondo dove i nomi non contano».
Era ricordata soprattutto per questa sua specializzazione molto rara. «All’obbiettivo dei fotografi prestava solo le sue bellissime orecchie, per le quali era molto ricercata».
Compare addirittura in due libri, gli unici due tradotti in italiano della Trilogia del Ratto: Dance dance dance e Nel segno della pecora.
E poi, lei è molto misteriosa. «Sui suoi effetti personali – peraltro quasi inesistenti – non c’era niente, nemmeno le iniziali. Carte di credito, patente, altri documenti non ne possedeva. Aveva solo un piccolo taccuino pieno di annotazioni disordinate scritte in un codice incomprensibile».
Insomma, lui, nonostante il mistero di lei, il lavoro di lei, il fatto che ignorasse completamente «dov’è nata», «quanti anni abbia», «la data del suo compleanno, che scuole ha fatto, se ha una famiglia», nonostante lei fosse arrivata all’improvviso «come un acquazzone» che «del suo passaggio ha lasciato solo un ricordo», ecco, lui la voleva ritrovare.
Ma noi qui, adesso, vogliamo parlare di quell’aura di erotismo che lei possedeva, del perché due libri ripercorrono, seppur lateralmente, seppur da una finestra, la sua storia nebulosa.
Questo nome glielo diamo: Kiki. Un padre anche: Murakami Haruki. E con lui, a muovere le fila di questa puttana di lusso troviamo un narratore che vede il sesso senza distorsioni:
Andare a letto con una donna può sembrare una cosa della massima importanza, o al contrario, un atto del tutto banale. Insomma, c’è il sesso che è un atto di autoterapia, e quello che serve solo per ammazzare il tempo.
Ma chi, cosa è Kiki per noi? La donna che non vorremmo mai essere nonostante i suoi «ventun anni», il suo «corpo snello e bellissimo», e il suo «paio di orecchie affascinanti, dalla forma perfetta»? È la donna che in fondo fingiamo non ci appartenga, quella del peccato, quella sola, persa nella società, così lontana dal nostro bisogno di amore razionale? Oppure è quella donna che si insinua dentro di noi ad ogni passo, quella che «come un camaleonte, poteva tirar fuori o nascondere la sua luminosità a seconda del luogo e delle circostanze in cui si trovava»?
L’uomo disilluso ma capace di rincorrere una donna senza nome e senza passato e con un futuro che risiede in società oniriche da cui alla fine non c’è risveglio, rimane attaccato a un pezzo della donna-che-non-c’è. E la ricorda così, facendola poi diventare tutto e niente. Tutte noi e nessuna, senza sentenza.
Quella donna è Kiki. La squillo di lusso dalle bellissime orecchie che aveva alloggiato con me al vecchio Dolphin. Kiki era scomparsa dalla mia vita senza dire una parola. Il mio compagno di scuola stava facendo l’amore con lei. Sembrava proprio la scena di un film. L’inquadratura era ottima. Perfino troppo studiata, aveva un che di scontato. Facevano l’amore in un appartamento. Un po’ di luce filtrava da una persiana. Kiki. Che ci fa lei in questo film? C’è una confusione di spazio e tempo.
C’è una confusione di spazio e tempo.
Libri citati di Murakami Haruki:
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Dance dance dance (in originale Dansu Dansu Dansu) – 1988 per il Giappone, 1998 per Italia – Einaudi – traduzione di Giorgio Amitrano
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Nel segno della pecora (in originale Hitsuji o meguru bōken) – 1982 per il Giappone, 1998 per Italia – Einaudi – traduzione di Giorgio Amitrano
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