
Le storie superbe . SUPERBIA
Venus
In 7 Agosto 2022 da Redazione Seven Blogdi Claudia Oliva
Rossa aspettava i comandi del Signor Hudson. Non decideva lei quello che doveva e non doveva fare. Non era la padrona di quel gioco, e questo le piaceva.
Lui allentò la cravatta e aprì la cabina armadio. Tante griffe costose al suo interno: Versace, Dolce&Gabbana, Gucci. La cinta Gucci l’avrebbe usata per immobilizzare la gamba sinistra di Rossa, quella D&G per la destra.
«Ora posso aprire gli occhi, Val?», lei chiese in un momento d’impazienza.
«Come mi hai chiamato, puttana?», rispose indispettito.
«Scusa, padrone!».
«Per te sono solo il Signor Hudson! E ora tutto ciò che ti farò, lo farò ancora più forte!».
La voce dell’uomo era sicura, i vestiti indossati erano eleganti e neri. Neri come le sue voglie, fantasie e più recondite perversioni.
Come possono essere nere delle perversioni? Cosa vuol dire nero?
Per capirlo bisogna associarlo al vicolo più buio e sudicio incrociato in una notte senza luna e stelle.
«Ora distendi le braccia e portale in alto, come se stessi pregando Dio, qualcuno che non verrà mai a salvarti».
Così, le bloccò l’uso delle mani usando la cravatta. «E adesso siediti sulla sedia e apri le gambe più che puoi».
La cintura Gucci per immobilizzare la gamba sinistra, quella D&G per la gamba destra.
Rossa, sebbene legata, portò i seni in avanti, cercando d’intercettare le sue mosse.
Inarcava la schiena, sudava desiderio e lui se ne stava lì, compiaciuto, a osservare il ventre della ragazza contorcersi nel dubbio dell’attesa.
A lei non interessava l’orgasmo. Voleva solo essere guardata, sentirsi un oggetto, completamente di sua proprietà.
La lasciò palpitare per qualche istante, consumando senza fretta una sigaretta, e poi disse: «Ho una cosa per te. E se farai da brava, stasera ti prometto che te lo farò assaggiare. Chiudi gli occhi e non urlare. Non farlo o rimarrai a bocca asciutta».
Scelse uno strano arnese da usare su di lei: era fresco e profumato, ma con qualcosa di appuntito nella parte inferiore.
Passò tra i seni della giovane la parte superiore dell’oggetto, che essendo delicata, le provocò un eccitante solletico.
Contrasse l’addome e inarcò il bacino in una danza di spasmi senza fine.
«Non ho mai detto che ti era concesso godere!», tuonò l’uomo.
Piano piano qualcosa iniziò a scavare le carni della ragazza.
Tra i due seni, dei piccoli graffi si ramificarono e iniziò a colare sangue.
La ragazza resistette, la voglia di sentire il signor Hudson crescere dentro la bocca era tanta, ma il dolore, sebbene per lei fosse come la droga più buona, prese il sopravvento e urlò: «Venus».
«Va bene. Mi fermo. La parola chiave è sacra. Ma anche stasera rimarrai a bocca asciutta…».
«Faceva molto male. Che cos’era mio padrone?».
«Una rosa con molte spine».
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