
Le interviste superbe . SUPERBIA
Betty Senatore: quanti vizi in una voce?
In 18 Ottobre 2015 da Fabio MuzzioAmmetto di avere un debole per lei: la considero tra le voci più belle della radiofonia italiana.
Ammetto pure di invidiarla: la radio l’ho fatta e vissuta da ragazzino, lei ne ha fatto la professione della vita.
Betty Senatore è maremmana, gattofila e molto golosa. A Radio Capital conduce in coppia Ladies and Capital con Silvia Mobili nella fascia mattutina.
Quando non è a Parigi (altra invidia) è a Roma per trasmettere, ma so che ogni tanto “sale” a Milano. Le scrivo e fissiamo un appuntamento nella sede milanese della radio, in via Massena, proprio in occasione della trasferta Expo della trasmissione.
Arrivo nel primo pomeriggio, lascio il documento e salgo. Ci accomodiamo in sala riunioni, dove ci sono foto, poster e in sottofondo la radio. Oltre la parete di fronte a me ci sono gli studi, fuori una Milano sempre chiassosa e già troppo autunnale. Caffè, acqua e iPad per prendere appunti. L’intervista con le sue sette domande può iniziare.
1. Vanti una carriera ormai ventennale: la radio è più superbia, accidia o lussuria?
La radio non può essere nessuno di questi tre vizi. Non si deve essere superbi, perché chi ascolta capisce subito che ti metti su un piedistallo e diventi antipatico. Non può essere accidia, perché sia gli ascoltatori sia quelli che ci lavorano devono essere molto curiosi e pieni di immaginazione, caratteristiche che la Radio continua a coltivare. La radio è sincera. Quello non è un vizio, ma un grande pregio.
2. Ti ascolto da anni, ti leggo nei Social e ho spulciato qualche intervista, ed è difficile farti una domanda politicamente scorretta. E poi scopro il tuo lato oscuro, per dirla alla Harry Burns: hai un blog nel quale recensisci toilette dei locali e racconti feste ed eventi in maniera molto diretta e con la sottile ironia di chi orgogliosamente si dichiara taglia 42 (che poi ci mancherebbe a non esserne orgogliosi!), non teme un piatto di pasta e raramente supera gli 8 cm di tacco: il blog rappresenta la parte di Betty “meno pubblica”?
Sono una ex timida. Ricordo che da bambina, quando andavo alle feste dei miei compagni di classe, rimanevo attaccata alla gonna di mia madre fino a 10 minuti prima di andare via quando trovavo il coraggio di staccarmi per buttarmi nella mischia e fare nuove conoscenze. All’alba dei 40 anni penso che ogni tanto dovrei ritrovare quella timidezza! Non so come né perché, sicuramente grazie al lavoro e alla possibilità di essere costantemente in contatto con gli altri, ma sono diventata molto più (troppo?) loquace. Alcuni miei ex compagni di classe, gli stessi delle feste, stentano a immaginare come sia adesso! In realtà ho bisogno molto più spesso di quanto si pensi di momenti di assoluta solitudine e silenzio. Sono anche molto malinconica. Basta una canzone o un odore e partono i ricordi. La malinconia vola…
3. Seppur taglia 42, pare tu sia golosa, «anche troppo». Così ti definisci nella tua presentazione per Capital. Ma qui sei a Seven: oltre alla gola Betty è…?
Pigrizia! Non sfocio nell’accidia, ma sono molto, molto pigra. Non so quanti abbonamenti in palestra ho buttato senza usarli oppure quante innumerevoli scuse trovo per non fare sport. Credo però che sia un giusto contraltare all’energia che metto nel mio lavoro. Da qualche parte devo recuperare, o no?!
4. Ci hai convinti, però il peccatuccio per fortuna l’abbiamo portato a casa… Perché in fondo gli speaker, prima del web, vivevano di mistero: li ascoltavi e difficilmente li potevi identificare in un volto. Ma radio a parte, hai mai usato la tua voce come arma di seduzione nella vita di tutti i giorni?
Confesso una cosa che probabilmente ti sorprenderà, ma quando mi riascolto non mi piaccio e trovo innumerevoli difetti alla mia voce. Una cosa che però ho imparato è non urlare mai. Anche se sono arrabbiata, l’urlo non porta a nulla e, spesso, fa passare dalla parte del torto.
5. Su Seven ne parliamo spesso, forse perché ne abbiamo un debole, ma se ti dico Parigi cosa mi rispondi?
Amore. È la città più romantica che esista. Ogni suo angolo è fatto per amare ed essere amati. Poi, se vogliamo dare sostegno alla gola, al secondo posto metto l’éclair, un dolce che amo particolarmente e che evidentemente a Parigi cucinano con molto amore visto quanto è buono!
6. Lavori in coppia con Silvia Mobili che leggerà questa intervista: troverei banale chiederti cosa le invidi e ti chiedo: secondo te cosa ti invidia?
Ne ho parlato durante una chiacchierata che abbiamo fatto qui a Expo. D’istinto ho detto la mia libertà dell’essere single, non perché non ami la sua famiglia, ma per il tempo che ho a mia disposizione. Lei ha confermato tutto!
7. Torniamo indietro nel tempo: non hai iniziato a bazzicare le radio locali e un giorno non vai in diretta, iniziando una carriera così prestigiosa. Betty, invece, vuole diventare attrice di teatro: cosa avresti sacrificato per il palcoscenico? O mi stupisci e mi dici che il tuo vero sogno mancato era diventare farmacista, vista la tua comprovata conoscenza dei medicinali?
A questa domanda devo rispondere mettendo in campo le due anime, quella razionale e l’altra. Usando la ragione avrei seguito gli studi di biologia, chimica o matematica e avrei fatto un lavoro che avesse potuto mettere in pratica questi studi. Con il cuore avrei scelto il teatro, ma non so se a causa del mio carattere avrei potuto resistere in quel mondo. Troppi compromessi, troppe incertezze e momenti bui. La Radio è l’unica cosa che penso avrei potuto fare!
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